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Introduzione: il ruolo invisibile ma cruciale del telaio
Quando si parla di efficienza energetica di un edificio, la mente corre subito ai pannelli solari sul tetto, ai cappotti termici o alle pompe di calore di ultima generazione. Eppure, uno degli elementi più determinanti – e spesso trascurati – è il telaio degli infissi. Non si tratta di un dettaglio puramente estetico: il telaio è la parte strutturale che sostiene il vetro e lo collega alla muratura, fungendo da ponte (o barriera) per il passaggio di calore.
Il concetto di “taglio termico” nei telai si è diffuso negli ultimi decenni come soluzione per ridurre le dispersioni energetiche, soprattutto nei climi dove la differenza di temperatura tra interno ed esterno è marcata per gran parte dell’anno. Ma la domanda che molti si pongono è: quanto è davvero efficace? È un’innovazione sostanziale o solo un termine di marketing?
Per rispondere serve un’analisi che unisca fisica edile, evoluzione normativa e considerazioni pratiche. In questo articolo esploreremo il principio del taglio termico, i materiali impiegati, i parametri di prestazione e le ricadute concrete sulla riduzione della perdita di calore in un’abitazione.
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La fisica della dispersione: come il calore “sfugge” dagli infissi
Per comprendere il valore del taglio termico, occorre prima capire come avviene la perdita di calore attraverso un infisso. Il fenomeno si basa sulla trasmissione termica, misurata dal valore Uw (U-window), espresso in W/m²K. Più basso è questo valore, migliore è l’isolamento.
Nei vecchi serramenti, specialmente quelli in alluminio a taglio freddo, il telaio agiva come un ponte termico praticamente diretto: l’alluminio, con la sua elevata conducibilità termica (circa 160 W/m·K), trasferiva velocemente il calore dall’interno verso l’esterno in inverno, e viceversa in estate. Questo significava che anche con un vetro performante, gran parte del lavoro di isolamento veniva compromesso dal telaio.
La dispersione avviene per conduzione, cioè trasferimento diretto di calore attraverso il materiale, ma anche per convezione (movimento d’aria in eventuali fessure) e irraggiamento (scambio radiativo tra superfici a temperatura diversa). Nei telai tradizionali la conduzione era il problema principale.
Il taglio termico interviene proprio su questo punto: inserendo un elemento a bassa conducibilità tra la parte interna e quella esterna del profilo, si interrompe la continuità termica e si riduce drasticamente il flusso di calore.
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Il principio del taglio termico: evoluzione e materiali
Il taglio termico non è altro che una barriera isolante inserita all’interno del profilo del telaio, tipicamente in poliamide rinforzata con fibra di vetro, un materiale molto meno conduttivo dell’alluminio (circa 0,3 W/m·K contro 160). Questa soluzione è stata introdotta per la prima volta negli anni ’70, ma è diventata standard solo con il progressivo irrigidimento delle norme sull’efficienza energetica.
Oggi, in Italia, il riferimento normativo è il D.Lgs. 192/2005 e successive modifiche, insieme al Decreto Requisiti Minimi (DM 26 giugno 2015) e ai limiti aggiornati dal Decreto 6 agosto 2020 legato al Superbonus 110%. Per esempio, nelle zone climatiche più fredde (E e F), il valore Uw massimo ammesso per gli incentivi è molto basso, e senza taglio termico è quasi impossibile raggiungerlo.
Non tutti i telai a taglio termico sono uguali:
- I primi modelli avevano un inserto sottile, con un miglioramento modesto.
- I modelli attuali utilizzano barrette più spesse (fino a 34 mm), camere interne e talvolta materiali ibridi che migliorano ulteriormente l’isolamento.
I materiali principali oggi in uso sono:
- Poliamide rinforzata con fibra di vetro, per la combinazione di resistenza meccanica e isolamento.
- PVC interno combinato con alluminio esterno, soluzione ibrida per unire isolamento e robustezza.
- Legno-alluminio, con legno interno come isolante naturale e alluminio esterno per la protezione dagli agenti atmosferici.
L’evoluzione tecnologica ha portato anche a profili multi-camera, dove l’aria intrappolata agisce come ulteriore isolante.
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Prestazioni reali: quanto si guadagna con il taglio termico
Passiamo alla domanda centrale: il taglio termico riduce davvero la perdita di calore? La risposta è sì, e in maniera significativa, ma il “quanto” dipende da diversi fattori: dimensione del telaio, spessore della barriera isolante, qualità dei materiali, abbinamento con vetri performanti e corretta posa in opera.
Un telaio in alluminio a taglio freddo può avere un valore Uf (trasmittanza termica del solo telaio) di 6-7 W/m²K, mentre un buon telaio a taglio termico può scendere a 1,5-2,5 W/m²K. Questo si traduce in una riduzione della dispersione fino al 70-80% rispetto a un telaio tradizionale in alluminio.
Tuttavia, il telaio non è l’unico elemento dell’infisso: il vetro spesso rappresenta la maggior parte della superficie, quindi per ottenere un valore Uw complessivo basso serve combinare il taglio termico con doppi o tripli vetri basso emissivi, riempiti con gas argon o krypton.
È interessante notare che il beneficio è percepibile non solo in inverno, quando si riduce la perdita di calore verso l’esterno, ma anche in estate, limitando l’ingresso del calore dall’esterno. In edifici climatizzati, questo si traduce in un risparmio energetico annuale e in un maggiore comfort termico.
Dal punto di vista economico, i telai a taglio termico hanno un costo superiore (mediamente +15-30% rispetto ai telai tradizionali), ma il ritorno dell’investimento può avvenire in pochi anni grazie alla riduzione dei consumi e all’accesso agli incentivi fiscali.
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Normative e incentivi: il contesto italiano ed europeo
Il progresso tecnologico del taglio termico è stato fortemente accelerato dalle normative sull’efficienza energetica degli edifici, che fissano valori massimi di trasmittanza per accedere a incentivi e per ottenere il certificato energetico.
Negli ultimi anni, in Italia, la spinta maggiore è arrivata dal Superbonus 110% (oggi ridimensionato e con aliquote diverse), che richiedeva il rispetto di valori Uw molto stringenti. Anche con la riduzione dell’aliquota e la fine di alcune forme di cessione del credito, restano attivi strumenti come la detrazione del 50% per ristrutturazioni e l’Ecobonus per il miglioramento energetico.
A livello europeo, la Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) ha introdotto requisiti progressivamente più severi, con l’obiettivo di edifici a emissioni quasi zero (nZEB). In questo contesto, i telai a taglio termico non sono più una scelta opzionale, ma una condizione quasi obbligatoria per raggiungere le classi energetiche più alte (A3, A4).
Va sottolineato che l’efficacia dell’intervento dipende anche dalla posa in opera: un telaio eccellente installato con giunzioni non isolate o con ponti termici irrisolti può vedere vanificati i benefici attesi. Le norme UNI e i protocolli CasaClima e Passivhaus fissano standard di posa molto dettagliati proprio per questo motivo.
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Comfort, acustica e durabilità: benefici collaterali
Un aspetto spesso sottovalutato è che il taglio termico, oltre a migliorare l’isolamento termico, può avere ricadute positive su comfort acustico e durabilità del serramento.
Il miglior isolamento riduce la formazione di condensa interna, che nei telai tradizionali in alluminio era frequente nelle giornate fredde, con conseguente rischio di muffe e deterioramento delle finiture. La barriera isolante interrompe il passaggio del calore e mantiene la superficie interna del telaio più vicina alla temperatura dell’ambiente, evitando il punto di rugiada.
Sul fronte acustico, la discontinuità termica può anche attenuare in parte la trasmissione del suono, soprattutto se abbinata a vetri stratificati. Non si tratta di un isolamento acustico paragonabile a quello ottenibile con altre tecnologie, ma è comunque un contributo aggiuntivo al comfort abitativo.
In termini di durabilità, i materiali usati per il taglio termico sono stabili e resistenti, con una vita utile comparabile a quella del serramento stesso. L’abbinamento di alluminio esterno e materiali isolanti interni offre protezione contro agenti atmosferici e stress meccanici.
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Considerazioni finali: una scelta ormai imprescindibile
Alla luce delle analisi tecniche, delle normative vigenti e delle prestazioni reali, la risposta alla domanda iniziale è chiara: sì, i telai a taglio termico riducono in modo significativo la perdita di calore e rappresentano uno standard qualitativo ormai imprescindibile nelle costruzioni ad alta efficienza.
L’investimento in infissi a taglio termico va visto non solo come un costo, ma come una strategia di riduzione delle spese energetiche, di incremento del comfort e di valorizzazione dell’immobile. In un mercato immobiliare sempre più orientato alle prestazioni energetiche, un edificio con infissi di qualità ottiene un plus competitivo anche in fase di vendita o locazione.
Resta fondamentale affidarsi a produttori qualificati e a una posa certificata, per evitare che un prodotto ad alte prestazioni venga penalizzato da errori di installazione.
Il telaio, pur essendo una parte “minore” dell’infisso in termini di superficie, gioca un ruolo decisivo nella catena dell’efficienza energetica dell’edificio. Trascurarlo significa lasciare aperta una porta – seppur invisibile – attraverso cui il calore può fuggire.