1. Introduzione: Il contesto energetico e la diffusione delle stufe a pellet
Negli ultimi anni, l’interesse per le stufe a pellet è cresciuto in maniera esponenziale in Italia. La spinta verso la transizione energetica, la necessità di ridurre le emissioni di CO₂ e la ricerca di soluzioni di riscaldamento più economiche rispetto ai combustibili fossili hanno portato molte famiglie a valutare questa tecnologia.
Il pellet, derivato dalla compressione di segatura e scarti di lavorazione del legno, rappresenta oggi un combustibile rinnovabile e a basse emissioni, se usato in apparecchi ad alta efficienza.
Nel 2025, il mercato delle stufe a pellet è maturo e variegato: si trovano modelli molto semplici e altri dotati di tecnologie di controllo avanzate, sensori ambientali e persino connessioni Wi-Fi per la gestione da remoto.
Una delle distinzioni principali è quella tra stufe a pellet canalizzate e non canalizzate, due soluzioni con differenze sostanziali nel modo in cui distribuiscono il calore e nel tipo di abitazione per cui sono più adatte.
Comprendere queste differenze non è solo una questione tecnica: significa anche scegliere un impianto che si adatti alla propria casa, al proprio stile di vita e agli obiettivi di risparmio energetico.
2. Funzionamento di base delle stufe a pellet
Per capire le differenze tra modelli canalizzati e non canalizzati, è utile partire da come funziona una stufa a pellet in generale.
Il principio di funzionamento è relativamente semplice: il pellet viene caricato in un serbatoio interno e, grazie a una coclea (una vite senza fine mossa da un motore elettrico), viene trasportato gradualmente nella camera di combustione. Qui, un sistema di accensione elettrico innesca la fiamma.
La combustione è regolata da ventole e centraline elettroniche, che modulano l’afflusso di aria e la quantità di pellet bruciato in base alla temperatura impostata.
L’energia termica prodotta viene poi ceduta all’aria tramite uno scambiatore di calore. In una stufa non canalizzata, l’aria calda viene soffiata nell’ambiente dove la stufa è installata.
In una stufa canalizzata, parte dell’aria calda è convogliata in condotti che portano il calore in altri locali dell’abitazione.
Oggi, la tecnologia ha introdotto sistemi di combustione ottimizzata, riduzione delle polveri sottili e recupero di calore dai fumi, portando i rendimenti medi sopra il 90%, con punte del 95% nei modelli più avanzati.
3. Stufa a pellet non canalizzata: caratteristiche e destinazione d’uso
La stufa a pellet non canalizzata è la forma più semplice e tradizionale di questa tecnologia. È progettata per riscaldare principalmente l’ambiente in cui è installata.
La distribuzione del calore avviene tramite un getto d’aria calda diretto e, in parte, per irraggiamento.
Uno dei punti di forza di questo tipo di stufa è la semplicità d’installazione: basta un collegamento elettrico, un tubo di scarico dei fumi e, ovviamente, lo spazio per il corpo macchina. Non richiede la realizzazione di condotti interni, riducendo i costi iniziali.
Dal punto di vista del comfort, la stufa non canalizzata offre un calore rapido e concentrato, ideale per ambienti come salotti, cucine open space o zone giorno in cui si trascorre la maggior parte del tempo.
Tuttavia, non è pensata per distribuire il calore in modo uniforme in tutta la casa: le stanze più lontane dalla stufa tendono a rimanere più fredde, specialmente se non ci sono aperture che favoriscono la circolazione dell’aria.
Negli ultimi modelli, il design è diventato un fattore chiave: le aziende propongono stufe slim, con profondità ridotta, adatte anche a corridoi o spazi ristretti, e modelli dal look moderno con vetri panoramici che valorizzano la visione della fiamma.
4. Stufa a pellet canalizzata: principio, vantaggi e limiti
La stufa a pellet canalizzata si distingue per la capacità di distribuire il calore anche in locali diversi da quello in cui è installata, grazie a un sistema di canali o condotti isolati termicamente.
All’interno della stufa, potenti ventilatori supplementari prelevano l’aria calda prodotta e la spingono nei condotti che portano a bocchette installate nelle altre stanze.
Questa soluzione è particolarmente apprezzata nelle case su più piani o negli appartamenti di media grandezza dove si vuole evitare l’installazione di un impianto di riscaldamento centralizzato costoso.
Permette di riscaldare in modo abbastanza uniforme più ambienti, con il vantaggio di utilizzare un solo generatore di calore.
Nel 2025, i modelli canalizzati di fascia alta consentono il controllo indipendente della temperatura in ciascuna stanza servita, grazie a termostati locali e centraline di gestione multizona.
Ciò non solo migliora il comfort, ma riduce anche gli sprechi, poiché si può ridurre la potenza o spegnere il flusso di aria calda verso le stanze non utilizzate.
Un limite da considerare è la maggiore complessità di installazione: i condotti richiedono lavori murari o controsoffittature, e la lunghezza massima di canalizzazione varia da modello a modello (di solito tra 6 e 12 metri). Inoltre, la ventilazione forzata può generare un po’ di rumore, anche se i modelli più recenti hanno ridotto questo problema con ventole a basso numero di giri.
5. Normativa, incentivi e classi energetiche nel 2025
Rispetto a dieci anni fa, il quadro normativo è cambiato sensibilmente.
Dal 2021, le classi di prestazione ambientale delle stufe a biomassa sono regolamentate dal sistema delle stelle ambientali, da 1 a 5 stelle, che valutano l’efficienza e le emissioni di polveri sottili (PM10 e PM2,5).
Per accedere a incentivi e detrazioni, nel 2025 è necessario installare stufe almeno a 4 stelle.
Gli incentivi oggi attivi includono il Conto Termico 2.0, che rimborsa fino al 65% della spesa, e le detrazioni fiscali nell’ambito del Bonus Casa (50%) per interventi di sostituzione di vecchi generatori.
Il Superbonus non è più applicabile alle stufe a pellet, mentre alcune regioni prevedono contributi aggiuntivi per la sostituzione di apparecchi a basse prestazioni.
Dal punto di vista energetico, le nuove etichette obbligatorie UE indicano non solo la classe energetica (da A++ a G) ma anche i valori di efficienza stagionale, consumo annuo di combustibile e emissioni.
Questo consente al consumatore di confrontare in modo chiaro le prestazioni tra modelli.
6. Scelta consapevole: quale conviene?
La scelta tra stufa a pellet canalizzata e non canalizzata non ha una risposta univoca, ma dipende da variabili come:
- Dimensioni e disposizione della casa
- Isolamento termico
- Esigenze di comfort
- Budget disponibile
Per un piccolo appartamento open space, una non canalizzata di buona potenza può bastare, riducendo costi e complessità.
Per abitazioni su più stanze o piani, una canalizzata può garantire una migliore distribuzione del calore e un comfort più omogeneo, evitando di dover installare più apparecchi.
Va anche considerato il rumore, la manutenzione (più articolata per i modelli canalizzati), la disponibilità di spazio per i condotti e l’estetica dell’ambiente.
La tendenza 2025 è verso modelli ibridi, che possono funzionare come non canalizzati e, all’occorrenza, attivare la canalizzazione, offrendo massima flessibilità.