1) Confronto Tra Caldaia A Gas E Scaldabagno A Gas
Lo scaldabagno a gas è un apparecchio progettato esclusivamente per la produzione di acqua calda sanitaria, a differenza della caldaia a gas che è invece in grado di alimentare sia l’acqua sanitaria che l’impianto di riscaldamento. La differenza principale non sta soltanto nella funzione, ma anche nella potenza termica: lo scaldabagno, in quanto dedicato a un solo servizio, ha una potenza inferiore (intorno agli 11-24 kW) rispetto alle caldaie, che possono arrivare anche a 35 kW o più nei modelli residenziali.
Un altro elemento da considerare è il prezzo. Gli scaldabagni a gas, pur offrendo una funzionalità più limitata, non sono molto più economici delle caldaie, almeno a parità di qualità. Tuttavia, la semplicità di installazione gioca a favore dello scaldabagno: non è necessario il rilascio di un libretto di impianto né una manutenzione obbligatoria annuale certificata, anche se un controllo periodico è sempre consigliato per garantire la sicurezza dell’apparecchio e la qualità della combustione.
Le caldaie, invece, richiedono manutenzione certificata (almeno biennale, ma in alcune Regioni anche annuale) e il rispetto di obblighi legati al controllo dei fumi di scarico, in base al DPR 74/2013 aggiornato nel 2022. Inoltre, per ogni caldaia installata è obbligatorio il bollino blu o verde regionale, a seconda della zona di residenza, con costi che possono superare i 100 euro a intervento.
Lo scaldabagno, d’altra parte, richiede un collegamento al gas, che in alcuni casi può non essere disponibile in prossimità del bagno, creando problemi tecnici o costi aggiuntivi per la realizzazione dell’impianto. I modelli più diffusi sono quelli murali istantanei, senza serbatoio di accumulo, con una portata tipica compresa fra 10 e 20 litri al minuto.
Oggi quasi tutti gli scaldabagni a gas sono a camera stagna con tiraggio forzato, per rispondere alle normative sulla sicurezza. Tuttavia, per legge, la portata massima dell’acqua e la potenza dell’apparecchio sono limitate in funzione della classe energetica dell’abitazione, della ventilazione del locale e del sistema di evacuazione dei fumi. Per questo motivo è fondamentale dimensionare correttamente l’apparecchio in base al reale fabbisogno d’acqua calda, soprattutto nei nuclei familiari numerosi o con più bagni.
2) I Moderni Scaldabagni A Gas A Condensazione Elettronici
Negli ultimi anni il mercato ha visto l’arrivo di scaldabagni a gas a condensazione, evoluzione diretta degli apparecchi tradizionali istantanei. Il principio di funzionamento è lo stesso di una caldaia a condensazione: grazie a uno scambiatore aggiuntivo, viene recuperato il calore latente dei fumi di combustione, utilizzandolo per preriscaldare l’acqua in ingresso. Questo permette un risparmio energetico del 15-20% rispetto a uno scaldabagno tradizionale e un abbattimento delle emissioni di NOx e CO₂.
Questi scaldacqua si distinguono per diverse caratteristiche innovative. Innanzitutto, sono dotati di accensione elettronica, che elimina la classica fiamma pilota, una fonte costante (e spesso trascurata) di consumo energetico. Inoltre, impiegano valvole a modulazione continua, in grado di regolare dinamicamente la portata del gas e dell’acqua, ottimizzando i consumi e migliorando la stabilità della temperatura anche in presenza di variazioni di pressione.
Un altro punto di forza è la precisione nella regolazione della temperatura: si può impostare con una precisione fino al grado centigrado, evitando i fastidiosi sbalzi termici sotto la doccia. Questo è particolarmente utile in abbinamento con impianti solari termici: i modelli più moderni rilevano automaticamente la temperatura in ingresso, riducendo l’uso del gas quando l’acqua è già parzialmente preriscaldata.
Dal punto di vista dell’alimentazione, questi dispositivi sono versatili: possono funzionare sia con gas metano che con GPL o propano, e in alcuni casi anche con miscele a base di biometano, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione del settore domestico. Alcuni modelli sono anche compatibili con sistemi domotici, e possono essere controllati da remoto tramite app mobile o assistenti vocali, integrandosi perfettamente in una smart home.
Il prezzo di uno scaldabagno a gas a condensazione di buona qualità parte da circa 450-500 euro, ma può salire fino a 800-900 euro per i modelli di fascia alta con sistemi di gestione elettronica avanzata. Il costo dell’installazione varia a seconda della complessità, ma mediamente si aggira intorno ai 200-300 euro, escluse eventuali modifiche all’impianto del gas o all’impianto idraulico.
3) Le Caldaie A Camera Stagna, O “A Tiraggio Forzato”
Le caldaie a camera stagna, oggi lo standard normativo per le nuove installazioni, rappresentano una soluzione sicura ed efficiente per chi desidera riscaldare sia l’acqua sanitaria che l’ambiente. Il termine “a tiraggio forzato” si riferisce al sistema con cui viene gestito il ricambio d’aria: attraverso un doppio tubo coassiale, l’aria comburente viene aspirata dall’esterno e i fumi espulsi all’esterno, il tutto grazie a un ventilatore che forza il flusso.
Il vantaggio principale è la sicurezza: la camera di combustione chiusa isola completamente il bruciatore dall’ambiente interno, evitando contaminazioni dell’aria domestica e rischi da monossido di carbonio. Questo rende la caldaia a camera stagna idonea all’installazione anche in bagno o in camera da letto, cosa vietata per i modelli a tiraggio naturale.
Inoltre, questi apparecchi offrono un migliore rendimento termico, grazie a un controllo più accurato del processo di combustione. I modelli più evoluti, come le caldaie a condensazione, raggiungono rendimenti superiori al 100% sul potere calorifico inferiore, grazie al recupero del calore latente.
Per quanto riguarda i costi, una caldaia a camera stagna con potenza compresa fra 24 e 28 kW costa oggi circa 800-1.200 euro a seconda delle funzionalità. I modelli a condensazione partono da 1.000 euro, ma il loro costo si ammortizza nel tempo grazie ai minori consumi. L’installazione richiede certificazione obbligatoria, libretto impianto, prova di tenuta e, nei casi previsti, denuncia all’ISPESL per impianti con potenza >35 kW.
Dal 2022, infine, l’installazione di nuove caldaie a gas non è più incentivata tramite bonus edilizi come il Superbonus 110% (ormai chiuso), ma solo con l’Ecobonus al 65% per caldaie a condensazione di classe A e con sistemi di termoregolazione evoluta (es. cronotermostati modulanti). Attenzione però: l’agevolazione non è più automatica e richiede pratica ENEA e asseverazione tecnica.
4) Le Caldaie A Camera Aperta, O “A Tiraggio Naturale”
Le caldaie a camera aperta, un tempo molto diffuse, oggi sono fuori normativa per le nuove installazioni, in quanto non più conformi alle direttive europee ErP sull’efficienza e alle normative sulla sicurezza degli ambienti interni. Questi apparecchi prelevano l’aria necessaria alla combustione direttamente dall’ambiente in cui sono collocati, attraverso una semplice apertura frontale. I fumi, a loro volta, vengono evacuati per tiraggio naturale, tramite una canna fumaria verticale.
Il problema principale è legato alla salubrità dell’aria interna. L’uso della stessa aria che respiriamo per alimentare il processo di combustione può comportare un rischio di monossido di carbonio, soprattutto in ambienti poco ventilati. Per questo motivo è vietata l’installazione in bagno, camera da letto e locali non areati, e dal 2015 l’installazione in edifici di nuova costruzione o soggetti a ristrutturazione importante è vietata.
Restano ammessi solo casi di sostituzione in edifici esistenti, e solo quando non sia tecnicamente possibile installare una caldaia a camera stagna (ad esempio per impossibilità di collegamento con l’esterno). Anche in questi casi, però, serve una deroga motivata e documentata, oltre al rispetto di precisi requisiti di ventilazione e sicurezza.
Sul piano economico, queste caldaie costano meno (circa 600-800 euro), ma il rendimento più basso e la manutenzione frequente rendono svantaggiosa la scelta nel medio periodo. Inoltre, in alcuni Comuni italiani sono state emanate ordinanze locali che ne vietano l’utilizzo a partire da determinate date, nell’ambito della lotta alle emissioni inquinanti.
5) Scaldare L’Acqua Con Sistemi Istantanei O Ad Accumulo?
Quando si tratta di produrre acqua calda sanitaria, si può scegliere fra sistemi istantanei e ad accumulo. I primi sono rappresentati dagli scaldabagni istantanei o dalle caldaie istantanee, che producono acqua calda solo quando richiesto, risparmiando energia e spazio. I secondi includono scaldacqua a gas ad accumulo, boiler elettrici, pompe di calore ad accumulo e sistemi ibridi.
Utilizzare scaldabagni a gas ad accumulo non è quasi mai una scelta vantaggiosa. Il gas è un vettore energetico capace di scaldare in tempi brevissimi, e dunque lo stoccaggio in serbatoi comporta dispersioni termiche, costi di mantenimento più alti e maggiore ingombro. Inoltre, in caso di sottodimensionamento, si rischia di esaurire l’acqua calda durante l’uso, con tempi di attesa per il ripristino della temperatura.
Un’altra criticità è legata alla proliferazione della legionella. Nei sistemi ad accumulo, se la temperatura dell’acqua non viene mantenuta superiore a 60 °C, si crea un habitat ideale per i batteri. Per questo è richiesta una gestione attenta e cicli di sanificazione termica, soprattutto negli impianti centralizzati.
Al contrario, i sistemi istantanei riducono quasi del tutto questo rischio, grazie alla continua movimentazione dell’acqua e all’assenza di ristagni. Questo li rende più sicuri, più efficienti e maggiormente compatibili con l’uso in abitazioni private, anche di grandi dimensioni, se correttamente dimensionati.
In caso di abitazioni con grande fabbisogno idrico (ad esempio due o più bagni utilizzati in contemporanea), l’abbinamento ideale è costituito da caldaie a condensazione di alta potenza, eventualmente con piccolo bollitore integrato da 30-50 litri per coprire i picchi. Un’alternativa ancora più performante è rappresentata dai sistemi ibridi: caldaia + pompa di calore + accumulo, che ottimizzano l’energia in base alla fonte disponibile e al costo dell’energia.
Conclusione
La scelta tra caldaia e scaldabagno a gas non può prescindere da un’analisi accurata del fabbisogno idrico, delle caratteristiche dell’impianto, del numero di utilizzatori e del budget disponibile. In abitazioni senza riscaldamento a radiatori, lo scaldabagno resta una soluzione compatta, economica e funzionale. Dove invece si desidera anche riscaldare gli ambienti, la caldaia a gas – meglio se a condensazione – è ancora oggi una soluzione affidabile e collaudata.
Tuttavia, nel 2025, il contesto normativo e tecnologico spinge sempre più verso soluzioni ibride, alta efficienza, e integrazione con rinnovabili. La caldaia a gas, in questa visione, può ancora avere un ruolo, ma solo se inserita in un sistema impiantistico intelligente, efficiente e sicuro.