Si Può Integrare Il Solare Termico Con Pompe Di Calore?

L’integrazione tra solare termico e pompe di calore è un tema sempre più discusso nel settore dell’energia, soprattutto in un contesto in cui la transizione energetica è diventata una priorità e le normative spingono verso la riduzione delle emissioni di CO₂. La domanda se sia possibile e conveniente abbinare queste due tecnologie non ha una risposta univoca: dipende dal contesto, dal tipo di impianto e dagli obiettivi che ci si pone. Tuttavia, con le giuste valutazioni progettuali e l’adozione di componenti compatibili, la combinazione può portare a un significativo aumento dell’efficienza energetica e a una riduzione dei costi operativi.

Per capire se e come integrare queste due tecnologie, è necessario partire dalle loro caratteristiche tecniche, dalle logiche di funzionamento e dalle sinergie che possono nascere. È altrettanto importante aggiornare il discorso alle condizioni di mercato e alle normative in vigore nel 2025, poiché molti schemi incentivanti e regole sono cambiati negli ultimi anni, influenzando la convenienza dell’investimento.

  1. Comprendere Le Due Tecnologie: Solare Termico E Pompe Di Calore

Il solare termico è una tecnologia che sfrutta l’energia solare per riscaldare un fluido termovettore, solitamente una miscela di acqua e antigelo, che poi cede calore a un accumulatore per la produzione di acqua calda sanitaria (ACS) e, in alcuni casi, per il supporto al riscaldamento ambientale. Si tratta di un sistema a basso impatto ambientale, capace di fornire calore gratuito quando il sole è disponibile. Tuttavia, la produzione è intermittente e dipende dalla radiazione solare, con massima resa nei mesi estivi e ridotta produzione in inverno, proprio quando il fabbisogno termico è più elevato.

La pompa di calore (PdC) è invece un generatore termico elettrico che trasferisce calore da una sorgente a bassa temperatura (aria, acqua o terreno) a un fluido di utilizzo a temperatura più alta, sfruttando un ciclo termodinamico inverso. Le PdC moderne, soprattutto quelle aria-acqua ad alta efficienza e le geotermiche, possono garantire ottime prestazioni anche a basse temperature esterne, con coefficienti di prestazione (COP) stagionali elevati. La loro versatilità le rende adatte sia al riscaldamento sia al raffrescamento, oltre che alla produzione di ACS.

Già da questa breve descrizione emerge un aspetto chiave: mentre il solare termico offre calore “gratis” ma solo quando c’è sole, la pompa di calore può lavorare tutto l’anno ma richiede energia elettrica. L’idea dell’integrazione è quindi quella di usare la fonte solare per alleggerire il lavoro della pompa di calore, riducendo i consumi elettrici e aumentando l’efficienza complessiva del sistema.

 

  1. Perché L’Integrazione Può Essere Conveniente

Negli impianti tradizionali, la pompa di calore lavora per riscaldare direttamente l’acqua dell’accumulo, partendo da temperature molto basse (in inverno, spesso intorno ai 10-15 °C). Questa fase richiede energia elettrica e abbassa il COP, perché la macchina deve compiere uno “scarto termico” maggiore. Se invece l’acqua viene pre-riscaldata dal solare termico, la pompa di calore parte da una temperatura più alta e lavora in condizioni più favorevoli, con COP migliorato.

In altre parole, la sinergia tra le due tecnologie sta nel fatto che il solare termico riduce il salto termico richiesto alla pompa di calore, portando a un minor consumo di energia elettrica. In estate, il solare termico può coprire quasi totalmente la richiesta di ACS, permettendo di spegnere la pompa di calore o di usarla solo per il raffrescamento degli ambienti. In inverno, anche un piccolo contributo solare può ridurre il tempo di funzionamento della PdC, con effetti positivi sulla bolletta e sulla durata della macchina.

Un altro vantaggio riguarda la ridondanza e la sicurezza dell’approvvigionamento. Se una delle due tecnologie si guasta, l’altra può sopperire temporaneamente, evitando interruzioni nella fornitura di calore o acqua calda.

Dal punto di vista ambientale, l’abbinamento contribuisce a ridurre il fattore di emissione dell’impianto complessivo, poiché la quota di energia prodotta dal sole è completamente rinnovabile e non comporta emissioni dirette.

 

  1. Configurazioni Impiantistiche Possibili

L’integrazione tra solare termico e pompa di calore può essere realizzata con diversi schemi idraulici, a seconda delle esigenze. Le configurazioni più diffuse si possono ricondurre a due macro-tipologie:

  1. Integrazione sullo stesso accumulo
    In questo caso, il solare termico e la pompa di calore lavorano entrambi su un unico serbatoio di accumulo, ma con scambiatori separati. Il solare fornisce calore alla parte bassa dell’accumulo, mentre la pompa di calore può intervenire nella parte alta per portare l’acqua alla temperatura di setpoint. È una soluzione semplice dal punto di vista impiantistico, ma richiede una gestione accurata della stratificazione termica.
  2. Pre-riscaldo solare
    Qui il solare termico scalda un primo serbatoio, da cui la pompa di calore preleva l’acqua già tiepida per portarla alla temperatura desiderata in un secondo accumulo. Questo schema consente di massimizzare il COP della PdC e ridurre le accensioni, ma richiede più spazio e un investimento iniziale maggiore.

Esistono poi configurazioni ibride più complesse, in cui il solare termico contribuisce non solo alla produzione di ACS ma anche al riscaldamento a bassa temperatura, soprattutto in impianti a pavimento radiante o con fan coil.

L’elemento cruciale è la regolazione intelligente. Nel 2025, i sistemi di gestione evoluti sono in grado di coordinare le due fonti in modo ottimale, evitando sprechi e massimizzando l’autoconsumo dell’energia solare. Molti sistemi utilizzano algoritmi predittivi che, sulla base delle previsioni meteo, decidono come modulare la pompa di calore per sfruttare al massimo il contributo solare.

 

  1. Aspetti Economici E Normativi Aggiornati

Fino a pochi anni fa, la valutazione economica di un impianto ibrido solare-PdC era fortemente influenzata da incentivi come il Conto Termico 2.0 e le detrazioni fiscali al 65%. Oggi, nel 2025, la situazione è cambiata. Il Superbonus 110% non è più attivo se non in casi limitati di interventi già avviati e ammessi a proroga. Rimangono però detrazioni fiscali per l’efficienza energetica, in percentuali variabili (50-65%), e un Conto Termico aggiornato che incentiva ancora il solare termico, specialmente per impianti con accumuli dimensionati correttamente e integrazione con altre fonti rinnovabili.

Dal punto di vista del costo, un impianto di solare termico domestico da 4-6 m² con accumulo da 300-500 litri ha un prezzo medio installato compreso tra 4.000 e 7.000 €, mentre una pompa di calore aria-acqua di buona qualità per una casa unifamiliare può costare tra 8.000 e 14.000 €, esclusi eventuali lavori sull’impianto di distribuzione. L’integrazione comporta un costo aggiuntivo per l’accumulo combinato o per i due serbatoi, per la regolazione e per la posa, che può andare da 1.500 a 3.000 €.

Dal punto di vista normativo, la Direttiva Europea EPBD e le norme nazionali sul rendimento energetico degli edifici spingono sempre più verso l’utilizzo combinato di più fonti rinnovabili, soprattutto nei nuovi edifici a energia quasi zero (nZEB). Nei calcoli di prestazione energetica, l’integrazione solare-PdC migliora l’indice globale e può facilitare il raggiungimento di classi energetiche elevate, come A4.

Un aspetto non trascurabile è l’autoconsumo. Se la pompa di calore è alimentata anche da un impianto fotovoltaico, l’energia elettrica necessaria può essere in gran parte autoprodotta. In questo scenario, l’uso del solare termico può sembrare ridondante, ma in realtà permette di liberare capacità fotovoltaica per altri usi (ad esempio elettrodomestici o mobilità elettrica), massimizzando il ritorno economico complessivo.

 

  1. Limiti, Criticità E Soluzioni Tecniche

L’integrazione non è priva di difficoltà. Una delle principali è la stagionalità del solare termico, che produce molto in estate e poco in inverno. Questo può portare a sovrapproduzione di calore nei mesi caldi, con rischio di stagnazione del fluido termovettore se non gestito correttamente. In tali casi, è importante dimensionare correttamente la superficie captante e adottare sistemi di dissipazione automatica o accumuli di grande capacità.

Dal lato della pompa di calore, la principale criticità è la gestione della temperatura di ingresso. Se l’acqua fornita dal solare è troppo calda, alcune PdC non possono lavorare in modalità ottimale, o addirittura si disattivano per protezione. È quindi fondamentale progettare il sistema di controllo in modo da garantire che la PdC riceva acqua a temperature compatibili con il suo ciclo.

Un altro elemento da considerare è lo spazio. L’abbinamento richiede uno o più serbatoi di accumulo, spesso di grandi dimensioni, che non sempre possono essere collocati facilmente in edifici esistenti. Anche la manutenzione richiede competenze specifiche, perché i due sistemi devono essere verificati e tarati insieme.

La soluzione a queste criticità passa per un progetto integrato curato da professionisti con esperienza sia nel solare termico che nelle pompe di calore. Le tecnologie odierne consentono di installare centraline di gestione climatica che dialogano con entrambi i sistemi, regolando priorità e temperature in modo dinamico. Alcuni produttori offrono addirittura kit di integrazione preassemblati, con idraulica e controlli già ottimizzati.

 

  1. Prospettive Future E Innovazioni

Guardando al futuro, l’integrazione tra solare termico e pompe di calore è destinata a diventare ancora più efficiente grazie a due driver tecnologici: la digitalizzazione e l’accumulo termico avanzato.

La digitalizzazione consente già oggi di ottimizzare la gestione tramite piattaforme IoT, che monitorano produzione, consumi e condizioni meteo, adattando il funzionamento in tempo reale. Con algoritmi di machine learning, il sistema può prevedere quanta energia solare sarà disponibile e decidere in anticipo se avviare o meno la pompa di calore, minimizzando i consumi elettrici.

Sul fronte dell’accumulo, si stanno diffondendo serbatoi a cambiamento di fase (PCM – Phase Change Materials), capaci di immagazzinare grandi quantità di calore in spazi ridotti, e sistemi di accumulo stagionale che potrebbero rendere il solare termico utile anche in inverno, trasferendo parte dell’energia raccolta nei mesi caldi.

Infine, c’è il tema della decarbonizzazione del mix elettrico. Più l’elettricità diventa rinnovabile, più l’impatto ambientale della pompa di calore si riduce. In questo scenario, il solare termico può essere visto come un alleato che riduce ulteriormente la domanda elettrica, rendendo possibile un sistema di climatizzazione quasi a impatto zero.

 

  1. Conclusioni

Integrare solare termico e pompa di calore è non solo possibile, ma spesso conveniente, soprattutto quando l’impianto è progettato in modo intelligente e su misura per le esigenze dell’utente. I benefici riguardano sia l’efficienza energetica che la sostenibilità ambientale, con riduzione delle bollette e miglioramento della classe energetica dell’edificio.

La scelta, tuttavia, deve essere ponderata: non esiste una configurazione “standard” che funzioni bene in ogni situazione. Occorre valutare attentamente clima, fabbisogno, spazi disponibili, budget e sinergia con altre fonti, come il fotovoltaico.

Con le tecnologie disponibili nel 2025, e con la spinta normativa verso edifici sempre più efficienti e rinnovabili, la combinazione tra solare termico e pompe di calore può rappresentare un investimento strategico per il futuro, capace di garantire comfort, risparmio e rispetto per l’ambiente.