Come Togliere La Neve Da Un Pannello Fotovoltaico

1. Come Rimuovere La Neve Da Un Pannello Fotovoltaico

La presenza di neve sui pannelli fotovoltaici è un evento relativamente frequente in molte regioni italiane, specialmente durante i mesi invernali e nelle zone montane o dell’Appennino. Quando si accumula sui moduli, la neve agisce come una barriera fisica, impedendo alla luce solare di raggiungere le celle fotovoltaiche e, di conseguenza, bloccando del tutto la produzione di energia elettrica. Per questo motivo, è importante sapere come intervenire correttamente per rimuovere la neve dai pannelli senza danneggiarli.

Uno degli strumenti più utilizzati è il rastrello da tetto, progettato appositamente per raggiungere superfici inclinate dall’esterno, senza salire sul tetto. I modelli ideali sono dotati di una testa in plastica morbida o in gomma, e di un manico telescopico che permette di lavorare in sicurezza da terra o da una scala stabile. È fondamentale evitare l’uso di strumenti metallici o appuntiti, come pale o scope rigide, che potrebbero graffiare la superficie dei pannelli, compromettere la pellicola antiriflesso o danneggiare i vetri.

Una seconda possibilità è l’uso controllato di aria calda, ad esempio con un tubo collegato a un asciugacapelli industriale o a un generatore di calore a bassa potenza, mantenendosi sempre a distanza di sicurezza. Questa tecnica permette di sciogliere localmente il ghiaccio o la neve compatta, facilitandone la caduta per gravità.

In alternativa, se l’inclinazione del tetto è superiore a 35°, è possibile anche aspettare lo scioglimento naturale, soprattutto nei giorni successivi alla nevicata, quando la radiazione solare e l’aumento della temperatura facilitano la rimozione spontanea della neve. I pannelli stessi, quando iniziano anche solo minimamente a produrre energia, si riscaldano leggermente, contribuendo al distacco della neve.

Sconsigliatissimo è invece l’uso di prodotti come sale, antigelo per auto, cera, candeggina o agenti chimici aggressivi, che potrebbero rovinare la superficie dei moduli o lasciare residui dannosi a lungo termine. Anche innaffiare i pannelli con acqua in condizioni di gelo è pericoloso: l’acqua può ghiacciare rapidamente, creando uno strato di ghiaccio ancora più difficile da rimuovere.

In conclusione, un approccio meccanico ma delicato, combinato con un po’ di pazienza, è il modo migliore per tenere puliti i pannelli in inverno, senza comprometterne la durata.

 

2. Calo Della Produzione Elettrica Di Un Pannello FV Per Neve

La neve, pur essendo un fenomeno meteorologico stagionale e spesso passeggero, può avere un impatto rilevante sulla produzione elettrica dei pannelli fotovoltaici, specie se si accumula in quantità importanti e per lunghi periodi. Anche solo una copertura parziale può provocare una riduzione drastica del rendimento, simile a quella causata dall’ombreggiamento di un albero o di un edificio.

In particolare, se un solo modulo all’interno di una stringa è coperto, l’intera stringa potrebbe rallentare o fermarsi, a meno che non siano presenti ottimizzatori di potenza o microinverter, che permettono di isolare e gestire autonomamente ogni singolo modulo. Nei sistemi con inverter centralizzato tradizionale, invece, il calo produttivo può arrivare fino al 90% anche con coperture parziali.

Va comunque considerato che non tutti i giorni con neve sono uguali. Nelle ore immediatamente successive a una nevicata, l’irraggiamento solare è spesso scarso a causa della copertura nuvolosa, quindi la produzione elettrica sarebbe comunque bassa. In questo caso, l’impatto è meno significativo. Il problema diventa più importante nei giorni successivi, quando il cielo si apre, la radiazione solare è intensa, ma i pannelli restano ancora coperti dalla neve.

Secondo le analisi di produzione fotovoltaica a livello nazionale, in Italia la perdita annua di produttività dovuta alla neve raramente supera il 3%, tranne che nelle aree alpine o appenniniche ad alta quota. In pianura padana o in collina, la neve permane raramente per più di qualche giorno, e il problema può essere risolto con una pulizia leggera e tempestiva.

Se si vive in una zona soggetta a nevicate frequenti, è opportuno:

  • scegliere un’inclinazione ottimale (maggiore di 35°)
  • preferire pannelli con superficie liscia o trattamento idrofobico
  • dotare l’impianto di microinverter o ottimizzatori
  • prevedere sistemi di rimozione assistita della neve o almeno un piano di pulizia

In ogni caso, anche solo una manutenzione leggera e mirata può garantire una significativa riduzione delle perdite e un mantenimento efficiente della produzione invernale.

 

3. L’Effetto Della Neve E Del Ghiaccio Su Un Pannello Fotovoltaico

Quando si parla di neve e ghiaccio, non si tratta solo di un ostacolo alla produzione elettrica: ci sono anche rischi meccanici da tenere in considerazione. Il peso della neve, soprattutto se accompagnato da fenomeni di gelo-disgelo, può provocare sollecitazioni strutturali su moduli e supporti.

Anche pannelli inclinati a 30° o 35°, comuni in Italia, possono accumulare lastre compatte di neve ghiacciata, che diventano sempre più pesanti man mano che si stratificano. In particolare, se la neve cade su un pannello già freddo o su cui si è formato uno strato di ghiaccio, può aderire in modo tenace. Questo non solo impedisce la produzione, ma può danneggiare:

  • le cornici in alluminio dei moduli
  • le giunzioni dei supporti
  • i vetri temperati, che pur essendo resistenti possono incrinarsi in condizioni estreme

Per queste ragioni, è importante intervenire per tempo, evitando che il peso della neve raggiunga i limiti strutturali. I valori consigliati del carico massimo di neve (secondo le normative tecniche) sono indicati in 1.400 N/m² per le installazioni su tetti inclinati, pensiline e impianti a terra. I sistemi con inseguitori monoassiali o biassiali non sono adatti per zone nevose, perché l’inclinazione variabile favorisce l’accumulo e rende difficile la gestione della neve.

Un’ulteriore precauzione utile è quella di utilizzare prodotti antigelo a base liquida, come quelli per i parabrezza delle automobili, applicabili con uno spruzzatore manuale in piccole quantità. Attenzione, però, a scegliere prodotti privi di solventi e abrasivi, e a evitare qualsiasi contaminazione dei contatti elettrici o dei componenti elettronici.

Cavi riscaldanti o sistemi di scioglimento elettrici sono poco utilizzati per motivi di consumo energetico: richiederebbero più energia di quella che il sistema riesce a produrre nei mesi freddi. Si rivelano quindi antieconomici.

 

4. Come Mantenere Puliti I Pannelli Fotovoltaici

La pulizia dei pannelli fotovoltaici è spesso sottovalutata, ma è fondamentale per garantire il rendimento dell’impianto. Anche senza neve, la presenza di polvere, foglie, pollini, guano, sabbia o smog può ridurre la produzione fino al 10-15% nei mesi più asciutti. In inverno, oltre alla neve, si aggiungono ghiaccio, residui fangosi e impurità atmosferiche.

Un pannello sporco lavora male, e se i depositi sono permanenti (ad es. escrementi di uccelli), può anche generare punti caldi (hot spot) che a lungo andare rovinano le celle.

Ecco alcune regole base:

  • Pulizia mensile leggera: rimuovere polvere o foglie con un pennello morbido, oppure usare acqua tiepida (non bollente) e un panno in microfibra.
  • Sapone delicato: va bene il normale sapone per piatti diluito, o prodotti specifici per vetri solari, purché biodegradabili.
  • Mai usare spugne abrasive, alcol, acetone o candeggina: possono compromettere la pellicola superficiale antiriflesso.
  • Risciacquare abbondantemente: assicurarsi che non restino residui di detergente, che potrebbero macchiare o ridurre la trasparenza del vetro.

Per impianti montati su tetti molto alti o difficilmente accessibili, esistono sistemi di autopulizia a getto d’acqua automatico, simili a quelli usati per i pannelli solari termici. Alcuni sono collegabili direttamente alla rete idrica o a un serbatoio raccolta pioggia, e programmabili con timer.

Va ricordato che la pioggia non basta per mantenere puliti i pannelli: spesso porta via solo lo strato superficiale di polvere, lasciando macchie di calcare o di smog che vanno rimosse meccanicamente.

Una manutenzione regolare allunga la vita dell’impianto e aumenta la produttività annua in modo significativo.

 

5. Quale È L’Effetto Della Grandine Su Un Pannello FV

Il timore della grandine è uno dei principali motivi di preoccupazione per chi vuole installare un impianto fotovoltaico. In realtà, i pannelli solari sono progettati per resistere a eventi meteorologici estremi, e nella quasi totalità dei casi non riportano danni, nemmeno dopo temporali intensi.

I moduli di qualità sono coperti da uno strato di vetro temperato spesso 3-4 mm, testato per resistere a impatti con chicchi di grandine da 25 mm di diametro sparati a oltre 80 km/h. Questi test, certificati secondo gli standard IEC 61215, rappresentano condizioni molto più severe rispetto alla maggior parte delle grandinate reali.

Inoltre:

  • L’inclinazione e l’orientamento a sud fanno sì che l’urto con la grandine sia più obliquo, riducendo la forza d’impatto.
  • I pannelli a film sottile, o quelli flessibili in silicio amorfo, hanno un substrato plastico o composito molto più resistente alla deformazione meccanica.
  • Gli impianti finanziati tramite prestiti bancari o formule a canone mensile sono quasi sempre coperti da polizze assicurative all risks, che includono la protezione contro danni atmosferici, grandine compresa.

Nel raro caso di rottura, il modulo danneggiato può essere sostituito singolarmente, anche a distanza di anni, grazie alla disponibilità di ricambi o all’intercambiabilità dei moduli fotovoltaici.

Il rischio grandine non dovrebbe mai essere un motivo per rinunciare all’installazione, a patto di scegliere prodotti certificati e un installatore affidabile.