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Introduzione al tema: tra desiderio e realtà normativa
Negli ultimi anni, le stufe a pellet sono diventate una delle soluzioni di riscaldamento più apprezzate in Italia, sia per le loro prestazioni energetiche che per l’impatto ambientale ridotto rispetto ai sistemi tradizionali a combustibili fossili. Il loro fascino deriva dalla combinazione di efficienza, risparmio economico, e da un aspetto estetico che si integra bene con ambienti moderni e rustici. Tuttavia, uno dei dubbi più frequenti tra chi sta valutando l’acquisto riguarda la possibilità di installare una stufa a pellet senza una canna fumaria esterna.
La domanda sembra semplice, ma la risposta è tutt’altro che immediata. Non si tratta infatti solo di capire se tecnicamente sia possibile farlo, ma anche se la legge lo consenta, e in quali condizioni. E qui entrano in gioco normative, requisiti tecnici, e soprattutto la sicurezza di chi vive nell’abitazione.
Fino a qualche anno fa, era piuttosto diffusa la convinzione che una stufa a pellet potesse essere collegata a un condotto di scarico orizzontale diretto verso l’esterno, magari attraverso un foro a parete. In alcuni casi, si parlava addirittura di stufe “senza canna fumaria” nel senso di scarico a parete o con microcondotti interni. Oggi però, con l’aggiornamento delle norme tecniche e dei regolamenti edilizi locali, questa pratica è soggetta a regole molto più stringenti.
Per comprendere se e come sia possibile installare una stufa a pellet senza la classica canna fumaria esterna che si sviluppa oltre il colmo del tetto, dobbiamo prima chiarire cosa si intende per “senza canna fumaria” e quali sono le implicazioni pratiche, legali e di sicurezza.
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Che cosa significa davvero “senza canna fumaria”
Il termine “senza canna fumaria” è spesso fuorviante. Tecnicamente, ogni apparecchio a combustione solida, come una stufa a pellet, produce fumi derivanti dalla combustione del pellet stesso. Questi fumi contengono anidride carbonica, ossidi di azoto, vapore acqueo e tracce di polveri sottili. È quindi necessario smaltirli in modo sicuro all’esterno dell’edificio.
Quando si parla di una stufa “senza canna fumaria”, in realtà, nella maggior parte dei casi si fa riferimento a:
- Stufe con scarico a parete anziché a tetto.
- Sistemi con microcondotti di pochi metri, talvolta nascosti all’interno della muratura.
- Installazioni con scarico coassiale a ventilazione forzata.
È importante sottolineare che nessuna stufa a pellet può funzionare in sicurezza senza alcuna evacuazione dei fumi. Anche i modelli cosiddetti “a ventilazione forzata” o “senza canna fumaria” necessitano di uno scarico, seppur di diametro ridotto e meno invasivo di una canna fumaria tradizionale.
La normativa italiana, aggiornata con il D.M. 37/2008 e successivamente integrata da vari decreti e norme UNI, stabilisce che:
- Lo scarico dei prodotti della combustione deve avvenire oltre il tetto per garantire la corretta dispersione in atmosfera.
- Sono ammesse alcune eccezioni per apparecchi a condensazione e per situazioni tecniche particolari, ma queste eccezioni riguardano quasi esclusivamente caldaie a gas e non stufe a pellet.
- Lo scarico a parete per stufe a pellet può essere consentito solo se l’impianto è certificato per tale modalità e se i regolamenti comunali lo permettono.
Quindi, quando si sente parlare di una stufa a pellet “senza canna fumaria”, spesso si intende senza un camino tradizionale, ma con un sistema di scarico ridotto, nascosto o laterale. La differenza, soprattutto dal punto di vista normativo, è cruciale.
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Normative aggiornate al 2025: cosa dice la legge
Nel 2025, la situazione normativa italiana sulle stufe a pellet e sullo scarico dei fumi è piuttosto chiara, anche se ancora soggetta a interpretazioni locali da parte dei Comuni. Le regole principali si basano su tre pilastri: sicurezza, efficienza energetica, e tutela ambientale.
- Norme UNI di riferimento
La norma UNI 10683:2022 (ultima revisione della norma tecnica per generatori di calore alimentati con combustibili solidi) stabilisce i criteri di installazione, compresi quelli relativi ai condotti di scarico. Questa norma indica in modo esplicito che lo scarico deve avvenire a tetto, superando la quota del colmo, salvo deroghe ben definite e certificate. - Decreto Legislativo 152/2006 e s.m.i.
Il Testo Unico Ambientale vieta le emissioni di fumi a quote troppo basse in zone urbane ad alta densità abitativa, per limitare la concentrazione di polveri sottili (PM10 e PM2.5). - Regolamenti comunali e regionali
In molte regioni italiane, soprattutto in Pianura Padana, le restrizioni sono ancora più severe. Alcuni comuni vietano totalmente lo scarico a parete per apparecchi a biomassa, anche se tecnicamente possibile. In altre zone, è permesso solo in casi di impossibilità tecnica documentata e previa autorizzazione. - Ecodesign e certificazioni ambientali
Dal 2022, le stufe a pellet devono essere conformi ai requisiti dell’Ecodesign e, in Italia, ottenere una classificazione ambientale fino a 5 stelle secondo il D.M. 186/2017. Gli apparecchi con più stelle hanno emissioni più basse e possono beneficiare di incentivi, ma la modalità di scarico resta vincolata alle norme locali.
In sintesi: nel 2025, installare una stufa a pellet senza canna fumaria esterna, intesa come camino tradizionale a tetto, è possibile solo in rare circostanze e quasi sempre richiede permessi specifici e l’uso di apparecchi certificati per lo scarico a parete. Chi propone soluzioni “magiche” completamente prive di scarico, di fatto, non rispetta né la legge né la sicurezza domestica.
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Aspetti tecnici e di sicurezza: perché lo scarico è indispensabile
Anche se la tentazione di evitare lavori murari invasivi può essere forte, occorre comprendere perché lo scarico dei fumi non è un optional. Il pellet è un combustibile solido ad alta densità energetica, che durante la combustione sviluppa calore ma anche fumi a temperatura elevata, contenenti sostanze nocive.
Pericoli senza scarico adeguato
Se i fumi non vengono evacuati correttamente, possono verificarsi:
- Rischio di intossicazione da monossido di carbonio (CO): inodore e incolore, può essere letale in pochi minuti.
- Condensa acida nei condotti: il vapore acqueo contenuto nei fumi, combinato con anidride carbonica e ossidi di azoto, forma acidi corrosivi che danneggiano i materiali.
- Accumulo di fuliggine: aumenta il rischio di incendio all’interno dei condotti.
- Rendimento ridotto: un tiraggio non corretto compromette l’efficienza della combustione.
Ventilazione forzata e scarichi coassiali
Esistono stufe a pellet con ventilatore di estrazione dei fumi e condotti coassiali che consentono scarichi più compatti. In questo sistema, il condotto esterno espelle i fumi, mentre quello interno preleva aria comburente dall’esterno. Questa soluzione migliora l’efficienza e riduce le dispersioni termiche, ma non elimina la necessità di uno sbocco esterno.
Controlli e manutenzione
Le stufe a pellet richiedono manutenzione annuale obbligatoria da parte di un tecnico abilitato, che deve verificare anche la corretta funzionalità dello scarico. La mancata manutenzione può invalidare la garanzia e rendere nulla la copertura assicurativa in caso di danni.
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Soluzioni possibili e consigli pratici
Per chi desidera una stufa a pellet ma non può o non vuole realizzare una canna fumaria tradizionale, esistono comunque alcune possibilità concrete:
- Scarico a parete certificato: consentito solo con apparecchi omologati per questa configurazione e nei Comuni che lo permettono. Richiede un condotto di almeno un metro all’esterno, con terminale antivento e rispetto delle distanze minime da finestre, balconi e altre aperture.
- Condotto interno fino a tetto: in alcuni casi è possibile creare una canna fumaria interna che attraversa i piani dell’edificio fino al tetto, evitando lavori esterni invasivi.
- Canne fumarie in acciaio inox a doppia parete: soluzioni prefabbricate, leggere e isolate termicamente, che possono essere installate anche in spazi ridotti.
- Alternative tecnologiche: se le restrizioni sono troppo severe, si può valutare una pompa di calore aria-aria o aria-acqua, che non richiede scarico fumi.
Il consiglio finale è sempre quello di affidarsi a un installatore qualificato che conosca le normative locali e possa consigliare la soluzione più sicura e legale. Tentare scorciatoie può non solo comportare sanzioni, ma soprattutto mettere a rischio la salute e la vita delle persone in casa.