Quanto Riscalda Una Stufa A Legna Non Ventilata?

  1. Il Comfort Offerto Dalle Varie Stufe A Legna

Le stufe a legna rappresentano una delle soluzioni più antiche e affascinanti per il riscaldamento domestico. Ancora oggi, in molte abitazioni, vengono scelte per il loro valore estetico, il profumo tipico della legna, la sensazione di calore naturale che offrono. Tuttavia, quando si sceglie una stufa a legna non ventilata – cioè priva di sistemi meccanici di distribuzione del calore – è importante conoscere bene come funziona la trasmissione del calore e in quali condizioni offre un comfort adeguato.

Calore per irraggiamento e convezione

Le stufe a legna riscaldano l’ambiente in due modi principali:

  • Per irraggiamento, ovvero mediante onde elettromagnetiche che scaldano direttamente le superfici dei corpi solidi, proprio come fa il sole;
  • Per convezione naturale, cioè tramite il riscaldamento dell’aria circostante, che tende a salire, creando circolazione d’aria calda nei locali.

Il bilanciamento fra questi due meccanismi dipende da:

  • Materiali con cui è costruita la stufa;
  • Forma della stufa e superficie radiante;
  • Temperatura di esercizio.

Le stufe in ghisa o acciaio tendono a irradiare rapidamente e in maniera intensa, ma si raffreddano anche più velocemente; al contrario, le stufe in maiolica, in pietra ollare o in muratura rilasciano il calore più lentamente, ma lo mantengono più a lungo, creando un comfort più stabile.

Comfort localizzato

Una stufa a legna non ventilata è ideale per riscaldare un singolo ambiente in modo efficace e diretto. Tuttavia, in una casa con più stanze, la trasmissione del calore agli altri locali avviene solo per effetto di convezione lenta, attraverso le porte aperte o grazie a particolari aperture. In alternativa, si può:

  • Prevedere un sistema di canalizzazione;
  • Collegare la stufa a un sistema idraulico con termoconvettori;
  • Affiancare alla stufa una ventilazione forzata, se predisposta.

Se si desidera scaldare uniformemente una casa su più livelli, senza integrazione impiantistica, una stufa non ventilata potrebbe non essere sufficiente, a meno che non si tratti di edifici ben coibentati e di piccole dimensioni.

 

  1. Quanto È La Resa Termica Di Una Stufa Vecchia O Nuova

Uno dei principali motivi per cui molte persone oggi sostituiscono la vecchia stufa a legna con un modello moderno è la scarsa efficienza energetica delle apparecchiature tradizionali. Le vecchie stufe, pur avendo il pregio di una lunga durata e di materiali resistenti, disperdono molta energia, sia attraverso i fumi che per irradiazione non controllata.

Le vecchie stufe: funzionamento e limiti

Le stufe in ghisa degli anni ’60-’80, molto diffuse in ambito rurale e montano, sono di tipo a combustione semplice. Ciò significa che:

  • La legna brucia in una camera aperta collegata direttamente alla canna fumaria;
  • Il controllo dell’aria comburente è rudimentale;
  • Gran parte dei gas combusti (ancora ricchi di energia) viene dispersa nei fumi.

Questo si traduce in un rendimento medio attorno al 55-60%, il che significa che oltre un terzo del potenziale energetico della legna viene perso. Inoltre, queste stufe emettono un’alta quantità di particolato e ossidi di azoto, rendendole non conformi alle moderne normative ambientali.

Le nuove stufe: efficienza e sostenibilità

I modelli attuali, soprattutto quelli certificati secondo la norma EN 13240, sono progettati con camere di combustione più efficienti, vetri ceramici per l’osservazione della fiamma e sistemi di combustione secondaria. Questo significa che, oltre alla fiamma principale, vengono innescati processi che bruciano anche i gas combustibili residui, aumentando la resa termica e riducendo l’inquinamento.

Le moderne stufe a legna:

  • Possono raggiungere rendimenti superiori all’80%;
  • Producono meno CO e PM10;
  • Rientrano nella classificazione ambientale a 3, 4 o 5 stelle, secondo il D.M. 186/2017.

Questo le rende idonee per accedere ai contributi del Conto Termico 2.0, se vanno a sostituire impianti obsoleti.

Acciaio vs ghisa: una questione di inerzia

Le stufe in acciaio hanno il vantaggio di entrare rapidamente in temperatura, ma raffreddano più in fretta una volta spente. Sono ideali per chi desidera riscaldamenti rapidi e dinamici. Le stufe in ghisa o con rivestimento in maiolica, invece, sono perfette per chi cerca un comfort termico prolungato.

 

  1. Sistemi Di Riscaldamento A Convezione O Ad Irraggiamento

Una volta compresa la modalità di funzionamento di una stufa, è utile approfondire le differenze tra riscaldamento per convezione e per irraggiamento, perché queste modalità influiscono direttamente sulla sensazione di benessere termico e sull’efficienza globale del sistema.

Riscaldamento a convezione

Il calore viene trasmesso attraverso l’aria: la stufa riscalda l’aria circostante, che diventa più leggera e sale, generando un lento movimento circolatorio.

Pro:

  • Diffusione del calore anche in ambienti vicini;
  • Possibilità di uniformare la temperatura tramite ventilazione.

Contro:

  • L’aria calda si stratifica in alto, lasciando il pavimento più freddo;
  • Può sollevare polvere, fastidiosa per chi soffre di allergie;
  • Maggiore dispersione termica se l’edificio è poco isolato.

Riscaldamento a irraggiamento

Il calore viene trasmesso sotto forma di onde infrarosse che riscaldano direttamente i corpi solidi, le pareti, le persone.

Pro:

  • Sensazione di calore avvolgente e naturale;
  • Maggiore efficienza percepita a parità di temperatura reale;
  • Ideale per locali alti o con scarso isolamento.

Contro:

  • Localizzato: riscalda bene solo la zona davanti alla stufa;
  • Difficoltà nel riscaldare ambienti adiacenti.

La scelta dipende dall’uso

Una stufa a legna non ventilata agisce prevalentemente per irraggiamento se realizzata con materiali come ghisa o pietra ollare, ma può contribuire alla convezione se l’aria ha modo di circolare. Per massimizzare il comfort, conviene combinare le due modalità o, almeno, comprendere bene le esigenze della casa prima dell’installazione.

 

  1. Quanto Deve Scaldare Una Stufa A Legna Nel Proprio Caso

Quando si valuta l’acquisto di una stufa, la scelta della potenza nominale è fondamentale. Una stufa sottodimensionata riscalderà male, mentre una sovradimensionata sarà costretta a lavorare a basso regime, generando inefficienze e inquinamento.

Calcolo della potenza necessaria

La stima può essere fatta con una formula semplice:

Quindi, la potenza nominale della stufa dovrebbe essere di almeno 11–12 kW per garantire un riscaldamento efficace.

Fattori di correzione

Questa stima può variare in base a:

  • Isolamento termico dell’edificio (in case in classe A bastano anche 20 kcal/mc);
  • Zona climatica (a Trento serve più potenza che a Palermo);
  • Tipologia di uso (riscaldamento continuo o solo serale?);
  • Numero di locali e loro disposizione.

Conviene sempre affidarsi a un termoidraulico esperto per un calcolo dettagliato, soprattutto se si integra la stufa con altri sistemi (come impianti radianti o ACS).

 

  1. I Kit Di Ventilazione E Canalizzazione Aria Per Le Stufe

Anche le stufe a legna non ventilate possono essere ottimizzate per migliorare la distribuzione del calore negli ambienti adiacenti. Questo è possibile con l’adozione di kit di ventilazione e canalizzazione, spesso disponibili come accessori opzionali.

Ventilatori integrabili

Alcuni modelli di stufa sono predisposti per ventole di ventilazione che aiutano la distribuzione dell’aria calda. Una ventola da appena 10 W può muovere circa 100 mc/h d’aria, contribuendo a rendere più uniforme la temperatura anche in locali distanti.

Sistemi di canalizzazione

È possibile installare dei tubi flessibili coibentati che trasportano l’aria calda dalla stufa verso:

  • Bagni;
  • Camere adiacenti;
  • Mansarde o taverne.

Il calore può essere spinto con ventilatori oppure distribuito per convezione naturale, se le canalizzazioni hanno pendenze favorevoli.

Attenzione al comfort acustico

Molti ventilatori economici possono risultare rumorosi, specie in ambienti silenziosi come le camere da letto. In questi casi, conviene:

  • Verificare i decibel dichiarati dal produttore;
  • Utilizzare ventole a bassa tensione o brushless;
  • Isolare acusticamente i canali.

Fai-da-te e sistemi evoluti

Per chi ama il fai-da-te, è possibile realizzare scambiatori d’aria forzati (radiatori artigianali) da applicare sopra la stufa, aumentando così la superficie di scambio. Esistono anche kit digitali con termostati ambiente e controllo automatico dei flussi d’aria, che trasformano la stufa in un impianto quasi centralizzato.

 

Conclusioni

Le stufe a legna non ventilate rappresentano ancora oggi una scelta valida per chi desidera un riscaldamento naturale, economico e affascinante, soprattutto in abitazioni di dimensioni contenute o ben isolate. La loro efficacia dipende da scelta accurata del modello, dimensionamento corretto e caratteristiche costruttive dell’edificio.

Grazie all’evoluzione tecnologica, anche una stufa semplice può essere resa più efficiente con kit di ventilazione, serbatoi di accumulo, sistemi canalizzati, garantendo comfort, risparmio e rispetto dell’ambiente. In un periodo storico in cui la sostenibilità è al centro delle scelte energetiche, una stufa a legna moderna, ben installata e ben utilizzata, può contribuire in modo significativo al fabbisogno termico domestico.