Qual È La Temperatura Ideale Di Mandata Per Una Caldaia A Condensazione?

  1. Capire il Principio di Funzionamento della Caldaia a Condensazione

Per comprendere quale sia la temperatura ideale di mandata di una caldaia a condensazione, è fondamentale partire dal principio base di funzionamento di questo tipo di generatore termico. Una caldaia a condensazione è progettata per recuperare una parte del calore che, nelle caldaie tradizionali, andrebbe disperso nei fumi di scarico. Questo è possibile grazie al fenomeno della condensazione, cioè alla capacità dell’apparecchio di raffreddare i gas combusti fino al punto di rugiada, così da condensare il vapore acqueo in essi contenuto e recuperare il calore latente.

Perché ciò avvenga in modo efficace, è necessario che l’acqua di ritorno dell’impianto – quella che ritorna ai generatori dopo aver ceduto calore ai corpi scaldanti – sia sufficientemente fredda. Più bassa è la temperatura dell’acqua di ritorno, maggiore sarà la quantità di calore che la caldaia potrà sottrarre ai fumi, attivando appunto il processo di condensazione.

Questo aspetto cambia radicalmente l’approccio alla regolazione delle temperature in un impianto di riscaldamento. Mentre le caldaie tradizionali funzionavano in modo più efficiente a temperature elevate – tipicamente 70-80 °C – una caldaia a condensazione mostra la sua efficienza massima quando lavora a bassa temperatura, ovvero quando la mandata si aggira intorno ai 45-50 °C, con ritorni ancora più freddi, idealmente sotto i 40 °C.

Quindi, per sfruttare al meglio le prestazioni e il risparmio promesso da una caldaia a condensazione, è fondamentale regolare in modo intelligente la temperatura di mandata. Tuttavia, la scelta non è univoca e dipende da diversi fattori, che analizzeremo nelle sezioni seguenti.

 

  1. Il Concetto di Temperatura di Mandata e la Sua Influenza sull’Efficienza

La temperatura di mandata rappresenta la temperatura dell’acqua calda che la caldaia invia all’impianto di riscaldamento. Come detto, una caldaia a condensazione funziona in maniera ottimale quando può far condensare i fumi. Per questo motivo, l’efficienza complessiva del sistema dipende da quanto bassa è la temperatura media dell’acqua nell’impianto.

Nel contesto di un impianto a radiatori, spesso si sente dire che è necessario lavorare con mandata a 70 °C o più per riscaldare adeguatamente. Questo è vero solo in presenza di vecchi radiatori dimensionati per impianti a temperature elevate e per edifici scarsamente isolati. Ma se la casa è stata sottoposta a riqualificazione energetica, o se si sta progettando un nuovo edificio secondo i criteri dell’attuale normativa NZEB (Nearly Zero Energy Building), allora le temperature di mandata possono tranquillamente essere molto più basse.

È importante comprendere che l’efficienza energetica di una caldaia a condensazione non aumenta in proporzione alla temperatura di mandata: anzi, è vero il contrario. Quando l’acqua di mandata è troppo calda (ad esempio 70-80 °C), la caldaia lavora praticamente come una vecchia caldaia tradizionale: i fumi non vengono raffreddati abbastanza e non si ha condensazione. Di conseguenza, la percentuale di calore recuperato scende drasticamente, e si perdono tutti i vantaggi della tecnologia.

Per questo motivo, è ormai pratica comune quella di utilizzare sonde climatiche esterne o sistemi di regolazione automatica che permettano alla caldaia di modulare la temperatura in funzione della temperatura esterna, mantenendo la mandata il più bassa possibile, ma sempre adeguata al fabbisogno termico istantaneo dell’abitazione.

 

  1. Impianti a Radiatori vs Impianti a Pavimento: Come Cambia la Mandata

La tipologia di impianto di riscaldamento installato in casa incide notevolmente sulla temperatura ideale di mandata. Esistono due grandi famiglie di impianti: quelli ad alta temperatura (come i tradizionali impianti a radiatori) e quelli a bassa temperatura (come i sistemi radianti a pavimento, parete o soffitto).

Un impianto a pavimento radiante, ad esempio, funziona perfettamente con temperature di mandata comprese tra 30 e 40 °C, permettendo alla caldaia a condensazione di lavorare sempre in modalità ottimale, garantendo un’elevata efficienza energetica e bassi consumi. L’acqua di ritorno, essendo molto fredda, permette ai fumi di condensare quasi sempre, anche nelle mezze stagioni, e quindi massimizza il risparmio.

Al contrario, un impianto a radiatori, soprattutto se datato, potrebbe richiedere temperature di mandata più alte, intorno ai 60-70 °C. Tuttavia, se l’edificio è stato ristrutturato e presenta un buon livello di isolamento termico, e se i radiatori sono stati eventualmente sovradimensionati (per esempio aumentando il numero degli elementi), allora la temperatura di mandata può essere abbassata senza compromettere il comfort interno.

Un sistema di regolazione climatica diventa quindi uno strumento essenziale per adattare la temperatura di mandata in tempo reale alle condizioni esterne. La caldaia sarà in grado di inviare acqua più calda nei giorni più freddi e acqua più tiepida nelle mezze stagioni, evitando inutili sprechi.

Inoltre, è bene ricordare che la modulazione della potenza termica è un altro elemento chiave delle caldaie moderne. Grazie a questa funzione, la caldaia non si accende e spegne continuamente, ma riduce la potenza erogata in base alla reale necessità dell’impianto, lavorando in modo continuo a carico parziale, condizione ottimale per favorire la condensazione.

 

  1. La Temperatura Ideale Non È Un Valore Fisso: La Curva Climatiche Come Soluzione

Molti utenti commettono l’errore di cercare un valore fisso per la temperatura di mandata ideale. In realtà, proprio per le caratteristiche della caldaia a condensazione e la variabilità climatica, la temperatura ottimale deve essere dinamica, ovvero adattarsi ai cambiamenti della temperatura esterna. Ed è qui che entrano in gioco le curve climatiche.

Una curva climatica è una rappresentazione matematica della relazione tra la temperatura esterna e quella di mandata necessaria per mantenere un comfort interno costante. Si tratta di un approccio predittivo e intelligente, che consente alla caldaia di anticipare la richiesta termica in base alle condizioni climatiche, senza attendere che la temperatura interna scenda sotto la soglia di comfort.

Per esempio, in una giornata mite con 10 °C esterni, l’acqua di mandata potrà essere sufficiente a 40 °C, mentre in una giornata molto fredda con -5 °C potrà essere necessaria una mandata a 60 °C. Questo sistema non solo ottimizza i consumi, ma preserva anche la durata della caldaia, riducendo i cicli di accensione/spegnimento.

Oggi, i termostati evoluti o le centraline di termoregolazione climatica offrono la possibilità di impostare la curva climatica più adatta al proprio impianto e di modificarla nel tempo, con regolazioni anche molto precise. In alcuni casi, i produttori forniscono già dei profili preimpostati per impianti a pavimento o a radiatori, rendendo l’intervento dell’utente quasi superfluo.

Questa gestione dinamica della temperatura di mandata è indispensabile per sfruttare al massimo i vantaggi della condensazione e ottenere una significativa riduzione dei consumi energetici, oltre che un confort termico superiore rispetto a un impianto gestito in modo tradizionale.

 

  1. Manutenzione, Detrazioni Fiscali e Normative Aggiornate

Un altro aspetto da non trascurare riguarda la manutenzione e l’adeguamento normativo delle caldaie a condensazione, soprattutto in relazione alle temperature di esercizio.

Per esempio, l’adozione della regolazione climatica (con sonda esterna o curva climatica) è uno degli interventi incentivati nell’ambito delle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica. Fino al 2024 era possibile accedere al Bonus Casa 50%, al Bonus Ristrutturazioni e all’Ecobonus 65% in caso di sostituzione del generatore con uno a condensazione, a patto che fosse accompagnato da sistemi evoluti di termoregolazione.

Tuttavia, dal 2025, le nuove normative europee in materia di transizione energetica e il graduale phase-out delle caldaie a gas, stanno modificando sensibilmente il quadro. Alcune tipologie di installazioni non sono più incentivate, e si sta facendo largo l’obbligo di installare generatori alimentati da fonti rinnovabili, come le pompe di calore o i sistemi ibridi. Tuttavia, in molti casi, la caldaia a condensazione continua a essere la soluzione più pratica e compatibile, soprattutto negli edifici esistenti.

Anche per quanto riguarda la manutenzione, un impianto ben regolato sulla base di una temperatura di mandata ottimale tende a invecchiare più lentamente. I componenti interni sono meno stressati da picchi di temperatura, il bruciatore lavora a regimi più bassi e la caldaia resta in funzione per tempi più lunghi, ma con potenze inferiori, evitando surriscaldamenti e usura precoce.

Inoltre, una temperatura di mandata troppo alta può compromettere la durata dei pavimenti radianti, qualora presenti, o comportare problemi di rumorosità nei radiatori, causati dalla dilatazione eccessiva dei materiali. Anche le valvole termostatiche tendono a funzionare meglio in presenza di temperature più basse e stabili.

In termini di normativa tecnica, la UNI 10389-1 regola le modalità di verifica del rendimento di combustione della caldaia, e una temperatura di mandata ottimale facilita il rispetto di questi parametri. Anche le direttive europee sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD) e le certificazioni energetiche (APE) premiano gli impianti che lavorano a bassa temperatura, per via del minore fabbisogno di energia primaria.

 

  1. Conclusione: L’Importanza di una Regolazione Intelligente

La risposta alla domanda iniziale – Qual è la temperatura ideale di mandata per una caldaia a condensazione? – non è un numero preciso e universale. Ma possiamo dire con certezza che più la temperatura si mantiene bassa, compatibilmente con il comfort interno, maggiore sarà il risparmio energetico e la durata dell’impianto.

Sistemi di riscaldamento moderni devono prevedere la possibilità di regolazione dinamica, attraverso sonde esterne, termostati smart o centraline climatiche. Questo consente alla caldaia di lavorare sempre nella sua zona di massima efficienza, favorendo la condensazione e riducendo sia i costi di gestione che l’impatto ambientale.

La scelta della temperatura di mandata deve quindi essere il risultato di una progettazione accurata, che tenga conto dell’impianto esistente, dell’isolamento dell’edificio, della zona climatica e delle esigenze dell’utente. Solo in questo modo sarà possibile sfruttare appieno il potenziale tecnologico delle moderne caldaie a condensazione, evitando sprechi e aumentando il benessere abitativo.