La stufa a legna è uno dei sistemi di riscaldamento più antichi ma anche tra i più riscoperti degli ultimi anni, grazie alla sua efficienza, al fascino rustico e alla crescente attenzione verso le fonti rinnovabili. Tuttavia, una delle domande più frequenti tra chi considera questa soluzione è: quanto consuma una stufa a legna? Rispondere in modo preciso non è così immediato, poiché il consumo varia in base a numerosi fattori, tra cui la potenza della stufa, la tipologia di legna utilizzata, la coibentazione dell’abitazione, la frequenza di utilizzo e il comportamento dell’utente.
In questo articolo esploreremo in profondità tutti questi aspetti per fornire una visione chiara e dettagliata su cosa aspettarsi in termini di consumi, costi, efficienza e benefici legati all’uso di una stufa a legna. L’obiettivo è offrire un quadro completo per permettere a chiunque di valutare se questa soluzione è davvero adatta alle proprie esigenze domestiche ed economiche.
1. La Stufa A Legna: Un Ritorno Concreto Alla Tradizione
Negli ultimi decenni, il riscaldamento a legna è tornato protagonista, non solo nelle zone rurali ma anche in quelle urbane. A favorire questo ritorno è stato non solo il fascino estetico della fiamma viva, ma anche la crescente sensibilità verso le energie rinnovabili e il desiderio di ridurre la dipendenza dal gas metano o da altre fonti fossili.
La stufa a legna si presenta oggi in una grande varietà di modelli, dimensioni e tecnologie. Non è più il semplice focolare di una volta, ma un apparecchio ad alta efficienza che, se ben utilizzato, può competere con altri sistemi di riscaldamento moderni in termini di resa e costi operativi. Alcune stufe, ad esempio, raggiungono rendimenti superiori all’80%, soprattutto quelle certificate con classe ambientale 4 o 5 stelle, secondo la normativa italiana.
Il combustibile, ovvero la legna da ardere, è ancora oggi una delle risorse più economiche sul mercato, soprattutto se acquistata in grandi quantità o se si ha la possibilità di procurarsela in proprio in modo sostenibile e nel rispetto delle normative locali.
2. Quanto Consuma Veramente Una Stufa A Legna?
Per rispondere alla domanda principale — quanto consuma una stufa a legna — è necessario considerare vari elementi. La potenza termica di una stufa domestica varia normalmente tra i 5 e i 15 kW, il che significa che, per ogni ora di funzionamento, la stufa consuma una certa quantità di legna per produrre calore. In linea generale, si può stimare che una stufa domestica ben dimensionata consumi in media tra 1,5 e 4 kg di legna all’ora.
Questa cifra, ovviamente, dipende da:
- Il tipo di legna utilizzata, poiché non tutta ha lo stesso potere calorifico. Il faggio, ad esempio, ha un potere calorifico superiore rispetto al pioppo o all’abete.
- Il grado di umidità della legna, poiché una legna ben stagionata (con umidità inferiore al 20%) brucia molto più efficacemente e produce più calore rispetto a una legna umida.
- La qualità e il rendimento della stufa, che incidono enormemente sulla quantità di combustibile necessaria per ottenere una certa quantità di calore.
- La coibentazione della casa, che influenza il tempo necessario a mantenere l’ambiente caldo.
- Il comportamento dell’utente, ovvero la modalità di utilizzo: caricare spesso, lasciare il tiraggio sempre aperto o chiuderlo correttamente, e così via.
In una stagione di riscaldamento standard, una famiglia che utilizza la stufa a legna per integrare il riscaldamento centralizzato può arrivare a consumare tra 30 e 60 quintali di legna, a seconda delle condizioni climatiche e delle abitudini di utilizzo. Se invece la stufa è l’unica fonte di calore, il consumo può superare anche i 100 quintali annui, soprattutto in zone particolarmente fredde.
3. Il Costo Della Legna E L’Incidenza Sulla Bolletta
Il costo della legna da ardere varia sensibilmente in base alla zona geografica, alla stagionalità e alla forma in cui viene acquistata (spaccata, lunga, sfusa, in bancali). In media, nel 2025, il prezzo al quintale si aggira tra 14 e 20 euro, con picchi anche superiori nei periodi di maggiore richiesta o in aree urbane con meno disponibilità.
Supponendo un consumo medio annuo di 50 quintali, il costo complessivo per una stagione invernale può oscillare tra i 700 e i 1.000 euro. Tuttavia, è importante ricordare che questo importo rappresenta il riscaldamento per tutta la casa per diversi mesi, e risulta comunque inferiore a quello sostenuto da molte famiglie che utilizzano gas metano o GPL, soprattutto con case mal isolate.
Un altro elemento da considerare è che il prezzo della legna è molto più stabile rispetto a quello di altre fonti energetiche soggette a fluttuazioni del mercato internazionale. Questo rende la stufa a legna una soluzione interessante anche in ottica di resilienza energetica, ovvero la capacità di mantenere una fonte di calore affidabile anche in caso di crisi energetiche o blackout.
Va anche tenuto conto che chi dispone di un terreno con alberi, o ha la possibilità di accordarsi con proprietari di boschi incolti, può abbattere in maniera legale e sostenibile parte della legna necessaria, riducendo drasticamente il costo annuale.
4. Consumo Efficiente: Come Ottimizzare Le Prestazioni
Molti utenti commettono l’errore di pensare che basti acquistare una stufa a legna per risparmiare sulla bolletta. In realtà, affinché l’investimento sia davvero conveniente, è necessario adottare alcune buone pratiche di utilizzo che permettono di massimizzare l’efficienza del sistema.
Il primo aspetto riguarda la scelta della legna: va sempre preferita quella ben stagionata, con almeno 18-24 mesi di essiccazione all’aria, e possibilmente stoccata in un luogo ventilato e asciutto. Una legna con umidità superiore al 30% riduce il rendimento, sporca di più la canna fumaria e produce più fumo e condensa.
Un altro elemento chiave è la manutenzione della stufa e della canna fumaria. Un impianto pulito garantisce un migliore tiraggio, minori emissioni e una maggiore sicurezza. La pulizia ordinaria dovrebbe essere eseguita almeno una volta all’anno da un tecnico abilitato.
Inoltre, è fondamentale regolare correttamente il tiraggio, evitando sprechi di calore e migliorando la combustione. Alcune stufe moderne sono dotate di sistemi automatici di regolazione dell’aria, che ottimizzano in tempo reale il flusso d’aria in base alla temperatura e alla quantità di combustibile presente.
Anche la distribuzione del calore all’interno dell’abitazione può essere ottimizzata. Alcune soluzioni prevedono l’installazione di stufe canalizzabili, che distribuiscono l’aria calda anche nelle stanze adiacenti tramite canalizzazioni forzate. Altre stufe possono essere collegate a un sistema di accumulo di calore o persino all’impianto idraulico, fungendo da termostufa.
5. Stufa A Legna Vs Altri Sistemi: Il Confronto Energetico
Per comprendere il reale vantaggio della stufa a legna, è utile confrontare il suo consumo con quello di altri sistemi di riscaldamento in termini di costo per kilowattora termico prodotto.
Una stufa a legna con buon rendimento (circa 80%) consuma circa 3 kg di legna per produrre 10 kWh termici. Considerando un prezzo medio della legna intorno a 18 euro al quintale, il costo per 10 kWh si aggira intorno a 0,54 euro, ovvero 5,4 centesimi a kWh.
In confronto:
- Il gas metano, a seconda delle tariffe 2025, ha un costo medio di circa 0,09 euro/kWh.
- Il pellet, combustibile affine, può costare anche 0,07-0,08 euro/kWh, ma con una stufa a pellet il consumo è più facilmente regolabile e automatizzato.
- Il GPL, spesso usato in zone non metanizzate, ha un costo molto più elevato, superiore a 0,15 euro/kWh.
- L’energia elettrica, se utilizzata per riscaldamento diretto, può arrivare a 0,20-0,25 euro/kWh, rendendola una delle soluzioni meno convenienti senza pompa di calore.
Da questo confronto si evince che la stufa a legna è tra le soluzioni più economiche, soprattutto per chi ha una casa ben isolata o riesce a integrare il sistema con altre fonti rinnovabili.
Va però sottolineato che, a differenza di impianti automatizzati, la stufa a legna richiede una presenza attiva dell’utente, che deve caricare la legna, gestire il fuoco e monitorare il tiraggio.
6. Impatto Ambientale E Normative Attuali
Uno dei temi più discussi riguardo alle stufe a legna è il loro impatto ambientale, soprattutto in termini di emissioni. Quando la legna brucia in modo incompleto o in stufe obsolete, può produrre elevate quantità di particolato fine (PM10) e altri inquinanti, con conseguenze negative per la qualità dell’aria.
Per questa ragione, sono state introdotte norme più stringenti, come il decreto 186/2017, che ha classificato le stufe a legna in una scala da 1 a 5 stelle, in base al rendimento e alle emissioni. Solo gli apparecchi con almeno 3 stelle possono essere installati liberamente, mentre quelli a 4 o 5 stelle sono richiesti nei comuni soggetti a limitazioni per le polveri sottili.
A livello regionale, molte amministrazioni hanno previsto incentivi per la rottamazione delle vecchie stufe e la loro sostituzione con modelli di nuova generazione. Il Conto Termico 2.0, tuttora attivo nel 2025, consente di recuperare fino al 65% del costo d’acquisto, con erogazioni dirette sul conto corrente entro pochi mesi.
Utilizzare una stufa moderna, certificata e ben mantenuta permette di limitare drasticamente le emissioni, mantenendo al contempo alta l’efficienza energetica e il risparmio economico.
Conclusione: Una Scelta Consapevole Per Risparmio E Autonomia
La stufa a legna, se scelta con criterio e utilizzata correttamente, rappresenta una soluzione efficiente, economica e sostenibile per il riscaldamento domestico. I consumi, pur variabili, restano ampiamente gestibili e possono risultare inferiori rispetto a quelli di altri sistemi, soprattutto se si ha accesso diretto a legna di buona qualità.
È però fondamentale affrontare questa scelta con consapevolezza, valutando attentamente non solo i consumi previsti, ma anche l’impegno gestionale, la manutenzione, il rispetto delle normative ambientali e le caratteristiche dell’abitazione.
In un mondo in cui l’energia è sempre più cara e instabile, poter contare su un sistema autonomo e alimentato da un combustibile naturale e rinnovabile può fare davvero la differenza, non solo sul portafoglio, ma anche sulla qualità della vita domestica.