Come Fare La Manutenzione Dei Pannelli Fotovoltaici

  1. La Manutenzione Ordinaria Dei Pannelli Fotovoltaici

La manutenzione ordinaria di un impianto fotovoltaico è un’attività fondamentale per garantirne l’efficienza, la sicurezza e la durata nel tempo. A differenza della manutenzione straordinaria, quella ordinaria è programmabile, non richiede la messa fuori servizio dell’impianto e si basa principalmente su ispezioni visive e verifiche elettriche.

Un primo passaggio consiste nell’ispezione visiva dei moduli fotovoltaici, mirata a identificare danni fisici, anomalie estetiche e segni di degrado. Occorre controllare:

  • L’integrità del vetro frontale (oppure dei supporti plastici nei moduli in film sottile), alla ricerca di incrinature o rotture;
  • La presenza di sporco sedimentato, che può ridurre significativamente l’irraggiamento solare incidente;
  • L’eventuale delaminazione dei materiali, infiltrazioni di umidità o scolorimenti sospetti;
  • Il danneggiamento dell’isolamento interno, che potrebbe generare scariche parziali o perdita di isolamento.

Un altro controllo importante riguarda la cassetta di terminazione dei pannelli, dove si trovano i collegamenti elettrici. In questa fase si valuta:

  • Lo stato dei contatti elettrici delle polarità positiva e negativa;
  • La presenza di umidità o condensa interna;
  • L’integrità meccanica dei passacavi e della siliconatura;
  • Lo stato dei diodi di by-pass, essenziali per proteggere le celle in caso di ombreggiamento parziale.

Infine, la manutenzione ordinaria prevede il controllo delle grandezze elettriche: per ciascuna stringa è utile verificare la tensione a vuoto (Voc) e la corrente in esercizio, per confrontarle con i valori attesi. Differenze significative tra le stringhe indicano malfunzionamenti localizzati (moduli guasti, cavi interrotti, connettori allentati, etc.).

Queste operazioni, se svolte con regolarità (una o due volte l’anno per impianti domestici, fino a quattro volte l’anno per impianti industriali), contribuiscono a mantenere elevata la resa energetica dell’impianto e a prevenire guasti più gravi.

 

  1. Controllo Di Una Stringa Di Pannelli Fotovoltaici Dalla Curva V-I

Il monitoraggio delle prestazioni elettriche delle stringhe fotovoltaiche non può prescindere dall’analisi della loro curva caratteristica tensione-corrente (V-I). Si tratta di uno strumento diagnostico prezioso per valutare in modo dettagliato lo stato di funzionamento dei moduli.

La curva V-I rappresenta il comportamento elettrico della stringa in funzione del carico: all’aumentare della tensione ai capi della stringa, la corrente fornita decresce fino ad annullarsi, determinando un punto di massima potenza (MPP, Maximum Power Point).

Qualsiasi anomalia nei moduli che compongono la stringa si riflette direttamente sulla curva. Alcuni esempi pratici:

  • Un modulo in corto circuito riduce la tensione di picco (Vmp), abbassando l’efficienza;
  • Un collegamento allentato provoca un’interruzione intermittente che può simulare una perdita di potenza;
  • Un diodo by-pass danneggiato altera la curva rendendola irregolare o asimmetrica;
  • Un’ombreggiatura parziale su un modulo causa una distorsione visibile nella curva, tipicamente a gradini.

Per effettuare un’analisi corretta, si confrontano le curve V-I di tutte le stringhe, in condizioni di irraggiamento costante. I moderni strumenti di misura portatili (curve tracer) consentono di tracciare la curva in pochi secondi per ciascuna stringa.

Come riferimento, si consideri che in un modulo da 72 celle in serie, con una tensione tipica di 0,6 V per cella, si ottiene una tensione a circuito aperto (Voc) attorno a 43-45 V. Collegando 10 moduli in serie, la stringa raggiunge circa 440 V. Se si rilevano tensioni significativamente inferiori, potrebbe esserci un’interruzione, una cella danneggiata o un problema di contatto.

 

  1. Come Fare La Pulizia Dei Pannelli Fotovoltaici Sporchi

Contrariamente alla convinzione comune, i pannelli fotovoltaici non sono completamente esenti da manutenzione: la sporcizia depositata sulla superficie dei moduli incide negativamente sulla produzione elettrica, specialmente in ambienti con clima secco, presenza di polveri industriali, sabbia o residui agricoli.

Studi empirici hanno dimostrato che la sola polvere può ridurre la resa del pannello fino al 5% in pochi mesi, con punte superiori al 20% in aree aride o trafficate. Nei casi più gravi (es. pannelli montati in orizzontale su tetti piani), si può arrivare a perdite di oltre il 30%.

La pulizia ordinaria si effettua in genere una o due volte l’anno, preferibilmente:

  • La mattina presto o nel tardo pomeriggio, per evitare shock termici al vetro;
  • Con acqua dolce a temperatura ambiente e strumenti non abrasivi;
  • Senza detergenti, che possono lasciare aloni o danneggiare i rivestimenti anti-riflesso;
  • In caso di sporco persistente, si può usare una spugna morbida o un getto d’acqua a bassa pressione.

L’uso di acqua calda può essere utile in presenza di escrementi di volatili o resine, ma va evitato su pannelli caldi. In inverno, in caso di neve, si raccomanda la rimozione con spazzole a setole morbide, evitando attrezzi metallici che possano graffiare la superficie.

Esistono anche sistemi di lavaggio automatico o semiautomatico con bracci rotanti, adatti per impianti di grandi dimensioni. In alternativa, alcune aziende offrono servizi di pulizia professionale, con acqua demineralizzata e strumenti telescopici, per impianti su tetti inclinati o difficili da raggiungere.

La pioggia può aiutare a rimuovere lo sporco, ma non è sufficiente a garantire una pulizia efficace: si limita a lavare via la polvere superficiale, lasciando comunque residui e depositi che si accumulano nel tempo.

 

  1. Il Contratto Di Manutenzione Ideale Per Il Fotovoltaico

Un impianto fotovoltaico ben mantenuto è sinonimo di efficienza, sicurezza e continuità di produzione. Per chi non può occuparsi direttamente della manutenzione, stipulare un contratto di manutenzione programmata rappresenta una scelta sensata, che tutela l’investimento nel lungo periodo.

Un contratto di manutenzione completo può includere diversi servizi, tra cui:

  1. Verifiche periodiche (da 1 a 4 all’anno) in funzione della potenza dell’impianto, per controllare i moduli, le connessioni, gli inverter, i quadri di campo e le protezioni;
  2. Monitoraggio remoto continuo, con invio di allarmi in tempo reale in caso di calo anomalo della produzione;
  3. Analisi delle prestazioni con confronto tra produzione reale e stimata, per individuare eventuali perdite di rendimento dovute a guasti o inefficienze;
  4. Interventi straordinari in tempi rapidi, inclusa la sostituzione di componenti guasti o la riparazione di cavi danneggiati;
  5. Gestione degli adempimenti amministrativi, come la comunicazione annuale al GSE per il mantenimento degli incentivi (ove ancora presenti) o la trasmissione dei dati di produzione all’ARERA;
  6. Polizza assicurativa “all risks”, che copre eventi atmosferici, atti vandalici, furti e danni da mancata produzione.

Il costo di un contratto di manutenzione ordinaria per impianti residenziali (3-6 kW) può variare da 100 a 300 euro l’anno, mentre per impianti commerciali o industriali può salire fino a 10-20 €/kWp/anno, a seconda del livello di servizio richiesto.

Affidarsi a operatori qualificati (certificati CEI 0-21 e 0-16) garantisce anche l’esecuzione dei controlli secondo le normative vigenti, come il CEI EN 62446-1 per la verifica della sicurezza elettrica degli impianti.

 

  1. Manutenzione Minima Dei Moduli Fotovoltaici: Il Controllo Visivo

Anche in assenza di strumentazione avanzata, il controllo visivo dei moduli fotovoltaici consente di prevenire molti problemi e guasti latenti. Durante un’ispezione visiva ordinaria, è importante osservare con attenzione i seguenti aspetti:

  • Discolorazioni, opacizzazioni o macchie sulla superficie del vetro, che possono indicare fenomeni di PID (Potential Induced Degradation) o hot-spot;
  • Fratture, delaminazioni o bolle visibili all’interno del modulo, che segnalano problemi strutturali o infiltrazioni d’acqua;
  • Cavi elettrici lenti, spellati o danneggiati, soprattutto in corrispondenza delle curve o nei punti di passaggio tra pannelli e struttura;
  • Presenza di nidi di insetti, escrementi di uccelli o vegetazione rampicante, che possono ombreggiare i moduli e ridurre la produzione;
  • Bulloneria e fissaggi allentati, che possono causare vibrazioni o spostamenti anomali della struttura;
  • Stato dei materiali di sigillatura e impermeabilizzazione attorno agli ancoraggi al tetto, per evitare infiltrazioni d’acqua e danni alla copertura.

Se si rilevano anomalie nei cablaggi, è opportuno intervenire subito con la sostituzione dei cavi compromessi. I contatti ossidati devono essere puliti o sostituiti, mentre le scatole di giunzione possono essere sigillate nuovamente con silicone specifico.

Infine, è buona prassi rimuovere eventuali ombreggiamenti dovuti a vegetazione in crescita o a oggetti mobili (antenne, parabole, ecc.) che non erano presenti al momento dell’installazione.

Un registro di manutenzione, dove annotare ogni intervento effettuato e ogni anomalia riscontrata, rappresenta uno strumento utile sia per la gestione dell’impianto che per eventuali controlli tecnici o assicurativi.