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Introduzione Alla Classe Energetica E Al Suo Significato
La classe energetica di un edificio è un indicatore fondamentale che permette di comprenderne il livello di efficienza energetica, ovvero la quantità di energia necessaria per garantire il comfort abitativo in termini di riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria, ventilazione e, in alcuni casi, illuminazione. È un’informazione ormai indispensabile non solo per chi acquista o vende casa, ma anche per chi desidera ristrutturare, riqualificare o semplicemente gestire meglio i propri consumi.
L’Attestato di Prestazione Energetica (APE) è il documento che racchiude questa valutazione e assegna una classe energetica all’immobile su una scala che attualmente va da G (la meno efficiente) fino ad A4 (la più efficiente). Ma come si arriva a questa classificazione? Quali sono i parametri tecnici che influiscono sul risultato finale?
Capire il significato e l’importanza di sigle come U, H, E, EP, EPgl, EPgl,nren e EPgl,ren, oltre a concetti come trasmittanza, involucro edilizio, apporti solari, tenuta all’aria, è indispensabile per orientarsi con consapevolezza nel mondo dell’efficienza energetica. Molto più di un semplice punteggio, la classe energetica è infatti il risultato di una valutazione approfondita che coinvolge numerosi aspetti dell’edificio, del clima, delle tecnologie impiegate e del comportamento degli occupanti.
In questo articolo analizzeremo in dettaglio tutti i principali parametri tecnici che influenzano la determinazione della classe energetica, spiegando il loro significato, il ruolo che ricoprono nel bilancio energetico di un edificio, e in che modo possono essere migliorati o corretti per raggiungere una classe superiore.
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Il Coefficiente Di Trasmittanza Termica (U): La Qualità Dell’Involucro
Uno dei primi e più importanti parametri che influisce sulla classe energetica è il coefficiente di trasmittanza termica, indicato con la lettera U. Si tratta di un valore espresso in W/m²K (watt su metro quadrato per grado Kelvin) che misura la capacità di un elemento edilizio di disperdere calore verso l’esterno. Più il valore U è basso, migliore è l’isolamento termico offerto dal materiale o dalla stratigrafia che compone la parete, il tetto o il pavimento.
Ogni superficie disperdente dell’edificio – che sia un muro, una finestra, una copertura o una soletta – ha un proprio valore di trasmittanza, e il calcolo finale tiene conto della superficie complessiva e delle caratteristiche specifiche dei materiali utilizzati. Le finestre, ad esempio, giocano un ruolo critico: una vetrata con un alto valore U può compromettere l’efficienza energetica di un’intera facciata, anche se le pareti opache sono ben coibentate.
Interventi di riqualificazione energetica come l’applicazione di un cappotto termico, la sostituzione degli infissi, la posa di pannelli isolanti sul tetto, o la realizzazione di vespaio aerato isolato, sono tutti orientati a ridurre la trasmittanza termica dei vari componenti edilizi. Il miglioramento del valore U ha un impatto diretto e immediato sull’EPgl, il parametro che più di tutti determina la classe energetica, come vedremo tra poco.
Oltre al valore U, si considera anche la continuità dell’isolamento, ovvero la presenza o meno di ponti termici, zone critiche dove il calore tende a fuoriuscire più velocemente, spesso in corrispondenza di pilastri, travi, serramenti o balconi. Anche i ponti termici influenzano il comportamento termico dell’involucro e, di conseguenza, la classe energetica dell’edificio.
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Il Fattore Di Dispersione (H): Il Clima E La Superficie Disperdente
Un altro parametro essenziale è il fattore di dispersione globale, indicato con la lettera H, che descrive in modo sintetico la propensione dell’edificio a perdere calore attraverso l’involucro. Questo valore tiene conto non solo della qualità dei materiali (tramite il valore U), ma anche della forma dell’edificio, della superficie esposta all’esterno, e della climatologia locale.
Infatti, un edificio con la stessa coibentazione può avere prestazioni molto diverse a seconda di dove si trova: un’abitazione in zona climatica E, come Milano, ha esigenze completamente diverse rispetto a una in zona climatica B, come Palermo. Il valore H viene quindi calcolato in relazione al fabbisogno termico per il riscaldamento invernale, ed è fortemente influenzato dal rapporto tra superficie disperdente e volume riscaldato (S/V).
Più il rapporto S/V è alto, maggiore sarà la tendenza alla dispersione di calore. È per questo che case isolate o ville unifamiliari hanno più difficoltà a raggiungere alte classi energetiche rispetto agli appartamenti centrali in edifici condominiali, i quali godono di una protezione termica passiva grazie alla presenza di altri ambienti riscaldati adiacenti.
Il valore H viene considerato nella determinazione del fabbisogno energetico utile, ed è alla base di una valutazione più ampia del comportamento termico dell’edificio in funzione delle sue caratteristiche geometriche, della distribuzione degli ambienti, dell’orientamento e dell’esposizione ai raggi solari. La progettazione bioclimatica, che sfrutta gli apporti naturali di calore e luce, nasce proprio dall’ottimizzazione del parametro H.
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L’Energia Primaria (EP): Il Cuore Del Sistema Di Classificazione
Il parametro più rilevante in assoluto per determinare la classe energetica di un edificio è l’EP, ovvero l’Energia Primaria. Questo valore rappresenta il consumo di energia necessario per garantire il comfort abitativo, tenendo conto di tutti i sistemi presenti nell’edificio (riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria, ventilazione meccanica, illuminazione). È espresso in kWh/m²anno, cioè in chilowattora per metro quadrato per anno.
L’EP può essere suddiviso in due componenti fondamentali:
- EPgl,ren: energia primaria rinnovabile (cioè prodotta da fonti come il sole, il vento, le biomasse).
- EPgl,nren: energia primaria non rinnovabile (cioè prodotta da fonti fossili come gas, carbone, petrolio).
La classe energetica viene assegnata in base al valore di EPgl,nren, secondo le soglie stabilite dal Decreto Requisiti Minimi e dalle normative regionali o nazionali aggiornate. Ad esempio, per rientrare nella classe A4, un edificio deve avere un valore bassissimo di energia primaria non rinnovabile, e al tempo stesso deve essere in grado di soddisfare buona parte dei propri fabbisogni tramite fonti rinnovabili.
L’EP è quindi il risultato di un bilancio energetico molto complesso, che considera quanto l’edificio consuma e come viene prodotto ciò che consuma. Il ricorso a impianti efficienti e a tecnologie rinnovabili (come i pannelli solari fotovoltaici, i sistemi solari termici, le pompe di calore ad alta efficienza, i sistemi di ventilazione con recupero di calore) è fondamentale per ridurre il valore di EPgl,nren e salire di classe.
Da notare che il parametro EP è sempre normalizzato per metro quadro, quindi due edifici di dimensioni diverse possono avere la stessa classe se il rapporto tra consumi e superficie utile è simile. Tuttavia, edifici grandi mal progettati possono comunque essere penalizzati se presentano squilibri impiantistici o errori di distribuzione degli spazi.
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Gli Apporti Gratuiti (Sole, Interni, Elettrodomestici)
Un elemento spesso sottovalutato ma cruciale nella determinazione del fabbisogno energetico è rappresentato dagli apporti gratuiti, cioè tutte quelle fonti di calore che non richiedono energia esterna per essere prodotte. Rientrano in questa categoria il calore del sole, il calore emesso dalle persone, dagli elettrodomestici, e persino dalle lampadine.
Nella stagione invernale, questi apporti contribuiscono a ridurre il fabbisogno di riscaldamento, mentre in estate possono diventare un problema se non ben gestiti, aumentando il bisogno di raffrescamento. Il bilancio energetico tiene conto di entrambi gli aspetti.
L’apporto solare è quello più rilevante: grazie a vetrate esposte a sud, serramenti con vetri selettivi, tende oscuranti regolabili, logge solari, un edificio può sfruttare passivamente l’energia solare e migliorare notevolmente la propria efficienza energetica. Anche l’orientamento, la profondità dei balconi, l’ombreggiamento naturale o artificiale incidono sul bilancio energetico e, di conseguenza, sulla classe energetica.
In fase di certificazione energetica, i software tecnici tengono conto di questi apporti, li quantificano in kWh/m²anno, e li sottraggono dal fabbisogno complessivo. Questo può fare la differenza tra una classe e l’altra, soprattutto per edifici di nuova costruzione o ristrutturati secondo i principi della bioedilizia.
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I Sistemi Impiantistici E La Loro Efficienza
Un altro fattore determinante è l’efficienza degli impianti installati nell’edificio. Il rendimento degli impianti di riscaldamento, la tipologia di generatore utilizzato, l’efficienza del sistema di produzione dell’acqua calda sanitaria, il tipo di distribuzione interna (ventilconvettori, radiatori, pannelli radianti), la regolazione climatica, e la presenza o meno di sistemi intelligenti di gestione energetica hanno un impatto profondo sul valore di EP.
Ad esempio, un impianto alimentato da caldaia a condensazione ha una resa nettamente superiore rispetto a una caldaia tradizionale. Le pompe di calore ad alta efficienza, soprattutto se geotermiche o aria-acqua, permettono di ridurre drasticamente l’utilizzo di fonti non rinnovabili. I sistemi ibridi, che combinano più fonti, migliorano l’efficienza globale.
Anche il sistema di ventilazione incide notevolmente: una ventilazione meccanica controllata con recupero di calore consente di mantenere il comfort e la qualità dell’aria senza disperdere calore, contribuendo così a migliorare la classe energetica.
Non da ultimo, la regolazione e contabilizzazione individuale, attraverso valvole termostatiche, cronotermostati o domotica, aiuta a limitare i consumi inutili e ottimizzare il comportamento dell’impianto in base alle reali esigenze degli utenti.
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La Tenuta All’Aria E La Qualità Costruttiva
Un aspetto spesso trascurato ma sempre più importante nelle valutazioni energetiche è la tenuta all’aria dell’edificio. Questo parametro misura quanto l’involucro è ermetico, ovvero quanto riesce a impedire infiltrazioni d’aria non controllate che compromettono il comfort e aumentano i consumi.
Una scarsa tenuta all’aria provoca spifferi, disagio termico, perdite di calore e umidità. Inoltre, obbliga l’impianto di riscaldamento o raffrescamento a lavorare di più per compensare queste dispersioni. Le prove di blower door test, ormai richieste nei protocolli di certificazione avanzata (come CasaClima o Passivhaus), servono proprio a quantificare questa caratteristica.
Un edificio ben costruito, senza fessure o infiltrazioni, dotato di barriera al vapore, nastri sigillanti, e giunzioni correttamente realizzate, è in grado di ridurre sensibilmente i propri consumi. Anche la posa in opera degli infissi gioca un ruolo centrale: infissi di alta qualità installati male sono peggio di infissi medi installati bene.
Il miglioramento della tenuta all’aria può non riflettersi direttamente nel valore di EP, ma ha un effetto molto significativo sulla percezione del comfort e sulla qualità costruttiva dell’edificio, parametri che influiscono in maniera indiretta anche sulla classe energetica, specialmente nei casi limite.
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Conclusione: Un’Interazione Complessa Tra Molti Fattori
Come abbiamo visto, la classe energetica di un edificio non dipende da un singolo elemento, ma è il risultato di una complessa interazione tra parametri fisici, caratteristiche climatiche, scelte impiantistiche, comportamenti degli utenti, progettazione architettonica e qualità costruttiva. Ogni valore tecnico – dalla trasmittanza U all’energia primaria EP, dal fattore H agli apporti gratuiti – rappresenta un pezzo del puzzle energetico.
Migliorare la classe energetica non significa solo installare un pannello fotovoltaico o cambiare la caldaia, ma ripensare l’edificio nella sua totalità, valutando interventi mirati ma coerenti, e affidandosi a professionisti qualificati in grado di leggere correttamente tutti questi parametri.
In un contesto in cui la normativa europea spinge sempre di più verso edifici a energia quasi zero (NZEB), e in cui il mercato immobiliare valorizza sempre più gli immobili efficienti, conoscere questi parametri non è più un dettaglio tecnico per pochi addetti ai lavori, ma una necessità per chiunque voglia costruire, ristrutturare o semplicemente vivere in una casa confortevole, economica e sostenibile.