È Possibile Installare Una Caldaia A Condensazione Esternamente?

  1. Introduzione al concetto di caldaia a condensazione e installazione esterna

La caldaia a condensazione rappresenta oggi una delle soluzioni più diffuse ed efficienti per il riscaldamento domestico e la produzione di acqua calda sanitaria. La sua tecnologia si basa sul recupero del calore latente contenuto nei fumi di scarico, che nelle caldaie tradizionali andrebbe disperso. Questo recupero avviene grazie a uno scambiatore di calore in grado di condensare il vapore acqueo presente nei gas combusti, abbassandone la temperatura fino a valori prossimi a quella dell’acqua di ritorno dell’impianto.

Negli ultimi anni, con l’aggiornamento delle normative energetiche e l’introduzione di incentivi mirati alla riqualificazione degli edifici, le caldaie a condensazione hanno progressivamente sostituito i modelli a camera aperta o a tiraggio naturale, ormai fuori produzione. La domanda che molti si pongono, tuttavia, riguarda la possibilità di installare una caldaia a condensazione all’esterno dell’edificio. È una soluzione sempre più considerata da chi vuole liberare spazio interno, migliorare l’estetica e ridurre i rischi legati alla presenza di apparecchi a gas dentro casa.

La risposta è che, sì, l’installazione esterna è possibile, ma richiede una valutazione attenta di vari fattori: condizioni climatiche, protezione dagli agenti atmosferici, rispetto delle normative vigenti, caratteristiche tecniche del modello scelto e modalità di evacuazione dei fumi. In questo articolo analizzeremo in profondità ogni aspetto, fornendo un quadro completo e aggiornato.

 

  1. Aspetti normativi e aggiornamenti legislativi 

L’installazione di una caldaia, sia essa interna o esterna, è soggetta a precise normative tecniche e di sicurezza. Dal 2018, in Italia, la Direttiva Europea ErP (Energy related Products) e il Regolamento UE 813/2013 stabiliscono che tutte le caldaie immesse sul mercato debbano essere a condensazione, con rendimenti stagionali superiori al 90% e valori di emissione di ossidi di azoto (NOx) non superiori alla classe 6 secondo EN 15502.

Per quanto riguarda l’installazione esterna, la normativa italiana fa riferimento principalmente al D.M. 37/2008 per la sicurezza degli impianti e alla UNI 7129 (aggiornata al 2023), che disciplina in dettaglio il posizionamento, l’aerazione e lo scarico dei fumi. Quest’ultima, nella sua versione più recente, ha introdotto indicazioni specifiche per i modelli esterni, prevedendo che l’apparecchio debba essere idoneo per l’installazione in ambiente non protetto, con un grado di protezione IP adeguato alle condizioni atmosferiche del luogo.

Il grado di protezione IP (International Protection) indica la resistenza dell’involucro della caldaia alla penetrazione di polvere e acqua. Per un’installazione completamente esterna e non riparata, si consiglia un IPX5D o superiore, in grado di resistere a getti d’acqua provenienti da qualsiasi direzione. Se il dispositivo viene collocato in un armadietto coibentato, è possibile optare per modelli con grado IP inferiore, purché il manufatto garantisca protezione da pioggia diretta, gelo e radiazione solare.

Un aspetto importante riguarda lo scarico della condensa. La UNI 7129 stabilisce che la condensa prodotta dalla caldaia a condensazione, a causa della sua acidità (pH tipico tra 3 e 4), deve essere smaltita in modo appropriato, evitando dispersioni nell’ambiente e rispettando le prescrizioni locali. In alcuni Comuni, soprattutto in aree vincolate, è richiesto un neutralizzatore di condensa prima dello scarico in fognatura.

Dal 2025, inoltre, con l’entrata in vigore di alcune disposizioni del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), i nuovi impianti a gas dovranno essere predisposti per funzionare anche con miscele contenenti idrogeno fino al 20%. Alcune caldaie a condensazione già sul mercato supportano questa caratteristica, ed è un fattore da considerare per una scelta lungimirante.

 

  1. Vantaggi e criticità dell’installazione esterna

L’installazione esterna di una caldaia a condensazione offre indubbi vantaggi pratici. In primo luogo, libera spazio all’interno dell’abitazione, particolarmente utile in contesti urbani dove ogni metro quadro ha valore. Inoltre, riduce il rischio di fuoriuscite di gas o monossido di carbonio in ambienti abitati, poiché l’apparecchio si trova al di fuori del volume protetto. Dal punto di vista estetico, consente di mantenere pulite le linee interne dell’arredo, evitando ingombri e canalizzazioni visibili.

Tuttavia, non si possono ignorare alcune criticità. Le caldaie esterne sono soggette a sbalzi termici, umidità, vento e pioggia battente, fattori che possono ridurne la durata se non adeguatamente protette. Il gelo è particolarmente pericoloso: l’acqua nei circuiti e nei sifoni di scarico può ghiacciare, provocando danni irreversibili. Per ovviare a questo problema, i modelli da esterno sono dotati di resistenze elettriche antigelo, ma queste comportano un piccolo consumo aggiuntivo, soprattutto in zone a clima rigido.

Un altro aspetto riguarda il rumore. Sebbene le caldaie a condensazione siano in generale silenziose, il loro funzionamento può comunque produrre vibrazioni e suoni percepibili. In un’installazione esterna, questi rumori possono essere attenuati dalla distanza dagli ambienti interni, ma potrebbero risultare fastidiosi per i vicini se la collocazione è troppo prossima a finestre o balconi.

Da valutare attentamente è anche la manutenzione. Un’unità esterna può richiedere interventi più frequenti di pulizia e verifica, in quanto esposta a polvere, foglie, insetti e altre impurità che possono ostruire griglie e prese d’aria.

 

  1. Soluzioni tecniche e accorgimenti per l’installazione esterna

Se si opta per una caldaia a condensazione da installare all’aperto, è fondamentale adottare soluzioni che ne garantiscano affidabilità e durata nel tempo. La scelta deve orientarsi verso modelli espressamente progettati per uso esterno, con scocca in acciaio zincato o materiali compositi resistenti alla corrosione, guarnizioni impermeabili e isolamento interno potenziato.

La collocazione gioca un ruolo chiave: il posizionamento ideale è in una zona riparata da vento diretto e, se possibile, esposta a sud o sud-ovest per beneficiare di un minimo irraggiamento solare durante l’inverno. In mancanza di una nicchia muraria o di un balcone, è raccomandabile l’uso di un cassone tecnico coibentato, che protegge da pioggia e neve e riduce l’escursione termica.

Un’attenzione particolare va riservata alle tubazioni esterne, che devono essere isolate termicamente per prevenire perdite di calore e rischi di congelamento. I kit antigelo, che comprendono cavi scaldanti autoregolanti, sono una soluzione efficace per tratte di tubazioni particolarmente esposte.

Per lo scarico dei fumi, i modelli esterni utilizzano normalmente sistemi a tiraggio forzato, con ventola che spinge i gas combusti all’esterno attraverso un terminale coassiale o sdoppiato. In installazioni vicine a finestre o prese d’aria, bisogna rispettare le distanze minime previste dalla UNI 7129 per evitare il rientro dei fumi in casa. L’altezza da terra del terminale deve inoltre impedire l’ingresso di acqua piovana o neve.

Non meno importante è la gestione della condensa: nei climi freddi, la tubazione di scarico della condensa deve essere protetta dal gelo, altrimenti l’acqua può congelare e bloccare il sistema. Alcuni modelli dispongono di sistemi di riscaldamento della vaschetta di raccolta e del tubo di scarico.

Dal punto di vista elettrico, l’alimentazione della caldaia esterna deve essere realizzata con cavi e protezioni adatte all’uso outdoor, comprese prese a tenuta stagna con grado di protezione IP44 o superiore.

 

  1. Confronto economico e considerazioni di efficienza

Molti si chiedono se l’installazione esterna di una caldaia a condensazione comporti un costo maggiore rispetto a quella interna. In linea generale, il prezzo della caldaia in sé può essere simile, ma i modelli da esterno hanno in genere un sovrapprezzo dovuto alle protezioni aggiuntive e ai materiali più resistenti. A questo va aggiunto il costo di eventuali strutture di protezione, dell’isolamento delle tubazioni e di dispositivi antigelo.

Sul fronte dei consumi, non vi è una differenza sostanziale di rendimento tra un’installazione interna e una esterna, purché quest’ultima sia ben protetta e isolata. Tuttavia, in ambienti molto freddi, le resistenze antigelo e le dispersioni termiche delle tubazioni possono aumentare leggermente i consumi, soprattutto nei periodi di inattività del bruciatore.

Va ricordato che una caldaia a condensazione può raggiungere rendimenti stagionali fino al 108% (in termini di potere calorifico inferiore), quando lavora con impianti a bassa temperatura come il riscaldamento a pavimento. In questi casi, l’efficienza resta elevata anche in installazioni esterne, a condizione che la progettazione sia accurata.

Dal punto di vista degli incentivi, nel 2025 è ancora possibile beneficiare di detrazioni fiscali per la sostituzione della caldaia con un modello a condensazione di classe A, purché l’intervento rispetti i requisiti del Bonus Casa (50%) o dell’Ecobonus (65% con contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluta). Questi incentivi possono ridurre in modo significativo il costo dell’intervento, rendendo la scelta più conveniente.