A Quanti Gradi Impostare Il Termostato Del Riscaldamento

  1. Come Regolare Il Termostato Nel Riscaldamento A Gas

Determinare la temperatura ideale da impostare sul termostato non è così semplice come potrebbe sembrare. Non esiste infatti un valore “universale” adatto a tutti i contesti, ma piuttosto una serie di considerazioni tecniche, fisiologiche e abitative da fare caso per caso.

Supponiamo di trovarci in una situazione tipica: un impianto di riscaldamento a gas con caldaia e termosifoni, controllato da un unico termostato situato in zona centrale dell’appartamento. In questo scenario, una temperatura impostata tra i 21°C e i 22°C rappresenta una buona media per garantire un adeguato comfort termico. In molti casi si può scendere anche a 20°C, soprattutto durante la notte o in assenza prolungata dagli ambienti, mentre temperature superiori a 23°C risultano raramente necessarie e spesso comportano solo sprechi energetici.

Il motivo per cui queste temperature risultano confortevoli risiede nel modo in cui il corpo umano si riscalda. Da un lato abbiamo la convezione dell’aria riscaldata dai termosifoni, che distribuisce il calore in modo diffuso nell’ambiente e interagisce direttamente con il nostro corpo; dall’altro lato abbiamo l’irraggiamento, cioè il calore emesso dai termosifoni stessi che arriva direttamente su di noi, aumentando la nostra sensazione di calore anche se l’aria non è particolarmente calda.

In questo equilibrio, la posizione del termostato è fondamentale. Se installato in una zona ben rappresentativa della media termica dell’abitazione, il valore impostato riflette abbastanza bene il comfort generale. Tuttavia, se collocato in una zona particolarmente fredda o calda, il sistema tenderà a sovra- o sotto-riscaldare il resto della casa.

Altro fattore rilevante è la struttura dell’edificio: un’abitazione ben isolata termicamente mantiene meglio il calore, consentendo temperature più basse sul termostato. Al contrario, in un edificio mal coibentato, si tende a impostare valori più alti per compensare le perdite verso l’esterno.

Infine, il comfort non dipende solo dalla temperatura ma anche da fattori soggettivi: metabolismo, abbigliamento, età e persino l’umidità dell’aria influiscono sulla percezione del calore. Tuttavia, dal punto di vista puramente tecnico ed energetico, ogni grado in più impostato sul termostato comporta un aumento medio del 6-7% sui consumi della caldaia.

 

  1. Le Differenze Di Temperatura Usando Invece Le Pompe Di Calore

Quando si utilizza una pompa di calore come sistema di riscaldamento principale, il discorso si complica ulteriormente. Il motivo è che le pompe di calore, soprattutto quelle aria-aria o aria-acqua con ventilconvettori, hanno una modalità di riscaldamento prevalentemente convettiva, cioè riscaldano l’aria ma non irradiano calore come un termosifone tradizionale.

Immaginiamo una casa di 50 m² con 4 termosifoni alimentati da una caldaia a gas. Impostando il termostato a 21°C, otteniamo un comfort percepito soddisfacente. Se invece al posto dei termosifoni abbiamo un solo ventilconvettore collegato a una pompa di calore, per ottenere lo stesso livello di comfort dobbiamo impostare il termostato almeno a 24°C, se non di più.

Questo perché la sensazione di calore dipende non solo dalla temperatura dell’aria, ma anche dalla quantità di superfici calde che irradiano calore verso il nostro corpo. Meno elementi riscaldanti ci sono, maggiore dovrà essere la temperatura per avvicinarsi alla sensazione di calore tipica di un impianto tradizionale.

In presenza di più ventilconvettori o di una pompa di calore aria-acqua abbinata a pannelli radianti, il discorso cambia: la distribuzione del calore è più omogenea e la temperatura necessaria per ottenere comfort può scendere anche a 22-23°C. Inoltre, molte pompe di calore moderne sono dotate di inverter, che modulano il funzionamento del compressore e mantengono temperature più stabili, riducendo gli sbalzi termici e migliorando il comfort.

Altro aspetto da considerare è l’umidità relativa: l’aria riscaldata con pompe di calore può risultare più secca, e ciò influisce sulla percezione del caldo. Un’umidità troppo bassa (sotto il 35%) può infatti far percepire l’ambiente come più freddo, spingendo ad aumentare la temperatura del termostato.

È quindi importante valutare l’impianto nel suo complesso, e se si utilizzano pompe di calore per il riscaldamento principale, considerare l’adozione di umidificatori e di un sistema multizona per una regolazione più precisa della temperatura nei diversi ambienti.

 

  1. L’Impostazione Del Termostato E Del Timer Con Le Stufe Elettriche

Quando si ricorre alle stufe elettriche come sistema di riscaldamento, la logica di regolazione del comfort cambia ulteriormente. Le stufe possono essere di tipo ventilato, a raggi infrarossi, a olio oppure ceramiche, e ciascuna tecnologia ha caratteristiche diverse in termini di tempo di riscaldamento, tipo di calore prodotto e modalità di diffusione.

Le stufe ventilate, ad esempio, scaldano rapidamente l’aria, ma tendono a farla raffreddare altrettanto in fretta quando vengono spente. Sono utili per ottenere calore immediato, ma richiedono spesso tempi di funzionamento lunghi per mantenere costante la temperatura, con conseguente elevato consumo elettrico.

Le stufe a infrarossi, invece, irraggiano calore direttamente sugli oggetti e sulle persone, senza riscaldare l’aria. Questo le rende molto efficienti per ambienti piccoli o per riscaldamento diretto (es. vicino alla scrivania), ma meno efficaci nel riscaldare l’intera stanza.

Le stufe a olio o ceramiche, più lente ad entrare in temperatura, offrono calore più omogeneo e duraturo, e spesso sono dotate di termostato elettronico e timer che consentono una gestione accurata dei cicli on-off.

In generale, per un uso efficiente:

  • Chiudere le porte della stanza in cui si utilizza la stufa, per evitare dispersioni
  • Impostare il termostato tra 20°C e 22°C se l’ambiente è ben isolato
  • Regolare il timer in modo da anticipare l’accensione e ridurre il tempo di picco

Va inoltre ricordato che le stufe elettriche tradizionali non sono dotate di inverter, quindi lavorano con cicli acceso/spento, causando oscillazioni anche significative di temperatura. Solo quelle di fascia alta offrono un controllo più fine e un rendimento energetico migliore. È utile quindi valutare non solo il prezzo iniziale, ma anche i costi di esercizio nel medio-lungo periodo.

 

  1. I Limiti Del Termostato Ai Fini Del Risparmio Energetico

Il termostato ambiente, pur essendo uno strumento indispensabile per regolare la temperatura interna, presenta alcuni limiti che possono incidere negativamente sul risparmio energetico.

Il primo limite riguarda il funzionamento a soglia tipico della maggior parte dei sistemi tradizionali. Se la temperatura impostata è 21°C, il riscaldamento si attiva a 20°C e si spegne a 22°C (esempio semplificato). Questo significa che la temperatura reale oscilla continuamente, e per garantire comfort anche nei momenti in cui si è vicini al valore minimo, si tende a impostare temperature più alte del necessario, con inevitabili sprechi.

Il secondo limite è rappresentato dal fatto che il termostato misura la temperatura in un solo punto dell’abitazione. Le altre stanze, a seconda della loro esposizione, isolamento o presenza di finestre, possono risultare più fredde o più calde, senza che il sistema riesca a compensare automaticamente.

Per questo motivo, negli impianti moderni si sta diffondendo l’uso di termostati zonali, valvole termostatiche smart o sistemi di controllo domotico che consentono di regolare la temperatura in modo differenziato per ogni stanza, ottimizzando comfort e consumi.

Altra soluzione evoluta è l’adozione di sistemi a pompa di calore inverter, che modulano la potenza e mantengono temperatura stabile con oscillazioni ridotte a 0,5°C o meno. Questo non solo migliora il comfort, ma riduce il numero di accensioni/spegnimenti della macchina, con vantaggi anche in termini di durata dell’impianto.

Infine, per massimizzare il risparmio, è fondamentale imparare a usare il termostato in modo intelligente, sfruttando programmazioni orarie, riduzioni notturne e temperature diversificate per fasce orarie o giorni della settimana.

 

  1. I Canali Di Dispersione Del Calore Da Parte Del Corpo

Comprendere come il corpo umano perde calore è essenziale per capire perché un determinato valore di temperatura ambientale può risultare più o meno confortevole.

I principali canali di dispersione termica sono:

  • Respirazione: il calore viene ceduto all’aria inspirata, sia per differenza di temperatura (scambio sensibile), sia per differenza di umidità (scambio latente). In ambienti freddi e secchi, questa dispersione può essere significativa.
  • Cute e pelle: la traspirazione passiva e l’evaporazione del sudore rappresentano un importante meccanismo di dissipazione, soprattutto in estate o in ambienti surriscaldati.
  • Conduzione: quando tocchiamo superfici più fredde (pavimento, sedia in metallo, maniglie), parte del calore corporeo passa all’oggetto.
  • Convezione: l’aria in movimento rimuove il calore dalla superficie cutanea. Se l’aria è fredda o umida, la perdita è maggiore; per questo motivo correnti d’aria o spifferi peggiorano la sensazione termica.
  • Irraggiamento: il corpo emette calore verso le superfici più fredde (es. finestre, pareti non isolate) e lo assorbe da superfici più calde. Questo spiega perché, a parità di temperatura dell’aria, una stanza con pareti calde è percepita come più confortevole rispetto a una con pareti fredde.

Tenendo conto di tutto ciò, il valore impostato sul termostato deve essere il risultato di un compromesso tra temperatura dell’aria, livello di isolamento, distribuzione dei corpi riscaldanti e abbigliamento personale. È anche per questo che la sola temperatura numerica non basta: servono strategia, distribuzione e gestione intelligente del calore.

 

Conclusione

Impostare correttamente il termostato non significa solo scegliere un numero: significa ottimizzare il comfort e ridurre i consumi, considerando le caratteristiche dell’impianto, le modalità di diffusione del calore, il tipo di generatore e le esigenze soggettive.

Che si utilizzi una caldaia, una pompa di calore o una stufa elettrica, è importante comprendere come il calore interagisce con il nostro corpo e con l’ambiente in cui viviamo. La temperatura ideale non è quindi uguale per tutti, ma frutto di un equilibrio tra fisiologia, tecnica e abitudini.

Con l’evoluzione della tecnologia e la crescente attenzione ai consumi energetici, strumenti come cronotermostati smart, sistemi di domotica e regolazioni multizona stanno diventando sempre più centrali nella gestione del comfort domestico. Usarli in modo consapevole significa migliorare la qualità della vita e risparmiare energia.