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Una scelta che va oltre l’estetica
Nel mercato immobiliare odierno, sempre più orientato alla sostenibilità e alla prestazione energetica, una domanda ritorna frequentemente: “Gli infissi nuovi aumentano davvero il valore dell’immobile?” La risposta, seppur non univoca per tutte le situazioni, è generalmente sì, ma con delle importanti precisazioni.
Sostituire i vecchi infissi con serramenti di ultima generazione non è solo una questione estetica. Oggi il valore percepito di un’abitazione si lega fortemente alla sua efficienza energetica, al comfort che offre e alla capacità di rispondere alle esigenze ambientali e tecnologiche contemporanee. Gli infissi giocano un ruolo chiave in tutti questi aspetti.
Le finestre non sono più considerate semplici elementi di passaggio tra interno ed esterno. Contribuiscono al contenimento delle dispersioni termiche, migliorano il comfort acustico, offrono sicurezza e garantiscono una luce naturale ottimale. In un contesto in cui l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) è un documento obbligatorio per la vendita o la locazione di un immobile, gli infissi possono determinare il salto di una o più classi energetiche, influenzando in modo diretto il prezzo al metro quadro.
E non si tratta di supposizioni. Sempre più studi di settore e analisi comparative tra immobili simili dimostrano che una casa con infissi certificati e performanti può valere anche il 10-15% in più rispetto a una con finestre obsolete. In alcuni casi, soprattutto per immobili in classe E o F, il solo intervento sugli infissi può segnare la differenza tra una casa vendibile e una che resta invenduta per mesi.
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Come gli infissi influenzano la classe energetica
L’APE, ovvero l’Attestato di Prestazione Energetica, è il documento che sintetizza il consumo annuo di energia di un edificio per riscaldamento, raffrescamento, produzione di acqua calda e, in alcuni casi, anche per l’illuminazione. L’APE classifica gli immobili in classi energetiche che vanno dalla G (la peggiore) alla A4 (la migliore).
Gli infissi, essendo una delle principali cause di dispersione termica, influenzano fortemente il punteggio energetico complessivo. I vecchi serramenti in legno a vetro singolo, magari deformati dal tempo, sono spesso tra i maggiori responsabili del dispendio energetico invernale ed estivo. Al contrario, infissi moderni in PVC, legno-alluminio o alluminio a taglio termico con vetrocamera basso emissiva e gas argon, possono contribuire significativamente al miglioramento della tenuta termica dell’edificio.
Un’abitazione con infissi performanti può ottenere un miglioramento della classe energetica anche di due livelli, ad esempio da classe F a classe D, rendendo l’immobile immediatamente più appetibile sul mercato, anche perché bassi consumi si traducono in bollette ridotte e maggiore sostenibilità.
È importante notare che dal 2024, con l’approvazione del nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) e con l’adeguamento alla Direttiva EPBD dell’Unione Europea, l’Italia sta accelerando verso un parco immobiliare completamente decarbonizzato entro il 2050. Ciò significa che l’attenzione alla classe energetica sarà sempre più stringente, influenzando anche gli incentivi e i requisiti per la ristrutturazione. Gli infissi sono, in questo contesto, uno degli interventi più strategici e meno invasivi per adeguarsi.
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Comfort abitativo: un valore sempre più apprezzato
La percezione di comfort in un’abitazione è un fattore sempre più determinante nella valutazione complessiva dell’immobile. Chi acquista o affitta oggi non guarda più solo la metratura o il numero di stanze, ma cerca una casa che offra benessere termico, silenziosità, luminosità e assenza di spifferi. In altre parole, si desidera un ambiente in cui vivere in modo piacevole durante tutte le stagioni.
Gli infissi di nuova generazione, dotati di guarnizioni multiple, vetri basso emissivi e profili multichambrati, contribuiscono a creare un microclima interno più stabile, riducendo la necessità di accendere continuamente il riscaldamento o il condizionatore. Questo, oltre al risparmio economico, incide positivamente anche sullo stato di salute dell’inquilino, limitando sbalzi termici, muffe e umidità.
Il comfort acustico, in particolare, è diventato uno dei criteri più apprezzati nelle aree urbane. Gli infissi acusticamente isolanti permettono di ridurre sensibilmente il rumore proveniente dall’esterno, un dettaglio che può fare la differenza tra un immobile invenduto e uno desiderato.
È qui che l’intervento sugli infissi si distingue da altri lavori edilizi. A differenza, ad esempio, del rifacimento del bagno, la sostituzione delle finestre migliora direttamente la qualità della vita quotidiana e contemporaneamente incide sul valore economico dell’immobile. Non è un semplice abbellimento, è un intervento strutturale sull’efficienza e sul comfort.
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Aspetti economici e incentivi fiscali attuali
Uno degli argomenti più discussi negli ultimi anni è stato il legame tra detrazioni fiscali e interventi di efficientamento energetico. Dopo il Superbonus 110%, ormai terminato quasi ovunque salvo casi marginali per cantieri già avviati o soggetti specifici (ad esempio IACP o condomìni con delibere antecedenti), il focus si è spostato su strumenti più stabili e concreti.
Al 2025, lo strumento più utilizzato resta l’Ecobonus 50%, che consente di detrarre il 50% della spesa sostenuta per la sostituzione degli infissi fino a un massimo di 60.000 euro per unità immobiliare. Tale detrazione può essere spalmata in 10 anni nella dichiarazione dei redditi.
Un altro incentivo possibile è il Bonus Casa (o Bonus Ristrutturazioni), che ha anch’esso una detrazione del 50%, applicabile anche in caso di lavori di ristrutturazione più ampi. La differenza principale è che il Bonus Casa non richiede il salto di classe energetica, né un miglioramento della prestazione energetica globale, ma solo il rispetto delle caratteristiche tecniche minime degli infissi.
È però importante ricordare che le opzioni di sconto in fattura e cessione del credito sono state fortemente limitate dalla Legge di Bilancio 2024, e per la sostituzione degli infissi non sono più consentite in forma generalizzata. Rimane quindi fondamentale pianificare attentamente l’intervento e valutare con il proprio commercialista o tecnico di fiducia la strategia fiscale più efficace.
Il costo medio per la sostituzione degli infissi dipende dal materiale, dalle dimensioni e dalle prestazioni richieste, ma generalmente si aggira tra i 500 e i 1000 euro al metro quadro. Una spesa che, considerata la detrazione del 50%, si dimezza nel lungo periodo e genera un ritorno sull’investimento (ROI) non solo in termini di risparmio energetico, ma anche in termini di aumento del valore dell’immobile.
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Impatto reale sul valore di mercato
Arriviamo alla domanda centrale: quanto aumentano effettivamente il valore dell’immobile degli infissi nuovi? La risposta, naturalmente, varia da caso a caso, ma è possibile fare alcune considerazioni generali basate su dati concreti.
Secondo recenti studi di settore (ad esempio, il Rapporto Immobiliare ENEA-CRESME e le analisi di Nomisma), un immobile con infissi certificati a risparmio energetico, accompagnati da un salto di almeno una classe energetica e da un buon livello di comfort abitativo, può ottenere un aumento di valore di mercato compreso tra il 7% e il 15%.
In contesti urbani ad alta domanda, dove l’offerta è ampia ma la competizione è forte, avere infissi moderni può diventare un elemento discriminante, anche perché i compratori sono sempre più attenti ai costi di gestione. Un appartamento con finestre nuove sarà scelto più facilmente di uno simile con serramenti vecchi e poco isolanti.
Inoltre, la sostituzione degli infissi è un intervento che non modifica la sagoma dell’edificio, non richiede autorizzazioni complesse (in genere è sufficiente una comunicazione CILA o, per alcuni Comuni, nemmeno quella), e ha tempi di realizzazione contenuti. Questo rende l’intervento appetibile anche per chi vuole vendere o affittare rapidamente l’immobile, magari con un piccolo investimento che genera un significativo ritorno.
Un esempio pratico può chiarire: un appartamento di 80 mq in classe F può valere mediamente 2000 euro/mq. Con infissi nuovi e un miglioramento alla classe D, lo stesso immobile può essere rivenduto a 2200–2300 euro/mq, ovvero con un incremento di valore compreso tra 16.000 e 24.000 euro, a fronte di una spesa per gli infissi (inclusa detrazione) inferiore ai 10.000 euro. Un ottimo investimento, che migliora anche la qualità percepita dell’immobile durante le visite.
Conclusione: Investire negli infissi conviene davvero?
Sì, investire nella sostituzione degli infissi conviene, sotto molteplici punti di vista. Non si tratta solo di estetica o comfort, ma di un vero e proprio intervento di riqualificazione energetica, che incide direttamente sulla valutazione economica dell’immobile, migliora la classe energetica, consente l’accesso a detrazioni fiscali e rende la casa più appetibile sul mercato.
In un’epoca in cui le normative europee e nazionali spingono verso la decarbonizzazione del patrimonio edilizio, e in cui gli acquirenti sono sempre più attenti alla qualità dell’abitare, l’attenzione agli infissi diventa una scelta intelligente, strategica e sostenibile.
Per chi vende, può essere il modo per ottenere un prezzo migliore e vendere più rapidamente. Per chi compra, è una garanzia di minori spese future e maggior comfort. E per chi semplicemente vuole vivere meglio nella propria casa, rappresenta uno dei pochi interventi capaci di unire risparmio, benessere e valore immobiliare.