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Comprendere Il Ruolo Delle Stufe Elettriche Nel Contesto Energetico Attuale
Negli ultimi anni, il mercato delle stufe elettriche ha vissuto una trasformazione significativa, spinta sia dal progresso tecnologico sia dai mutamenti del contesto energetico nazionale ed europeo. La crisi del gas del 2022, la spinta verso la decarbonizzazione e le sempre più stringenti direttive in materia di efficienza energetica hanno indotto famiglie e imprese a ripensare le modalità con cui riscaldano i propri ambienti. In questo scenario, la scelta tra una stufa elettrica fissa e una portatile non è soltanto una questione di comodità, ma un tema che coinvolge aspetti di consumo energetico, sicurezza, costi di gestione e persino valore immobiliare.
La differenza principale tra i due tipi di stufe risiede nella loro installazione e nel loro uso previsto. Una stufa elettrica fissa è generalmente integrata in un sistema domestico, spesso montata a parete o a pavimento e collegata stabilmente all’impianto elettrico. È progettata per un utilizzo continuativo o programmato e può far parte di un sistema di riscaldamento misto. Al contrario, una stufa elettrica portatile è concepita per essere spostata facilmente da un locale all’altro, funzionando con una semplice presa di corrente.
Tuttavia, la scelta non si riduce a una questione di “mobilità o fissità”. Per prendere una decisione consapevole, occorre valutare parametri tecnici come la potenza nominale, il rendimento, il tipo di resistenza o tecnologia di riscaldamento (a convezione, a infrarossi, a olio diatermico, a ventilazione forzata) e, soprattutto, la coerenza con l’isolamento termico dell’abitazione.
Oggi, la direttiva europea EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), recepita anche in Italia, spinge verso l’elettrificazione dei consumi termici e verso l’abbandono graduale delle fonti fossili. In quest’ottica, la stufa elettrica, se alimentata da energia rinnovabile (ad esempio da un impianto fotovoltaico domestico con batteria di accumulo), può diventare una scelta strategica non solo per il comfort, ma anche per ridurre l’impronta ambientale.
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Analisi Tecnica: Efficienza, Consumi E Costi Di Esercizio
L’efficienza di una stufa elettrica è, in termini strettamente termodinamici, prossima al 100%. L’energia elettrica viene quasi interamente convertita in calore utile, a differenza di altri sistemi di riscaldamento che subiscono perdite nella combustione o nel trasporto del fluido termovettore. Tuttavia, ciò non significa automaticamente che si tratti della soluzione più economica: il costo dell’elettricità in Italia nel 2025 è mediamente superiore a quello del metano per kWh termico prodotto, salvo il caso in cui si disponga di autoproduzione fotovoltaica o di contratti elettrici molto vantaggiosi.
Prendiamo un esempio concreto: una stufa elettrica da 2 kW, utilizzata per 4 ore al giorno, consuma 8 kWh di energia elettrica. Con un costo medio di 0,25 €/kWh (includendo oneri e IVA), la spesa giornaliera si aggira sui 2 euro, pari a circa 60 euro al mese se usata quotidianamente. Una stufa a gas con potenza equivalente, nelle stesse condizioni, potrebbe costare circa il 40-50% in meno, ma con emissioni dirette in ambiente e un impatto ambientale maggiore.
Un aspetto importante da valutare è la capacità di modulazione: molte stufe portatili non permettono un controllo fine della potenza erogata, limitandosi a due o tre livelli preimpostati. Le stufe fisse, invece, possono integrare termostati elettronici, programmazione oraria e perfino controllo remoto tramite app, permettendo di ridurre i consumi e ottimizzare il comfort.
In termini di durata, le stufe fisse tendono a essere costruite con materiali più resistenti e a beneficiare di installazioni che ne proteggono le componenti interne da urti e spostamenti. Le stufe portatili, pur essendo più economiche all’acquisto, possono soffrire di un’usura più rapida, specialmente se vengono trasportate frequentemente o usate in ambienti polverosi.
Un’ulteriore considerazione riguarda la distribuzione del calore: le stufe portatili, soprattutto quelle a ventilazione forzata, tendono a scaldare rapidamente un’area ristretta, mentre quelle fisse, se ben posizionate, possono garantire una diffusione più uniforme e meno soggetta a stratificazioni termiche.
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Sicurezza, Normative E Aspetti Installativi
Sul fronte della sicurezza, la distinzione tra stufe fisse e portatili è cruciale. Le stufe elettriche fisse devono essere installate rispettando precise norme tecniche e di sicurezza elettrica, come la CEI 64-8 per gli impianti domestici. Ciò implica l’uso di cavi idonei, protezioni contro il surriscaldamento e messa a terra. Un’installazione a regola d’arte riduce drasticamente il rischio di cortocircuiti o incendi.
Le stufe portatili, invece, pur dovendo anch’esse rispettare la marcatura CE e i requisiti di sicurezza previsti dalla normativa europea, sono più esposte a rischi derivanti da un uso improprio: cavi piegati o schiacciati, collocazione troppo vicina a materiali infiammabili, o utilizzo in ambienti umidi senza protezione adeguata. Alcuni modelli includono interruttori di ribaltamento e sensori di surriscaldamento che spengono automaticamente l’apparecchio, ma resta fondamentale un uso attento.
Dal punto di vista normativo, in Italia non esistono particolari vincoli per l’acquisto e l’uso di stufe elettriche portatili, se non quelli legati alla sicurezza domestica e alla compatibilità elettromagnetica. Per le stufe fisse, invece, l’installazione deve essere spesso eseguita da un tecnico abilitato, specialmente se l’apparecchio viene collegato in modo permanente all’impianto elettrico.
Un aspetto interessante da considerare è che alcune stufe fisse possono rientrare in incentivi fiscali legati alla riqualificazione energetica, purché facciano parte di un progetto più ampio e siano alimentate da fonti rinnovabili. Questo, però, richiede una valutazione caso per caso e una verifica aggiornata delle normative vigenti.
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Comfort Termico, Estetica E Impatto Sull’Ambiente
Il comfort termico non dipende solo dalla temperatura raggiunta, ma anche dalla modalità con cui il calore viene distribuito e percepito. Le stufe a irraggiamento offrono un calore “morbido” e uniforme, ideale per ambienti ben isolati; quelle a convezione generano un riscaldamento più rapido dell’aria, ma possono provocare correnti che seccano l’aria e sollevano polvere.
Le stufe portatili hanno il vantaggio di essere immediatamente disponibili e utilizzabili solo quando e dove servono, evitando di riscaldare locali inutilizzati. Tuttavia, se usate in ambienti grandi o male isolati, tendono a lavorare a potenza massima per lunghi periodi, con un conseguente aumento dei consumi.
Sul piano estetico, le stufe fisse possono essere integrate nell’arredamento e diventare un vero e proprio elemento di design, con finiture in vetro, metallo o ceramica. Alcuni modelli riproducono l’effetto visivo della fiamma, offrendo un’atmosfera accogliente senza emissioni e senza necessità di canna fumaria. Le stufe portatili, invece, puntano più sulla funzionalità e raramente sull’impatto visivo.
Dal punto di vista ambientale, se alimentate da energia proveniente da fonti fossili, le stufe elettriche indirettamente contribuiscono alle emissioni di CO₂. Tuttavia, se abbinate a un impianto fotovoltaico con accumulo, possono diventare una soluzione a zero emissioni operative. Ciò le rende compatibili con gli obiettivi europei di neutralità climatica al 2050.
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Considerazioni Finali E Scelta Consapevole
La decisione tra una stufa elettrica fissa e una portatile deve tenere conto di numerosi fattori: il profilo di utilizzo, la superficie da riscaldare, la qualità dell’isolamento, la disponibilità di energia rinnovabile, il budget iniziale e i costi operativi nel tempo.
Se si desidera una soluzione stabile, efficiente e integrata con l’impianto domestico, con possibilità di programmazione e gestione intelligente, la stufa fissa è probabilmente la scelta migliore. Se invece la priorità è la flessibilità e l’uso sporadico in locali specifici, la stufa portatile risponde meglio alle esigenze.
In un contesto di crescente elettrificazione e transizione ecologica, entrambe le soluzioni possono essere valide, ma è fondamentale abbinarle a un approccio consapevole e a un’analisi accurata dei consumi. La vera differenza la farà la capacità di integrare il riscaldamento elettrico in un sistema energetico domestico più ampio, ottimizzato e, possibilmente, alimentato da energie rinnovabili.