1. Che Cosa È Una “Diagnosi Energetica”
La diagnosi energetica rappresenta il punto di partenza per ogni intervento consapevole di riqualificazione energetica di un edificio. Si tratta di una procedura tecnica, ma anche logica, che mira a conoscere in profondità il profilo energetico dell’edificio oggetto di indagine, per individuare eventuali inefficienze e sprechi e suggerire gli interventi migliorativi più efficaci sotto il profilo tecnico ed economico.
L’edificio, in questa metafora, si comporta come un organismo vivente. Se consuma troppa energia rispetto agli standard attesi, può essere considerato “malato”. E come ogni paziente, ha bisogno di una diagnosi precisa prima di ricevere la cura. Tale diagnosi viene svolta da un professionista esperto del settore energetico, in genere un tecnico abilitato in possesso delle competenze multidisciplinari richieste: termotecnica, fisica dell’edilizia, impiantistica, normativa.
L’obiettivo della diagnosi energetica non è semplicemente quello di indicare un consumo numerico o una classe energetica, bensì quello di studiare il comportamento termoenergetico dell’edificio, analizzando in dettaglio:
- le caratteristiche costruttive dell’involucro (pareti, solai, serramenti);
- le caratteristiche degli impianti termici (riscaldamento, raffrescamento, ACS);
- le abitudini di utilizzo e il carico interno;
- il comportamento dinamico dell’edificio nelle diverse stagioni;
- le opportunità di miglioramento dal punto di vista tecnico ed economico.
In pratica, la diagnosi energetica parte da una valutazione dello stato di fatto, lo confronta con i requisiti prestazionali minimi richiesti dalla normativa vigente per i nuovi edifici (il “paziente sano”) e infine propone una serie di “terapie”, ovvero interventi migliorativi: coibentazioni, sostituzioni impianti, installazione di fonti rinnovabili, ecc., valutandone sempre il rapporto costi-benefici.
Va distinto il concetto di diagnosi da quello di semplice audit energetico semplificato: la diagnosi è uno studio approfondito, validato da rilievi sul campo e da simulazioni numeriche, e rappresenta la base tecnica per qualunque tipo di intervento agevolato (Superbonus, Ecobonus, Conto Termico, etc.).
2. I Parametri Da Determinare In Un’analisi Energetica
L’analisi energetica di un edificio richiede la determinazione di alcuni parametri chiave, che rappresentano i veri “vitali” energetici dell’immobile. I principali sono:
- Trasmittanza termica (U) degli elementi costruttivi: misura il grado di isolamento termico. Più basso è il valore U, maggiore è la capacità isolante della parete o del serramento. Questo parametro è fondamentale per valutare le dispersioni termiche attraverso l’involucro edilizio.
- Rendimento globale medio stagionale degli impianti: riguarda l’efficienza degli impianti termici (caldaie, pompe di calore, sistemi di distribuzione, regolazione e emissione). Include anche le perdite di regolazione e distribuzione.
- Fabbisogno di energia primaria: indica quanta energia (di origine fossile o rinnovabile) è necessaria per coprire il fabbisogno energetico dell’edificio. È un indicatore sintetico del comportamento energetico globale e viene espresso in kWh/m²·anno.
Per ottenere questi parametri, il tecnico deve combinare diverse fonti informative:
- Documentazione tecnica disponibile, come progetti, relazioni Legge 10/91, certificazioni precedenti;
- Sopralluoghi tecnici, con rilievi geometrici e fotografici, ispezioni visive, misure su impianti;
- Indagini strumentali, in caso di incertezze (come ad esempio carotaggi per stratigrafie murarie o ispezioni termografiche);
- Raccolta delle bollette, utile per confrontare i consumi reali con quelli simulati.
Una diagnosi accurata deve riportare anche una mappa energetica dell’edificio, che mostri graficamente dove avvengono le maggiori perdite e quali sono le criticità più evidenti, così da guidare efficacemente la progettazione degli interventi migliorativi.
3. Come Si Può Determinare il Fabbisogno Energetico
Il fabbisogno energetico per il riscaldamento invernale o il raffrescamento estivo di un edificio è direttamente legato alla capacità dell’involucro di trattenere o respingere il calore e all’efficienza degli impianti.
Il parametro fondamentale dell’involucro è la trasmittanza termica (U), che può essere determinata con 4 approcci principali:
- Calcolo teorico da stratigrafia nota: se sono disponibili i disegni progettuali o relazioni tecniche (es. ex Legge 10), è possibile ricavare la stratigrafia dei componenti e calcolare la trasmittanza secondo la norma UNI EN ISO 6946.
- Carotaggio e rilievo diretto: in assenza di documentazione, si possono eseguire fori nella parete per esaminare i materiali e gli spessori effettivi. Il calcolo segue poi le stesse regole del caso precedente.
- Stima per analogia: se l’edificio appartiene a una tipologia edilizia ben nota (ad es. edilizia pubblica anni ’60), è possibile fare stime per analogia con casi simili già analizzati.
- Misura strumentale in situ: con termoflussimetri si può misurare direttamente la trasmittanza in condizioni operative reali. È il metodo più preciso, ma anche il più costoso e lungo. I valori ottenuti sono spesso superiori a quelli teorici, perché tengono conto di imperfezioni costruttive e ponti termici.
Una volta ottenute le trasmittanze, si procede con il calcolo dinamico o semistazionario del fabbisogno energetico, utilizzando software conformi alle norme UNI/TS 11300 e ai CAM (Criteri Ambientali Minimi). I software professionali permettono anche di confrontare diversi scenari di intervento e di valutare le prestazioni energetiche post-intervento.
Nel caso di impianti centralizzati (come nei condomini), il calcolo deve tenere conto anche dei sistemi di contabilizzazione del calore, dei regolatori climatici, delle valvole termostatiche e della regolazione oraria.
4. L’esame Termografico di Un Edificio
Uno strumento particolarmente utile in una diagnosi energetica è l’indagine termografica, che consente di visualizzare con una telecamera a infrarossi le temperature superficiali dell’involucro edilizio.
La termografia permette di individuare:
- Ponti termici non visibili (sbalzi, giunti, nodi costruttivi);
- Zone con insufficiente coibentazione;
- Infiltrazioni d’aria o spifferi;
- Difetti costruttivi, umidità, muffe;
- Perdite da tubazioni in impianti radianti;
- Anomalie nei pacchetti murari.
Le termocamere moderne possono rilevare variazioni di temperatura anche inferiori a 0,1°C, restituendo immagini dettagliate (termogrammi) che evidenziano in modo chiaro le aree critiche.
L’analisi può essere condotta:
- Dall’interno, per verificare la continuità del cappotto o la tenuta dei serramenti;
- Dall’esterno, in condizioni di temperatura tra ambiente e interno di almeno 10°C (ideale è l’alba nei mesi invernali);
- In abbinamento a un blower door test, che misura la permeabilità all’aria dell’edificio e permette di visualizzare meglio le perdite.
È importante ricordare che per interpretare correttamente un termogramma serve esperienza tecnica, poiché alcune variazioni di temperatura superficiale possono essere dovute a riflessioni o fenomeni non legati a inefficienze energetiche reali.
L’utilizzo della termografia è sempre più diffuso anche in fase di collaudo post-intervento, per verificare l’efficacia delle coibentazioni applicate o per individuare eventuali errori esecutivi.
5. Che Differenza C’è Tra “Certificazione Energetica” E “Diagnosi Energetica”?
Una domanda frequente riguarda la distinzione tra certificazione energetica e diagnosi energetica, due strumenti tecnici apparentemente simili ma con scopi molto differenti.
- La certificazione energetica (APE – Attestato di Prestazione Energetica) ha come obiettivo informare il proprietario, l’inquilino o il potenziale acquirente dell’edificio sulle sue prestazioni energetiche, assegnando una classe energetica da A4 (massima efficienza) a G (minima efficienza). L’APE è obbligatorio per legge in caso di compravendita, affitto o nuova costruzione, ma si limita a una valutazione standard dell’edificio senza entrare nel merito delle cause delle inefficienze.
- La diagnosi energetica, invece, è un’analisi approfondita dell’edificio nel suo complesso, che ha l’obiettivo di individuare le inefficienze e proporre soluzioni concrete per migliorarle. Si tratta quindi di uno strumento progettuale, utilizzato per pianificare interventi di riqualificazione, accedere a incentivi, confrontare scenari di investimento, e definire una vera e propria “cura” per il sistema edificio-impianto.
In pratica, un APE può essere realizzato anche in modo semplificato e si riferisce spesso a una singola unità immobiliare, mentre una diagnosi energetica è un’attività professionale molto più articolata, che riguarda l’intero edificio, soprattutto se dotato di impianti centralizzati o se soggetto a incentivi (come nel caso del Superbonus).
Va inoltre osservato che una certificazione ben fatta, realizzata con rilievi e analisi puntuali, può rappresentare una base dati utile per sviluppare una diagnosi energetica, ma da sola non è sufficiente per avviare un processo di riqualificazione efficace.