Come Funziona Una Stufa A Pellet?

Negli ultimi anni, la stufa a pellet ha vissuto una vera e propria rinascita. In un contesto in cui la crisi energetica, il caro bollette e la necessità di ridurre le emissioni inquinanti si intrecciano sempre più spesso, molte famiglie italiane stanno riscoprendo questa soluzione tanto pratica quanto efficiente. Ma cos’è esattamente una stufa a pellet? Come funziona? È davvero conveniente? E, soprattutto, è adatta a tutte le abitazioni o presenta dei limiti?

L’obiettivo di questo approfondimento è fornire un quadro chiaro, completo e aggiornato sul funzionamento delle stufe a pellet, affrontando ogni aspetto tecnico, normativo ed economico, per aiutare chiunque stia valutando questa scelta a prendere una decisione consapevole e informata.

  1. Il cuore del sistema: il principio di funzionamento

Per comprendere fino in fondo come funziona una stufa a pellet, bisogna prima chiarire un concetto: il pellet non è legna tradizionale, ma un biocombustibile ad alta resa energetica. È composto da segatura essiccata e compressa, solitamente senza l’aggiunta di collanti chimici. Questo lo rende un combustibile naturale, sostenibile e altamente performante in termini di produzione di calore.

Il funzionamento della stufa a pellet può essere suddiviso in tre fasi principali:

  1. Alimentazione del combustibile. All’interno della stufa è presente un serbatoio (detto tramoggia) che può contenere diversi chilogrammi di pellet. Una coclea motorizzata (una sorta di vite senza fine) preleva gradualmente il pellet e lo trasporta nella camera di combustione.
  2. Accensione e combustione. L’accensione è automatica: una resistenza elettrica riscalda il pellet fino a innescare la combustione. L’intero processo è controllato da una centralina elettronica che gestisce in modo ottimale la quantità di pellet da bruciare e l’afflusso d’aria, regolando così potenza e temperatura.
  3. Diffusione del calore. Il calore generato dalla combustione viene trasferito all’ambiente in due modi: per irraggiamento (attraverso il vetro frontale della stufa) e per convenzione forzata (grazie a una ventola che spinge l’aria calda nella stanza). Alcuni modelli canalizzano il calore anche in altre stanze.

Una stufa a pellet non è semplicemente una stufa: è un sistema semi-automatizzato che combina tecnologia, efficienza e controllo elettronico, garantendo elevate performance energetiche con consumi contenuti.

 

  1. Vantaggi reali e criticità da conoscere

Parlare di stufe a pellet senza considerare pro e contro sarebbe poco onesto. Come ogni tecnologia, anche questa ha punti di forza ma anche limiti che è bene conoscere.

Sul fronte dei vantaggi, va sottolineata innanzitutto l’alta efficienza energetica: molte stufe raggiungono rendimenti superiori all’85%, un valore che supera nettamente quello dei camini tradizionali e persino di molte caldaie a gas obsolete. Inoltre, il pellet ha un potere calorifico elevato e una combustione molto pulita, con bassi residui di cenere.

Un altro punto a favore è la programmazione automatica. Grazie al cronotermostato integrato, è possibile impostare gli orari di accensione e spegnimento, i livelli di potenza e persino le fasce orarie preferite. Alcuni modelli avanzati possono essere controllati da remoto tramite app, offrendo flessibilità e comfort superiori.

Ma non tutto è oro. Le stufe a pellet, pur essendo molto convenienti nel medio-lungo periodo, richiedono un investimento iniziale non trascurabile, che può oscillare tra i 1.000 e i 4.000 euro a seconda della potenza e delle funzionalità. A questi costi si aggiungono l’installazione professionale e, se necessario, la realizzazione o l’adeguamento della canna fumaria.

C’è poi da considerare la manutenzione periodica, sia ordinaria (svuotamento del cassetto cenere, pulizia vetro e braciere) sia straordinaria (pulizia della canna fumaria almeno una volta l’anno da parte di un tecnico abilitato). Senza dimenticare che, in caso di blackout, la stufa smette di funzionare perché ha bisogno di elettricità per attivare i sistemi di ventilazione e alimentazione del pellet.

Infine, anche se il pellet è generalmente meno caro dei combustibili fossili, il suo prezzo è salito sensibilmente negli ultimi anni, in particolare a causa della guerra in Ucraina e della speculazione sul mercato energetico. Attualmente, nel 2025, il prezzo medio oscilla intorno a 6-7 euro per sacco da 15 kg, ma può variare molto a seconda della stagione e della regione.

 

  1. L’integrazione nella casa: spazi, potenza e canna fumaria

Una delle domande più frequenti riguarda l’adattabilità della stufa a pellet agli ambienti domestici. La risposta dipende da vari fattori, tra cui la metratura da riscaldare, la disposizione degli spazi, l’isolamento termico dell’edificio e la presenza o meno di una canna fumaria.

In media, una stufa a pellet con potenza termica compresa tra 6 e 12 kW è in grado di riscaldare superfici che vanno dai 60 ai 120 mq. Tuttavia, si tratta di una stima molto approssimativa. L’efficienza reale dipende anche dall’altezza dei soffitti, dall’esposizione solare, dalle dispersioni termiche e da eventuali ponti termici non corretti.

In ambienti molto grandi o su più piani, è preferibile optare per una stufa canalizzata, che permette di distribuire l’aria calda anche in altre stanze attraverso un sistema di tubazioni. In alternativa, si può considerare una caldaia a pellet, che può sostituire completamente la caldaia a gas e alimentare l’intero impianto di riscaldamento.

Uno degli aspetti più importanti – e talvolta più critici – è la canna fumaria. Contrariamente a quanto si pensi, è obbligatoria, anche se può essere più compatta e meno invasiva rispetto a quella richiesta per i camini a legna. Deve comunque rispettare la normativa UNI 10683, essere coibentata, a tenuta stagna, con sbocco sopra il colmo del tetto, e realizzata da un professionista abilitato.

Nei condomini, è fondamentale verificare la compatibilità con il regolamento condominiale e con le norme comunali in materia di emissioni e scarichi. In alcuni casi, è necessario ottenere autorizzazioni preventive o sottoporsi a limiti più severi.

Un ulteriore elemento da considerare è lo spazio per lo stoccaggio del pellet, che deve essere asciutto, ben ventilato e al riparo da fonti di umidità. Anche questo aspetto va valutato prima dell’acquisto, soprattutto in appartamenti di dimensioni ridotte.

 

  1. Normative, detrazioni e incentivi: cosa vale nel 2025

Nel corso degli anni, il settore delle stufe a pellet ha beneficiato di numerosi incentivi statali volti a favorire il passaggio a sistemi di riscaldamento più efficienti e meno inquinanti. Tuttavia, la normativa è cambiata più volte e occorre fare chiarezza su cosa sia ancora valido nel 2025.

Attualmente, sono due i principali strumenti di incentivo attivi:

  1. Conto Termico 2.0: si tratta di un contributo in denaro erogato dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) per la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento con stufe o caldaie a biomassa ad alte prestazioni. L’importo può coprire fino al 65% della spesa, con un tetto massimo che varia in base alla zona climatica e alla potenza della stufa.
  2. Bonus Ristrutturazioni: permette di detrarre il 50% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione della stufa, purché l’intervento rientri in un progetto più ampio di ristrutturazione edilizia. La detrazione avviene in 10 rate annuali.

Va precisato che il Superbonus 110% non è più accessibile per interventi legati a stufe a pellet, se non in rari casi in cui l’intervento fa parte di un progetto trainato con vincoli molto stringenti.

In ogni caso, per accedere agli incentivi è obbligatorio installare un prodotto certificato con classe di qualità ambientale pari ad almeno 4 stelle, secondo il DM 186/2017. Inoltre, è necessaria l’asseverazione di un tecnico abilitato che certifichi la conformità dell’impianto e il rispetto dei requisiti minimi.

Un ulteriore incentivo indiretto è rappresentato dalla classe energetica dell’edificio: l’installazione di una stufa a pellet può contribuire al miglioramento della classe (valutabile tramite APE), aumentando il valore dell’immobile e facilitando la compravendita o la locazione.

 

  1. Scelte consapevoli: quale modello scegliere e per chi è adatta

Arrivati a questo punto, sorge spontanea una domanda: la stufa a pellet è adatta a tutti? La risposta è no, ma è perfetta per molti. Proviamo a fare un ritratto del potenziale utilizzatore ideale.

È sicuramente una scelta vantaggiosa per chi:

  • vive in una zona climatica fredda e ha bisogno di un’integrazione al sistema di riscaldamento esistente;
  • dispone di uno spazio sufficiente per installare la stufa e stoccare il pellet;
  • desidera abbattere i costi energetici senza dipendere dai combustibili fossili;
  • è disposto a dedicare un minimo di tempo alla manutenzione ordinaria e al caricamento del pellet.

Esistono oggi in commercio diversi tipi di stufe a pellet, ciascuna con caratteristiche pensate per esigenze specifiche. Le principali sono:

  • Stufe ad aria: ideali per un singolo ambiente. Sono le più diffuse e meno costose.
  • Stufe canalizzate: permettono di riscaldare più stanze contemporaneamente.
  • Stufe idro: collegate all’impianto di termosifoni o al pavimento radiante, possono sostituire completamente la caldaia a gas.

La scelta va fatta con attenzione, tenendo conto della classe energetica dell’abitazione, dell’isolamento, della disponibilità economica e delle abitudini familiari.

Un aspetto spesso sottovalutato è l’estetica: le stufe a pellet moderne non sono più semplici scatole di metallo, ma veri e propri oggetti d’arredo, disponibili in finiture in ceramica, acciaio, vetro, pietra ollare, con linee classiche o ultra-minimaliste. Anche questo può fare la differenza, specialmente se l’ambiente è open space e la stufa è a vista.

 

Conclusione: una fiamma che guarda al futuro

La stufa a pellet rappresenta oggi una delle soluzioni più intelligenti, versatili ed ecologiche per riscaldare la casa, soprattutto in un contesto di instabilità energetica e transizione ecologica.

Non è una soluzione universale, ma per moltissime famiglie italiane può diventare il cuore caldo dell’abitazione, contribuendo al benessere quotidiano, al risparmio economico e alla sostenibilità ambientale.

L’importante è affrontare la scelta con consapevolezza, valutando tutti gli aspetti – tecnici, economici e pratici – e affidandosi a professionisti qualificati sia per la progettazione sia per l’installazione. Solo così si potrà davvero godere di tutti i vantaggi offerti da questa tecnologia che, pur basandosi sul fuoco, guarda decisamente al futuro.