Quanto Incide L’Isolamento Termico Sul Comfort Estivo (Raffrescamento)

1. Introduzione: il legame tra isolamento e comfort termico

Quando si parla di isolamento termico, il pensiero corre immediatamente al risparmio energetico invernale, alla riduzione della spesa per il riscaldamento e alla protezione dal freddo. Tuttavia, negli ultimi anni, complici sia il cambiamento climatico sia l’evoluzione delle abitudini abitative, è emersa con forza un’altra dimensione del problema: quella del comfort estivo.

Le estati italiane sono diventate progressivamente più calde e lunghe, con picchi di temperatura esterna che in molte città superano regolarmente i 35 °C, e con notti tropicali – ossia quelle in cui la temperatura non scende sotto i 20 °C – sempre più frequenti. In queste condizioni, il raffrescamento degli ambienti interni non è più un optional per garantire una qualità di vita accettabile, ma diventa una necessità.

È quindi lecito chiedersi: quanto incide l’isolamento termico sul comfort estivo? E, più nello specifico, quanto può aiutare a ridurre la domanda di energia per il raffrescamento e a mantenere temperature interne accettabili anche nelle giornate più calde?

Contrariamente a un luogo comune molto diffuso, l’isolamento termico non serve solo a trattenere il calore all’interno durante l’inverno. Se correttamente progettato, gioca un ruolo cruciale anche nel limitare il surriscaldamento estivo, riducendo i flussi di calore dall’esterno verso l’interno e migliorando il cosiddetto sfasamento termico.

Per comprendere fino in fondo questo legame, è necessario analizzare sia i principi fisici alla base del fenomeno sia gli aspetti normativi e progettuali che influenzano la prestazione estiva di un edificio.

 

2. Principi fisici: come l’isolamento influenza il calore estivo

L’isolamento termico agisce come una barriera alla trasmissione del calore. In estate, il calore tende a fluire dall’esterno più caldo verso l’interno più fresco, e l’efficacia di questa barriera determina in gran parte la quantità di energia che dovrà essere spesa per riportare gli ambienti a una temperatura di comfort.

Per capire questo processo, bisogna distinguere due concetti fondamentali:

  • Trasmittanza termica (U-value): misura la capacità di un elemento edilizio (parete, tetto, solaio) di trasmettere calore. Più il valore è basso, minore è il passaggio di calore.
  • Sfasamento termico: indica il tempo che impiega il calore a attraversare un elemento edilizio. Un buon sfasamento estivo permette di ritardare l’ingresso del calore all’interno, spostandolo verso le ore serali o notturne, quando le temperature esterne calano e l’edificio può smaltirlo più facilmente.

Il comfort estivo non dipende solo da un basso valore di U, ma anche da uno sfasamento adeguato e da una buona capacità termica areica (cioè la capacità dell’involucro di accumulare calore senza innalzare troppo la temperatura interna).

Un tetto con un isolamento insufficiente o con materiali a bassa massa termica può portare, nelle giornate più calde, a un rapido aumento della temperatura interna, obbligando l’impianto di condizionamento a lavorare molte ore al giorno. Viceversa, una copertura ben isolata e con materiali ad alta inerzia termica può mantenere l’interno fresco più a lungo, riducendo i picchi di temperatura.

Va ricordato che l’irraggiamento solare diretto è il principale responsabile del surriscaldamento estivo. Per questo, oltre all’isolamento, giocano un ruolo determinante anche fattori come la protezione solare delle superfici vetrate, l’orientamento dell’edificio e la ventilazione naturale.

 

3. Normative e requisiti di legge per la prestazione estiva

Negli ultimi anni la normativa italiana ed europea ha recepito la necessità di valutare le prestazioni estive degli edifici, introducendo parametri specifici nei requisiti minimi di efficienza energetica.

Il D.Lgs. 192/2005, con le successive modifiche e integrazioni, già prevedeva l’analisi del comportamento estivo dell’involucro. Ma è con il Decreto Requisiti Minimi (DM 26 giugno 2015) che sono stati introdotti limiti chiari non solo sulla trasmittanza termica, ma anche sui parametri legati allo sfasamento e alla capacità termica.

Oggi, per edifici di nuova costruzione o sottoposti a ristrutturazione importante, è obbligatorio verificare che:

  • la trasmittanza termica periodica delle pareti e delle coperture rispetti i limiti fissati in funzione della zona climatica;
  • lo sfasamento sia sufficiente a garantire un ritardo del picco di calore di almeno 12 ore per le coperture;
  • la capacità termica interna sia adeguata a smorzare le variazioni di temperatura.

Le normative attuali, in linea con la Direttiva europea sulle prestazioni energetiche degli edifici (EPBD), puntano quindi non solo a ridurre i consumi invernali, ma anche a contenere la domanda di energia per il raffrescamento estivo.

Un aspetto interessante è che, con l’introduzione delle nuove classi energetiche (dal 2024 in poi), un edificio con isolamento ottimizzato per entrambe le stagioni avrà un valore di mercato più alto e sarà più conforme alle future direttive europee, che prevedono il progressivo miglioramento delle prestazioni minime degli immobili.

In questo contesto, la scelta dei materiali isolanti assume un ruolo cruciale: non tutti i prodotti che performano bene in inverno sono altrettanto efficaci in estate. Materiali leggeri come il polistirene espanso o la lana di vetro garantiscono bassi valori di trasmittanza, ma hanno capacità termiche inferiori rispetto a materiali più pesanti come la fibra di legno, il sughero o la lana di roccia ad alta densità, che possono offrire migliori prestazioni estive grazie a un maggiore sfasamento.

 

4. Strategie progettuali per il comfort estivo

L’isolamento termico è solo uno dei tasselli di un approccio integrato al comfort estivo. Un edificio può essere ben isolato ma, se mal progettato sotto altri aspetti, rischia comunque di surriscaldarsi.

Una strategia efficace deve considerare contemporaneamente:

  1. Involucro opaco: pareti, coperture e solai devono garantire non solo bassa trasmittanza, ma anche adeguato sfasamento. L’uso di materiali ad alta massa superficiale aiuta a ritardare il flusso di calore.
  2. Involucro trasparente: le superfici vetrate sono punti critici per l’ingresso di calore. Vetri basso emissivi selettivi, schermature mobili (tende esterne, frangisole, persiane) e un corretto orientamento riducono l’irraggiamento diretto.
  3. Ventilazione naturale e forzata: il ricambio d’aria nelle ore fresche, magari con ventilazione meccanica controllata dotata di bypass estivo, permette di smaltire il calore accumulato.
  4. Colore e riflettanza delle superfici: rivestimenti chiari e riflettenti riducono l’assorbimento di radiazione solare, specialmente sulle coperture piane.

Inoltre, l’integrazione di tetti verdi e facciate vegetali può migliorare l’isolamento estivo grazie all’effetto combinato di ombreggiamento e traspirazione delle piante.

Va anche considerato che un eccesso di isolamento senza un’adeguata protezione solare e ventilazione può peggiorare il comfort estivo, intrappolando il calore all’interno. Per questo, i progettisti devono trovare il giusto equilibrio tra resistenza termica e smaltimento del calore.

 

5. Benefici economici e ambientali di un buon isolamento estivo

Investire in un isolamento efficace anche per il periodo estivo produce benefici tangibili sia in termini economici sia ambientali.

Dal punto di vista economico, un minor utilizzo degli impianti di climatizzazione si traduce in una riduzione immediata della bolletta elettrica. Considerando che un condizionatore domestico può assorbire tra 0,7 e 1,5 kWh per ogni ora di funzionamento, anche una riduzione di 3-4 ore di utilizzo giornaliero per 90 giorni estivi può comportare un risparmio di diverse centinaia di kWh ogni anno.

Sul piano ambientale, meno energia consumata significa anche meno emissioni di CO₂ e un minore impatto sulla rete elettrica, che nei periodi di picco estivo è spesso sotto pressione, con il rischio di blackout o di ricorso a centrali meno efficienti e più inquinanti.

In un’ottica di lungo periodo, un edificio ben isolato e ottimizzato per entrambe le stagioni mantiene valore immobiliare più alto, offre maggior comfort agli occupanti e riduce i costi di gestione.

 

6. Conclusioni: un approccio stagionale bilanciato

Il comfort estivo è un tema che, fino a pochi anni fa, veniva spesso trascurato nella progettazione edilizia italiana, ma che oggi è diventato centrale. Il riscaldamento globale e l’aumento delle temperature medie rendono essenziale progettare edifici che siano in grado di garantire condizioni ottimali tutto l’anno.

L’isolamento termico, se progettato correttamente, è uno strumento potentissimo per ridurre il surriscaldamento estivo. Non basta “isolare di più”: serve scegliere i materiali giusti, progettare l’involucro in modo da garantire uno sfasamento adeguato e integrare l’isolamento con altre strategie di controllo solare e ventilazione.

In definitiva, un buon isolamento estivo non solo migliora il benessere abitativo, ma riduce la spesa energetica, aumenta la sostenibilità ambientale dell’edificio e prepara le abitazioni alle sfide climatiche e normative dei prossimi decenni.