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Introduzione: il legame tra involucro edilizio e prestazioni energetiche
Quando si parla di prestazioni energetiche degli edifici, l’attenzione si concentra spesso sugli impianti di riscaldamento o sugli elettrodomestici ad alta efficienza. In realtà, una parte fondamentale dell’efficienza energetica complessiva di un immobile è determinata dall’involucro edilizio, cioè dall’insieme delle superfici che separano l’ambiente interno da quello esterno: pareti, tetto, solai e finestre.
L’Attestato di Prestazione Energetica (APE) è il documento che sintetizza queste caratteristiche in una classe energetica, espressa in lettere dalla G (meno efficiente) alla A4 (più efficiente). Il calcolo si basa su consumi teorici standardizzati, valutando l’energia necessaria per garantire un comfort interno adeguato in condizioni climatiche convenzionali.
In questo contesto, il rifacimento della facciata e il rifacimento del tetto non sono semplici lavori estetici o manutentivi: rappresentano interventi potenzialmente in grado di ridurre le dispersioni termiche e migliorare sensibilmente la classe energetica dell’edificio.
Negli ultimi anni, l’evoluzione normativa e tecnica ha reso sempre più evidente che migliorare le superfici opache dell’involucro (pareti e coperture) può avere effetti tangibili sia sul comfort abitativo sia sull’APE. Tuttavia, il risultato dipende da vari fattori: materiali usati, spessori, tecniche di posa, ponti termici, orientamento dell’edificio, zona climatica di appartenenza e qualità complessiva dell’intervento.
In un periodo in cui il mercato immobiliare valorizza sempre di più gli immobili ad alta efficienza, conoscere l’impatto di questi interventi è diventato cruciale, non solo per i proprietari ma anche per tecnici, amministratori condominiali e potenziali acquirenti.
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La normativa attuale e il ruolo dell’APE
Dal 2015, con l’entrata in vigore del D.M. 26 giugno 2015 (“Requisiti minimi”), il quadro normativo italiano in materia di efficienza energetica ha subito un’evoluzione significativa, introducendo parametri più severi per gli interventi sull’involucro edilizio. L’APE, regolato oggi anche dalle disposizioni del D.Lgs. 192/2005 e successive modifiche, deve essere redatto secondo procedure standardizzate che tengono conto delle dispersioni attraverso la facciata e il tetto.
A differenza di quanto accadeva con il vecchio Attestato di Certificazione Energetica (ACE), l’APE attuale è più rigoroso e considera diversi indici di prestazione energetica:
- EPgl,nren (energia primaria non rinnovabile)
- EPgl,ren (energia primaria rinnovabile)
- Prestazioni termiche invernali ed estive
Quando si esegue un intervento come il cappotto termico sulla facciata o l’isolamento della copertura, i valori di trasmittanza termica (U) migliorano, riducendo il fabbisogno energetico teorico calcolato. Questo si traduce direttamente in un miglioramento della classe energetica riportata nell’APE.
Oggi la normativa impone che, in caso di ristrutturazione importante (cosiddetta ristrutturazione importante di primo livello o secondo livello), vengano rispettati precisi limiti di trasmittanza che variano a seconda della zona climatica (dalla A alla F). Questi valori, aggiornati periodicamente, si sono abbassati nel tempo, spingendo verso l’uso di isolanti più performanti e sistemi di posa accurati.
Da non dimenticare anche l’impatto fiscale: mentre in passato interventi di questo tipo potevano beneficiare di incentivi come il Superbonus 110% (oggi ridimensionato e in gran parte scaduto), oggi restano accessibili altri strumenti come l’Ecobonus al 50% o 65%, a patto di rispettare i valori di legge e ottenere l’APE ante e post intervento.
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Rifacimento della facciata: più di un restyling estetico
Il rifacimento della facciata, spesso percepito come un’operazione di manutenzione straordinaria a scopo estetico o conservativo, può diventare un intervento strategico per l’efficienza energetica. La chiave sta nell’approfittare dei lavori per integrare un sistema di isolamento termico che riduca le dispersioni.
Il cappotto termico esterno, per esempio, consiste nell’applicazione di pannelli isolanti (in EPS, lana minerale, fibra di legno, aerogel, ecc.) sull’intera superficie esterna delle pareti perimetrali, rivestiti da strati protettivi e finiture. Questa soluzione permette di ridurre drasticamente la trasmittanza, eliminare o attenuare i ponti termici e migliorare anche l’isolamento acustico.
L’effetto sull’APE è significativo: un edificio in classe E o F, dopo un isolamento ben realizzato, può guadagnare anche due o tre classi energetiche, soprattutto se l’intervento è accompagnato da altre migliorie (infissi ad alte prestazioni, isolamento del tetto, impianti efficienti).
Non va sottovalutata la differenza tra isolamento dall’esterno e dall’interno. Quest’ultimo, spesso adottato per vincoli architettonici o urbanistici, riduce comunque le dispersioni ma non sempre con lo stesso impatto sull’APE, a causa della gestione meno efficace dei ponti termici.
Oltre al miglioramento della classe energetica, il rifacimento della facciata con cappotto termico riduce i consumi di riscaldamento e raffrescamento, migliora la temperatura superficiale interna (evitando condense e muffe) e aumenta la durata dell’edificio, proteggendo le murature dagli sbalzi termici e dagli agenti atmosferici.
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Rifacimento del tetto: un intervento ad altissimo rendimento
Il tetto è la parte dell’edificio maggiormente esposta alla dispersione termica. Nelle abitazioni non isolate, può rappresentare fino al 25-30% delle perdite di calore totali. Rifare la copertura con criteri di efficienza energetica significa ridurre in maniera consistente i fabbisogni invernali e migliorare anche il comfort estivo.
L’isolamento del tetto può essere eseguito con diverse tecniche, a seconda che la copertura sia piana o inclinata:
- Isolamento sopra il solaio (tetti piani) con pannelli ad alta resistenza alla compressione.
- Isolamento sotto o tra le falde (tetti inclinati) con materiali come lana di roccia, fibra di legno o poliuretano.
- Tetti ventilati, che aggiungono una camera d’aria per migliorare il comfort estivo.
Un intervento ben progettato può abbassare notevolmente la trasmittanza della copertura fino a valori inferiori a 0,20 W/m²K in molte zone climatiche, contribuendo al salto di classe nell’APE.
Il rifacimento del tetto offre anche l’occasione per integrare impianti fotovoltaici o solare termico, riducendo ulteriormente il fabbisogno di energia primaria non rinnovabile e quindi migliorando l’indice EPgl,nren.
Dal punto di vista economico, i benefici si misurano in bollette più basse, maggiore valore di mercato e, in certi casi, accesso a incentivi fiscali. Dal punto di vista tecnico, il comfort abitativo migliora in ogni stagione, con una riduzione delle dispersioni invernali e una migliore protezione dal surriscaldamento estivo.
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L’impatto combinato: quando facciata e tetto lavorano insieme
Se il rifacimento della sola facciata o del solo tetto porta benefici notevoli, l’intervento combinato ha un effetto moltiplicatore. Isolare sia le pareti che la copertura significa agire sulle superfici opache principali dell’involucro, riducendo drasticamente il fabbisogno energetico globale.
Dal punto di vista dell’APE, ciò può determinare salti di classe anche molto consistenti: in certi casi, edifici in classe G possono raggiungere la classe C o B senza toccare gli impianti, a patto che le finestre siano già a buona efficienza o che vengano sostituite contestualmente.
Il principio alla base è semplice: ridurre le dispersioni significa richiedere meno energia per mantenere il comfort interno. Questo si riflette nei calcoli dell’EPgl, migliorando sia la componente invernale che quella estiva.
Inoltre, intervenire contemporaneamente su facciata e tetto permette di pianificare soluzioni integrate, ridurre costi di ponteggio e coordinare le stratigrafie isolanti per evitare discontinuità che potrebbero compromettere l’efficacia dell’intervento.
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Aspetti pratici e considerazioni economiche
Dal punto di vista economico, il miglioramento dell’APE tramite interventi sull’involucro è un investimento a medio-lungo termine. La spesa iniziale può essere rilevante, ma il ritorno arriva attraverso:
- Riduzione dei consumi energetici.
- Aumento del valore di mercato dell’immobile.
- Migliore appetibilità in caso di vendita o locazione.
Oggi, la sensibilità del mercato immobiliare verso la classe energetica è cresciuta: un immobile in classe A o B può valere sensibilmente di più di uno in classe F o G a parità di posizione e dimensioni.
Dal punto di vista normativo, alcune Regioni e Comuni stanno introducendo regolamenti edilizi più restrittivi e incentivi locali per chi riqualifica l’involucro, proprio per spingere gli interventi che migliorano l’APE.
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Conclusioni: un’azione strategica per efficienza e valore
Il rifacimento della facciata o del tetto non è solo un intervento di manutenzione, ma una vera e propria strategia di efficientamento energetico.
Dal punto di vista dell’APE, significa ridurre le dispersioni, abbassare i fabbisogni e migliorare la classe energetica, con benefici concreti in termini di comfort, risparmio e valore immobiliare.
La scelta dei materiali, delle tecniche e dei professionisti è determinante: un cappotto mal posato o un tetto non correttamente isolato possono vanificare l’investimento. Al contrario, un progetto ben fatto può garantire miglioramenti misurabili e duraturi.
In un contesto in cui l’efficienza energetica è sempre più al centro delle politiche ambientali e del mercato, considerare questi interventi come parte di una pianificazione strategica dell’edificio è un passo fondamentale, non solo per il singolo proprietario, ma per l’intera collettività.