Quanta Acqua Calda Può Produrre Un Impianto Solare Termico?

1. Comprendere il funzionamento di un impianto solare termico

Per valutare quanta acqua calda può effettivamente produrre un impianto solare termico, è essenziale partire dalla comprensione del suo funzionamento tecnico e del ruolo che può avere all’interno di un’abitazione. Un impianto solare termico non va confuso con un impianto fotovoltaico: mentre il secondo trasforma la luce solare in energia elettrica, il solare termico sfrutta il calore del sole per riscaldare acqua sanitaria o, in alcuni casi, anche l’acqua destinata al riscaldamento ambientale.

Un sistema solare termico si compone essenzialmente di collettori solari, un serbatoio di accumulo, un circuito idraulico e, nei sistemi più complessi, una centralina elettronica che ne ottimizza il funzionamento. I collettori catturano l’energia termica del sole e la trasferiscono a un fluido termovettore (di solito una miscela di acqua e glicole antigelo) che, a sua volta, cede il calore all’acqua del serbatoio tramite uno scambiatore.

Un aspetto cruciale da comprendere è che il solare termico non è una fonte autonoma e universale di acqua calda in qualsiasi condizione climatica. La sua efficacia dipende da numerosi fattori, tra cui la radiazione solare disponibile, la superficie dei collettori, il volume del serbatoio, il numero di utenti domestici e le abitudini di consumo.

Durante i mesi estivi, un impianto ben dimensionato può coprire fino al 100% del fabbisogno di acqua calda sanitaria. In inverno, invece, l’apporto può variare sensibilmente, anche fino al 20-30%, a seconda dell’irraggiamento solare e del clima locale. È importante dunque capire che l’impianto solare termico funziona come sistema integrativo, riducendo significativamente i costi energetici, ma non sempre come fonte unica.

 

2. Fabbisogno idrico domestico e dimensionamento dell’impianto

La quantità di acqua calda prodotta da un impianto solare termico va sempre rapportata al fabbisogno reale di un’abitazione. In media, una persona consuma circa 40-50 litri di acqua calda sanitaria al giorno, a una temperatura di circa 40-45°C. Questo dato può aumentare sensibilmente in presenza di vasche da bagno, docce multiple o un utilizzo più intensivo per motivi culturali o climatici.

Per una famiglia di quattro persone, il fabbisogno medio giornaliero può quindi attestarsi attorno ai 160-200 litri di acqua calda. Un impianto solare termico ben dimensionato per una tale famiglia dovrebbe avere una superficie di collettori solari di circa 4-5 m² e un serbatoio di accumulo da almeno 300 litri.

Un impianto di queste dimensioni, installato in Italia centro-meridionale, può produrre tra i 1.200 e i 1.500 kWh termici all’anno, coprendo mediamente tra il 60% e l’80% del fabbisogno annuo di acqua calda sanitaria. In aree del Nord Italia, con minore insolazione, la percentuale di copertura annua può scendere a 50-60%, richiedendo eventualmente integrazione tramite caldaia a gas o pompa di calore.

È fondamentale che l’impianto sia dimensionato correttamente da un tecnico esperto, tenendo conto non solo del numero di utenti, ma anche dell’esposizione e inclinazione del tetto, dell’orientamento dei collettori (l’ideale è verso sud, con inclinazione tra i 30 e i 45 gradi), delle ombreggiature, e della temperatura di progetto dell’acqua calda.

 

3. Prestazioni stagionali e integrazione con altri sistemi

Uno dei principali limiti di un impianto solare termico è la stagionalità della produzione. In estate, quando l’irraggiamento solare è massimo e il fabbisogno termico è minimo, si verifica spesso una sovrapproduzione. Per evitare surriscaldamenti e conseguenti danni all’impianto, i moderni sistemi sono dotati di valvole di sicurezza, scambiatori supplementari o di sistemi di dissipazione del calore in eccesso.

In inverno, al contrario, il sistema ha un rendimento ridotto. Tuttavia, l’integrazione con una caldaia tradizionale, con una pompa di calore o con un sistema ibrido consente di garantire sempre il comfort termico richiesto.

L’utilizzo combinato di solare termico e pompe di calore è una strategia sempre più adottata: nei mesi freddi, la pompa di calore fornisce il supporto necessario quando l’energia solare non è sufficiente. Durante i mesi caldi, invece, il solare termico può lavorare quasi in autonomia. Questo approccio, se ben progettato, può ottimizzare i consumi energetici e massimizzare il risparmio in bolletta.

È inoltre possibile integrare il solare termico con sistemi fotovoltaici, in un’ottica di autosufficienza energetica. In questo caso, l’energia elettrica prodotta dal fotovoltaico può alimentare la pompa di calore o la resistenza elettrica di backup, mentre il solare termico gestisce la produzione diretta di acqua calda sanitaria. Questo tipo di impianto misto, spesso chiamato “solare combinato”, è una delle soluzioni più complete per il risparmio energetico in ambito residenziale.

 

4. Incentivi, costi e convenienza economica (aggiornato al 2025)

A livello economico, l’installazione di un impianto solare termico rappresenta ancora oggi un investimento conveniente nel medio periodo, specialmente in combinazione con i nuovi incentivi 2024-2025 attivi in Italia. Al momento, lo scambio sul posto non è applicabile agli impianti solari termici (valido solo per il fotovoltaico), ma esistono altri strumenti agevolativi rilevanti.

Il Conto Termico 2.0, gestito dal GSE, è ancora attivo e rappresenta il principale incentivo per il solare termico. Consente di ottenere un rimborso diretto sul conto corrente, a fronte dell’installazione di impianti fino a 50 m² di superficie captante. Il rimborso può arrivare fino al 65% del costo sostenuto, erogato in una o due rate annuali, a seconda dell’importo.

Per accedere al Conto Termico, è necessario rispettare determinati requisiti tecnici, tra cui l’installazione di collettori solari certificati secondo la norma UNI EN 12975 o 12976, e un corretto dimensionamento dell’impianto. È obbligatoria inoltre la redazione della scheda tecnica e della dichiarazione del soggetto responsabile, da trasmettere tramite il portale del GSE entro 60 giorni dalla fine dei lavori.

Dal punto di vista dei costi, un impianto solare termico per una famiglia media (4 persone) ha un costo indicativo che varia tra i 3.000 e i 5.500 euro, comprensivo di installazione e materiali. Con il Conto Termico, il costo netto può scendere anche sotto i 2.000 euro, rendendo l’investimento estremamente interessante.

Il tempo di rientro economico si aggira tra i 4 e i 7 anni, in funzione della zona climatica e del prezzo dell’energia che si sarebbe consumata con sistemi tradizionali. Considerando che la vita utile di un impianto ben mantenuto può superare i 20 anni, il risparmio complessivo può essere notevole.

 

5. Aspetti tecnici, manutenzione e considerazioni finali

Affinché un impianto solare termico mantenga prestazioni elevate nel tempo, è fondamentale prestare attenzione alla manutenzione periodica. Il controllo va effettuato almeno ogni due anni, con verifica dell’eventuale presenza di aria nel circuito, controllo dello stato del fluido termovettore, delle tenute, delle valvole di sicurezza, e del corretto funzionamento della centralina.

Nei climi rigidi, è cruciale verificare che il fluido antigelo sia ancora efficace, per evitare il congelamento del circuito. L’eventuale sostituzione del glicole, da effettuarsi ogni 5-6 anni, ha un costo contenuto e garantisce la piena efficienza dell’impianto.

Tra gli errori più comuni da evitare vi è l’oversizing (sovradimensionamento): installare un impianto troppo grande rispetto al fabbisogno reale può causare frequenti stati di stagnazione, in cui il sistema produce più calore di quanto richiesto, con potenziali problemi per la durata dei componenti.

Al contrario, un impianto sottodimensionato non riuscirà a soddisfare le esigenze familiari, vanificando l’investimento. È quindi imprescindibile rivolgersi a professionisti qualificati, capaci di effettuare un sopralluogo tecnico accurato e una progettazione su misura.

In conclusione, un impianto solare termico, se ben progettato, può coprire il 60-80% del fabbisogno annuo di acqua calda sanitaria di una famiglia italiana media, con copertura totale nei mesi estivi. L’investimento iniziale, grazie agli incentivi statali ancora disponibili, è ammortizzabile in tempi brevi e contribuisce sia al risparmio economico, sia alla riduzione delle emissioni di CO₂.

Chi sceglie questa tecnologia compie un passo importante verso un futuro più sostenibile, in cui l’energia solare assume un ruolo sempre più centrale nell’autonomia energetica delle abitazioni.