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Comprendere il funzionamento del solare termico
Molte persone si chiedono se un impianto solare termico sia davvero utile anche durante i mesi più freddi o in presenza di cielo coperto. È un dubbio legittimo, soprattutto per chi vive in zone dell’Italia settentrionale o montane, dove la radiazione solare sembra meno generosa nei mesi invernali. Per capire se questa tecnologia sia adatta al proprio fabbisogno energetico, è necessario partire dalla conoscenza del suo funzionamento tecnico.
Un impianto solare termico serve per riscaldare l’acqua tramite l’energia del sole. A differenza del fotovoltaico, che trasforma la luce in energia elettrica, il solare termico sfrutta il calore del sole per portare un fluido vettore ad alte temperature. Questo fluido, che può essere acqua o una miscela antigelo (tipicamente acqua e glicole propilenico), scorre all’interno di collettori solari e trasporta il calore accumulato verso un serbatoio di accumulo, dove viene utilizzato per la produzione di acqua calda sanitaria (ACS) o per integrare il riscaldamento.
I collettori possono essere di due tipi principali: piani vetrati o sottovuoto. I primi sono più diffusi per motivi di costo e semplicità, mentre i secondi offrono una resa superiore in condizioni di bassa insolazione, come nei mesi invernali. Questo è un primo elemento fondamentale per rispondere alla domanda iniziale: sì, un impianto solare termico può funzionare anche in inverno, ma dipende da diversi fattori, a partire dal tipo di collettore utilizzato.
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Prestazioni invernali: oltre i luoghi comuni
Sfatiamo subito un mito: il sole non deve necessariamente essere visibile perché il sistema funzioni. Il solare termico lavora sfruttando la radiazione solare diffusa, non solo quella diretta. Anche quando il cielo è coperto o velato, i raggi del sole attraversano l’atmosfera e raggiungono i collettori. Ovviamente, la quantità di energia catturata sarà minore rispetto a una giornata serena, ma l’impianto continuerà a funzionare.
Durante l’inverno, le ore di luce diminuiscono e l’angolo di incidenza del sole è meno favorevole, ma un sistema ben dimensionato e installato può comunque contribuire in modo significativo al fabbisogno termico. I collettori sottovuoto, in particolare, sono ideali per i climi rigidi, poiché riducono drasticamente le dispersioni di calore grazie alla loro struttura isolante. Questo tipo di collettore riesce a raggiungere temperature del fluido superiori anche con radiazione solare modesta.
Un altro punto spesso trascurato è che il fabbisogno di acqua calda sanitaria non si interrompe nei mesi invernali. Al contrario, aumenta. Ecco perché disporre di un sistema che ne garantisca almeno una parte attraverso fonti rinnovabili è una scelta strategica.
Va anche sottolineato che l’impianto solare termico non deve necessariamente coprire il 100% del fabbisogno durante l’intero anno. In inverno, è del tutto normale che si renda necessario un sistema ausiliario (caldaia a condensazione, pompa di calore, etc.) che integri la produzione. Ma anche in questi casi, ogni grado di temperatura “regalato” dal sole riduce i costi energetici.
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L’efficienza stagionale e il corretto dimensionamento
Per valutare se l’investimento in un impianto solare termico sia conveniente, bisogna considerare l’efficienza stagionale, ovvero quanto calore utile viene prodotto rispetto all’energia solare disponibile. Questo parametro varia in funzione dell’irraggiamento, ma anche di come l’impianto è stato progettato e installato.
Un errore comune è quello di pensare che un impianto debba essere dimensionato per coprire il picco estivo. Questo porterebbe a un sovradimensionamento e quindi a sprechi. Al contrario, una buona progettazione prevede un equilibrio tra produzione e consumo. Tipicamente, si dimensiona per coprire tra il 60% e l’80% del fabbisogno annuo di acqua calda sanitaria, e non il 100%.
Il serbatoio di accumulo gioca un ruolo centrale: deve essere ben coibentato e dimensionato correttamente rispetto al numero di utenti. Per una famiglia media di 4 persone, un serbatoio da 200-300 litri è in genere sufficiente. Un serbatoio ben isolato può conservare calore anche per 2-3 giorni, compensando le giornate più nuvolose o fredde.
Un altro elemento importante è l’orientamento e l’inclinazione dei collettori. L’orientamento ideale è verso sud (o sud-est/sud-ovest), con un’inclinazione che varia tra i 30° e i 60°, in funzione della latitudine. Per migliorare le prestazioni invernali, si tende a preferire inclinazioni più elevate, che permettono di catturare al meglio i raggi solari bassi sull’orizzonte.
La manutenzione periodica è un altro aspetto da non sottovalutare: un impianto pulito, con il fluido termovettore in buone condizioni, garantirà migliori prestazioni in ogni stagione. Il fluido glicolico deve essere sostituito ogni 3-5 anni per evitare fenomeni di congelamento o degrado.
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Incentivi, detrazioni e vantaggi economici nel 2025
Uno degli elementi che più spinge le famiglie italiane a installare un impianto solare termico è la possibilità di accedere a incentivi statali. Tuttavia, è essenziale fare chiarezza: alcune agevolazioni che circolavano in passato non sono più attive, mentre altre sono ancora disponibili nel 2025.
Il Conto Termico 2.0, aggiornato dal GSE e ancora valido, è oggi uno degli strumenti più interessanti per incentivare l’installazione di impianti solari termici. Questo meccanismo prevede un contributo in denaro (non una detrazione fiscale) che viene erogato direttamente sul conto corrente del beneficiario entro 2-3 mesi dalla richiesta. L’incentivo copre tra il 40% e il 65% del costo dell’impianto, in base a vari parametri (tipo di collettori, superficie installata, zona climatica).
Per accedere al Conto Termico è necessario che l’impianto sia certificato secondo la norma UNI EN 12975 (oggi sostituita dalla EN ISO 9806), e che venga installato da un’azienda qualificata. L’installazione deve rispettare i requisiti minimi stabiliti dal GSE, compresa la trasmissione dei dati dell’impianto al portale Portaltermico.
In alternativa, è ancora possibile sfruttare la detrazione fiscale del 50% prevista per le ristrutturazioni edilizie. Questa detrazione viene spalmata su 10 anni e può includere anche i costi della progettazione, manodopera e IVA. A differenza del Conto Termico, però, non fornisce liquidità immediata.
È importante ricordare che lo Scambio sul posto, spesso confuso con il solare termico, è un meccanismo che riguarda il fotovoltaico e non si applica a impianti per la produzione di acqua calda.
Un ulteriore vantaggio economico è la riduzione dei costi in bolletta. Con un impianto solare termico si può risparmiare fino al 70% dei costi legati alla produzione di acqua calda sanitaria, con punte ancora più elevate nei mesi estivi. Il ritorno dell’investimento può variare tra i 5 e i 10 anni, a seconda della zona climatica, del tipo di impianto e dell’eventuale accesso agli incentivi.
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Verso una transizione energetica consapevole
Installare un impianto solare termico non è solo una scelta economica, ma anche un gesto concreto verso la decarbonizzazione del sistema energetico. Il riscaldamento dell’acqua rappresenta una quota significativa dei consumi domestici: intervenire su questa voce con fonti rinnovabili è una mossa efficace per ridurre le emissioni di CO₂.
Il solare termico è anche una tecnologia matura, affidabile e collaudata, con decenni di sviluppo alle spalle. In un’epoca in cui la sicurezza energetica è tornata al centro del dibattito, avere un impianto che riduce la dipendenza dai combustibili fossili rappresenta un vantaggio strategico.
Chi vive in condominio può valutare l’installazione di un impianto centralizzato, soprattutto se il fabbisogno è elevato e distribuito su più utenze. In questo caso, esistono incentivi specifici e possibilità di progettazione su scala maggiore, con costi più contenuti per utente.
Infine, non va trascurato l’impatto sul valore dell’immobile: un’abitazione dotata di impianti solari termici migliora la propria classe energetica, contribuendo a un Attestato di Prestazione Energetica (APE) più favorevole. Nel 2025, l’attenzione al consumo energetico è sempre più centrale nelle scelte abitative e nel mercato immobiliare.
Conclusione
Il solare termico funziona anche d’inverno, sì, e funziona bene se progettato e installato con criterio. Anche con il cielo nuvoloso, l’impianto continua a produrre calore, e può contribuire in maniera significativa alla riduzione dei consumi di gas o elettricità per l’acqua calda sanitaria. La tecnologia ha fatto passi da gigante, e grazie ai collettori sottovuoto, a serbatoi ben isolati e alla presenza di incentivi pubblici, oggi è una delle soluzioni più intelligenti per chi vuole investire in energia pulita, contenere i costi energetici e ridurre il proprio impatto ambientale.
Installare un impianto solare termico non è solo una scelta tecnica, ma una decisione consapevole verso un futuro più sostenibile.