1. Introduzione: perché oggi si parla tanto di VMC?
Negli ultimi anni il termine VMC, ovvero Ventilazione Meccanica Controllata, è entrato prepotentemente nel vocabolario di chi si occupa di edilizia, risparmio energetico e qualità dell’aria indoor. Ma perché oggi si parla così tanto di questo sistema? La risposta sta nel profondo cambiamento che ha investito il mondo delle costruzioni, in particolare per quanto riguarda l’efficienza energetica degli edifici.
Fino a qualche decennio fa, le abitazioni erano costruite con materiali meno performanti e senza una particolare attenzione all’isolamento termico. Questo significava, da un lato, maggiori dispersioni di calore e quindi consumi elevati, ma dall’altro una naturale ventilazione degli ambienti, dovuta agli spifferi, alle fughe d’aria, alla minore ermeticità delle strutture.
Con la crescente sensibilità verso il contenimento dei consumi energetici e la riduzione delle emissioni, è cambiato completamente l’approccio progettuale: oggi le nuove costruzioni sono a basso consumo, con involucri edilizi altamente isolati e finestre ermetiche. Un bene per il risparmio energetico, ma un problema per la qualità dell’aria interna.
È qui che entra in gioco la VMC, un sistema progettato per garantire un ricambio d’aria controllato, continuo e misurabile, senza aprire le finestre, evitando quindi dispersioni termiche e contribuendo a mantenere l’ambiente salubre.
Ma è obbligatoria per legge nelle nuove costruzioni? Oppure è solo consigliata? Le normative italiane in materia sono in costante evoluzione, perciò è fondamentale fare chiarezza, soprattutto per chi sta pensando di costruire una casa o di affrontare una ristrutturazione importante.
2. Cosa fa la VMC e perché è così importante?
La Ventilazione Meccanica Controllata è un impianto che ha lo scopo di prelevare l’aria viziata da locali come bagni, cucine e lavanderie, ed immettere aria fresca (ma filtrata) in ambienti come soggiorni, camere e studi. Questo ricambio è continuo, programmabile, spesso dotato di recupero di calore, e permette di:
- eliminare umidità in eccesso, prevenendo muffe e condense;
- abbattere i livelli di CO₂ e inquinanti indoor, come VOC, formaldeide, polveri sottili;
- migliorare il benessere abitativo, soprattutto per soggetti allergici o asmatici;
- ridurre il fabbisogno energetico, se abbinata a sistemi di recupero del calore.
L’importanza della VMC, quindi, non è solo in termini di comfort, ma anche e soprattutto di salubrità e risparmio energetico. In un’abitazione moderna, ben isolata, la mancanza di ventilazione meccanica può portare a seri problemi, sia alla struttura dell’edificio (muffe, degrado dei materiali), sia alla salute degli occupanti.
Non è un caso, infatti, che molti protocolli per la certificazione energetica e ambientale (come CasaClima, Passivhaus, LEED) considerino la VMC un requisito essenziale per raggiungere i più alti standard qualitativi.
3. La normativa italiana: cosa prevede oggi?
Per rispondere alla domanda iniziale – la VMC è obbligatoria per legge nelle nuove costruzioni? – bisogna analizzare con attenzione il quadro normativo italiano, che è piuttosto articolato. Attualmente, non esiste una norma nazionale che imponga in maniera assoluta l’installazione di un impianto VMC in tutte le nuove costruzioni. Tuttavia, ci sono precise condizioni in cui diventa di fatto necessaria. Vediamole.
Il riferimento principale: il D.M. Requisiti Minimi
Il Decreto Ministeriale 26 giugno 2015, noto come Decreto Requisiti Minimi, stabilisce i criteri per la prestazione energetica degli edifici. In particolare, impone che ogni edificio, nuovo o oggetto di ristrutturazione importante, garantisca un adeguato ricambio d’aria per assicurare la qualità dell’aria interna.
Il decreto non obbliga esplicitamente la VMC, ma lascia aperta la possibilità che il ricambio avvenga con mezzi naturali o con sistemi meccanici. Tuttavia, quando si punta a livelli alti di prestazione energetica – ad esempio, per ottenere la classe energetica A1 o superiore – diventa molto difficile rispettare i limiti di trasmittanza e ventilazione senza una VMC.
Inoltre, l’UNI 10339 e le successive norme UNI EN 16798 e UNI EN ISO 7730, che riguardano la ventilazione degli ambienti interni, definiscono precisi tassi di ricambio d’aria per garantire la qualità dell’aria interna. Questi valori sono praticamente impossibili da ottenere in modo naturale in edifici ad alta efficienza.
Il caso degli edifici ad energia quasi zero (nZEB)
Dal 1° gennaio 2021, tutte le nuove costruzioni in Italia devono essere nZEB, ovvero edifici a energia quasi zero, secondo quanto previsto dalla Direttiva Europea 2010/31/UE (EPBD). Un edificio nZEB deve avere un fabbisogno energetico bassissimo, coperto in larga parte da fonti rinnovabili.
In un contesto nZEB, la ventilazione meccanica con recupero di calore è praticamente imprescindibile, altrimenti si vanificano le prestazioni dell’involucro termico e si compromette l’equilibrio energetico dell’intero edificio.
Dunque, pur non essendo formalmente obbligatoria, la VMC diventa necessaria in via tecnica per raggiungere gli standard nZEB richiesti per legge. In questo senso, la legge non impone la VMC, ma impone requisiti che difficilmente si possono rispettare senza di essa.
Regolamenti regionali e comunali
Va poi ricordato che alcune Regioni e Comuni italiani hanno introdotto regolamenti edilizi più stringenti, nei quali la VMC è esplicitamente richiesta in determinati casi. Ad esempio, la Provincia Autonoma di Bolzano, attraverso il protocollo CasaClima, prevede l’obbligo di VMC per gli edifici certificati.
Anche in molte zone del nord Italia, dove il clima è più rigido, i regolamenti comunali incentivano o impongono l’utilizzo della VMC per migliorare l’efficienza energetica e ridurre l’uso del riscaldamento.
4. Quando conviene installare la VMC anche se non obbligatoria?
Anche in quei casi in cui la normativa non rende obbligatoria la VMC, è fortemente consigliabile installarla, soprattutto in nuove costruzioni o in ristrutturazioni profonde. Ma perché?
1. Per evitare problemi di umidità e muffe
Come detto, le abitazioni moderne sono quasi ermetiche. Senza un ricambio d’aria costante, l’umidità prodotta dalle normali attività quotidiane (cucinare, lavarsi, respirare) si accumula, creando condizioni favorevoli alla formazione di muffe, specialmente negli angoli, vicino agli infissi e nei ponti termici.
2. Per garantire la salubrità dell’aria interna
In un ambiente chiuso, la qualità dell’aria peggiora rapidamente. Si accumulano CO₂, polveri sottili, allergeni, composti organici volatili e altri inquinanti. La VMC permette di rimuoverli e di introdurre aria pulita, senza aprire le finestre e senza disperdere energia.
3. Per risparmiare energia
Molti sistemi di VMC sono dotati di recuperatore di calore entalpico, che consente di trasferire il calore dell’aria in uscita a quella in ingresso, evitando sprechi e riducendo il lavoro del riscaldamento o del raffrescamento.
4. Per aumentare il valore dell’immobile
Un edificio dotato di impianto VMC ha prestazioni energetiche migliori, ottiene classi energetiche più elevate e può quindi essere venduto o affittato a un prezzo più alto. In un mercato sempre più attento al comfort e alla sostenibilità, questo è un plus importante.
5. Considerazioni pratiche e costi di installazione
Uno dei dubbi più comuni riguarda il costo di installazione della VMC, soprattutto in nuove abitazioni. I prezzi variano molto a seconda del tipo di impianto scelto (centralizzato o decentralizzato), della grandezza dell’edificio, della qualità dei materiali e delle prestazioni del recuperatore di calore.
In media, un impianto centralizzato per una casa unifamiliare di circa 120-150 mq può costare tra 5.000 e 8.000 euro, compresa la posa. Se si opta per impianti decentralizzati, ovvero unità singole in ogni ambiente, il costo si abbassa a circa 800-1.500 euro per unità, ma occorre valutarne l’efficacia caso per caso.
Il consumo elettrico di una VMC moderna è molto contenuto: parliamo di circa 20-30 watt per ogni unità, per un consumo annuo di circa 100-150 kWh, pari a 30-50 euro di elettricità all’anno, facilmente compensati dal risparmio energetico indotto dal recupero di calore.
La manutenzione è semplice e riguarda principalmente la sostituzione periodica dei filtri, operazione che può essere fatta in autonomia. I filtri hanno un costo medio di 20-40 euro e vanno cambiati ogni 6-12 mesi, a seconda dell’uso.
Conclusione: la VMC non è (sempre) obbligatoria, ma è diventata indispensabile
In sintesi, la VMC non è ancora imposta per legge in tutte le nuove costruzioni, ma è tecnicamente necessaria in molte situazioni, soprattutto se si desidera ottenere un edificio altamente performante, in classe energetica A o superiore, oppure conforme agli standard nZEB oggi richiesti.
Il quadro normativo italiano non impone esplicitamente l’obbligo della VMC, ma fissa requisiti stringenti di salubrità, efficienza e controllo del comfort indoor che la rendono, di fatto, irrinunciabile.
Chi costruisce una casa oggi, o affronta una ristrutturazione profonda, non dovrebbe chiedersi se la VMC è obbligatoria, ma piuttosto perché dovrebbe farne a meno, viste le sue enormi potenzialità in termini di salute, comfort e risparmio.
L’abitazione del futuro – ma ormai anche quella del presente – è un sistema chiuso, controllato e intelligente, dove la qualità dell’aria è una priorità assoluta. E la VMC ne è il cuore pulsante.